Poesie di Jacqueline Miu

Scrittrice, nato lunedì 25 dicembre 1967 (USA - Stati Uniti d'America)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Cristina Metta

Keats

L'amore mi abita, da sempre.
Ignoro cosa sia non avere batticuore o tormento.
Vivo esiliato in una continua emozione che mi espatria dal nulla,
così confortevole e caro agli esseri umani.
Sono di me stesso "la curandera" il fattucchiere, stregone,
ad ogni malanno condanna,
io cerco la cura,
con continue pozioni di sogni
unico rimedio di cui non temerne il sovradosaggio.
Vivo ispirando la gente all'oltre,
non temo i confini dell'immaginario
e dai sarcofaghi della storia raccolgo leggenda,
per lasciarne una mia ai visionari.
Io Sono quello che molti definirebbero un mostro.
Innamorato più della magia che del bello,
quella che in collisione coi corpi e con le menti poi genera scintille,
le stesse che alimentano dei pionieri
il fuoco.
Jacqueline Miu
Composta lunedì 7 ottobre 2019
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Cristina Metta

    Who the fuck is Alice

    L'aria è sottile fino ai polmoni
    masticata diventa carbone ed io un uccello con piume e branchie
    quando le apnee di sole richiedono muta per il nuoto al buio
    sempre che il blu non pesi di stelle sui miei sogni
    dimmi perché dovrei essere diverso da quello che sono
    navigatore dittatore genio superbo pazzo e insonne
    dimmi perché vorresti dare un metro all'uomo
    nessuno è immune ai propri atti
    in fuga smarrito qualunque città a coda di drago una gabbia
    chiatte a forma di nubi sopra le acque Tamigi

    l'aria è sottile quasi una lama
    io ladro di nuvole una tomba di pietra la porta di Keats già batte il vento
    nevica con creature in pozioni di panna nel caffè Starbucks resiste
    è ufficiale! siamo tutti remoti tutti un download sul generis dei fantasmi
    Londra è un server di flashback dall'inossidabile dentatura
    pakistan cab s'infiltra nel traffico fermo al semaforo canta "Who the fuck is Alice"
    e allora appoggio la testa alla prima vetrina con chineese butter cakes
    sognando
    in un piccolo perimetro della mia anima canto – Re di tutti i ladri di sorrisi.
    Jacqueline Miu
    Composta lunedì 7 ottobre 2019
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Cristina Metta

      Plat d'Ecò

      Tesoro non nevica più
      e le strade sono meno silenti dei passati Natali
      sarà che ho smesso di fumare da poco e allora cammino
      io e questo pugno di diavoli col pusher speranza dietro porta
      non c'è sentore di gioia ma solo aspettative
      come quando un drogato sognante di morfina arriva a Paradisi più alti
      e non mi corrompe la noia la città il fragile vetro di ogni negozio
      solo questa ombra che non sì stacca da me perché ti cerchi
      devi nascere paraculato – mi sussurra ridente una vecchia
      ma ha ragione
      in fondo non ti ho mai trovata solo immaginata solo sognata
      in fondo ho fatto l'amore con te così tante volte da annoiarmi
      per volerti viva
      per volerti negli occhi
      già non nevica più
      mi sembra di diventare di cenere
      mille cellule di me segugi senza guinzaglio per ogni strada
      mentre tu tremi da qualche parte nell'etere
      passero ghiotto di briciole dolci d'un amore che hai sempre sognato
      oh io
      oh io
      io non so proprio niente
      io sono solo un drogato del cazzo di te
      oh io
      on io
      tesoro non nevica più
      vorrei massaggiarti ma Whatsapp nell'eden non esiste
      o probabilmente dovrei stapparti a un Inferno di spettri come Euridice
      ed eccomi qui templare in mezzo ai pagani con patologie ispirate a Guerre Stellari
      smarrito infelice speranzoso
      tu cara dimmi solo che esisti che resisterai fin oltre l'alba
      così se nevicherà

      non sarò io
      oh io
      ma noi.
      Jacqueline Miu
      Composta lunedì 7 ottobre 2019
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Cristina Metta

        Domani avrò sole

        Buon Happy morning! Non è mai abbastanza Domenica ma è fin troppo smisurato Lunedì
        domani avrò sole un Ade melmoso Caronte traghetta un fiume caffè
        una fata aracnide appesa a un filo di zucchero trema l'Olimpo
        castelli la neve sultano il lampione davanti al parcheggio sull'Inferno - la nebbia

        mille luci alba Gennaio col nodo alla gola smarriti gli astri
        coperta in spalla viaggi per casa sposa di pile fragile al freddo
        un fondo di vino piange in bottiglia rosso il sangue la lava
        mattino chimera battiti i mostri grida all'orgasmo il cuore

        portami via alle ossa strappami un urlo piacere detona memoria
        nutrimi di rimorsi
        di sbagli
        di code in autostrada cercami una tempesta dove amarti
        scivola in me profumo di rosa dai fuoco alla casa su Marte
        e chiudi quello che resta del buio in un Oh! di straordinario
        domani io avrò sole
        tu ferma il tempo.
        Jacqueline Miu
        Composta lunedì 7 ottobre 2019
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Cristina Metta

          Crudele astro

          Voglio sbagliare con te.
          Restare per resisterti ma non troppo a lungo e farti ridere
          finché morderai nuovamente il mio cuore, appena t'allontanerai.
          Prometto di non respirare che attraverso la tua bocca
          non importa se soffocherò dopo e in tua assenza.
          In the meantime, eccomi in fin di vita così come dovrei essere
          se separato dall'abbraccio per cui darei tutti i miei sogni.
          Fammi male se puoi.
          Spingiti in me fino al sangue,
          trovami in ogni atomo non contagiato dal tuo nome,
          inquinami con i baci e se puoi, dammi fuoco
          ardimi fino alle ossa,
          dammi veleno nella saliva,
          qualunque cosa che mi sciolga
          poiché già abito l'Inferno.
          Preparami un pasto di speranza,
          leggero e dall'aria che espiri,
          dammi il senso di onnipotenza che ho perduto alla nascita
          nella mia corsa contro la Morte.
          Voleremo stanotte innamorati.
          Saremo falene intorno ai lampioni tristi di questa città
          e nelle nostre acrobazie mortali,
          cercheremo lampi di temporali da attraversare
          per stringerci ancora una volta
          disperatamente con ogni tremito.
          Mi ucciderai.
          Io vorrò morire.
          Nessun scampo – nessuna fuga.
          Per un ultimo bacio darò la vita
          lo dico ora e lo dirò sempre.
          Quanto dura la felicità?
          Un battito d'ali?
          L'attimo di un bel sogno
          che ti lascia nel sudario di desio all'alba?
          Lontana stella smetti di brillare sola,
          non morire smettendo io di cercarti.
          Crudele astro, sposami!
          Non ponderare troppo nella fortuna,
          metti fine a questa lotta e sfinisci le mie difese,
          ho impiegato troppo tempo a trovarti
          e mi resta troppo poco per non spenderlo,
          mia religione,
          dandoti gioia.
          Jacqueline Miu
          Composta lunedì 7 ottobre 2019
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Cristina Metta

            Stanotte ci faremo del male

            Stanotte ci faremo del male amandoci molto
            stanotte rideremo della paura dietro le porte di casa
            ci spingeremo verso il letto ad ali spiegate
            e allontaneremo il dolore della morte per pochi attimi

            stanotte avremo il nostro assaggio di eternità dalla carne
            ci chiuderemo
            in un silenzio
            in un tremito
            o in un brivido che durerà pochi respiri
            cercheremo il sole rimasto tra le nostre labbra
            e piangeremo prima dell'addio
            come i bambini rimasti orfani di un abbraccio

            chiudi la porta e spegni dappertutto la luce
            tienimi stretta prima che voli troppo lontano coi sogni
            stanotte noi siamo gli altri che rincorrono la vita
            ci faremo così male amando che rideremo il giorno dopo

            e se non ci incontreremo più tu avvicinati alla prima stella
            troverai nell'universo qualcosa di noi rimasto a fare luce
            io ti guarderò mentre tu fuggirai nel domani
            e se non sarai più sicuro - ritorna
            io sarò sempre dietro la porta.
            Jacqueline Miu
            Composta lunedì 7 ottobre 2019
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Cristina Metta

              Tamigi col sesso gabbiano

              Notte senza stelle allegre e puttane d'ombra a Park St
              nevica con unghie di ghiaccio e sirene senza appetito di umani ma solo di canto
              subcontinente oceanico con inferni nascosti dentro palazzi dall'aria sobria
              il mio cuore è la papilla gustativa di un demone di fuoco che s'alza in grattacieli
              non voglio qualcosa di facile o di difficile ma voglio qualcosa di mio
              Tamigi col sesso gabbiano l'aria stagna di freddo soltanto febbraio gela in vena
              bistrot occupati fish and chips e Byron maledetto solo l'assenzio tra rime
              ubriaca la gioia s'alza verso una stella lontana col nome di Keats ma in versi
              piccoli angeli di pietra tubano con le guglie sui ponti già vecchi condanna alla storia
              ogni tanto uno schiaffo di vento porta lontano il bianco dal fiocco di neve
              nudi entrambi di ogni leggenda ci abbracciamo a terra cercandoci negli occhi
              neve uomo neve cuore neve palpito e affondi tremante col corpo
              notte senza stelle allegre
              freddo scure
              gelida insonnia
              cielo d'acciaio
              mentre solo tu bruci.
              Jacqueline Miu
              Composta lunedì 7 ottobre 2019
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Cristina Metta

                Young Zero

                Ho smesso di fare lo shakespeariano
                il mio cuore ha una sentenza di morte partita alla nascita col conto alla rovescia
                e sono incapace di costruire dopo il Ground 0 della poetica lasciata da Keats e gli altri
                la femminilità della Luna traumatizzata dalla mia noia

                mi chiamo 0 come il principio fondamentale di qualcosa
                che piace agli spettri in letargo sotto sta pelle di lupo
                ciò mi rende rognoso ai diavoli abbelliti a biscotti con spezie
                ma dentro più del putrido stagno _ amari
                io sono il Re della mia storia
                il guerriero
                l'uragano
                il ciclone
                l'incipit
                l'infetto di malinconia
                l'infermo d'amore
                l'incurabile
                il malato di tutto ciò che l'emozione potrà mai trasmettere
                io sono il bastoncino di lussuria intinto nel miele di donna
                pagliaccio per le emergenze
                abbaio
                ringhio e mordo
                fotto
                corro e friggo guardando alle stelle
                chiamatemi Male
                chiamatemi Demone o Uomo
                queste mani sentono più di quanto l'occhio possa vedere
                sentono i morti
                i poemi rimasti non scritti
                sentono le leggende ancora da tramandare

                e allora
                l'infermo lascia impronta
                mentre al suo orecchio
                il sensibile sussurro d'astri
                quello di Dei lontani
                gli canta
                lo imbriglia
                lo ubriaca di eterno

                tanto da sentire come la carne urla in quel buio
                dentro il petto
                o vedere l'orco della rima divincolarsi alla catena di sangue

                è un vecchio rito d'assenza dal presente
                con un pugnale più vigoroso dell'acciaio chiamato ode
                che infligge il più acuto dolore quello da sogni
                oh Follia
                di cui di son guardiano
                in sta nebbia notturna fatta di specchi con legioni
                di Byron e di Cesari
                io ho sto bulbo in battito che ancora non fa fiore
                e per cui scrivo
                per cui amo
                per cui rovescio mari
                per cui resto in viaggio
                senza una mappa
                senza una strada
                senza una meta

                "Young Zero".
                Jacqueline Miu
                Composta lunedì 7 ottobre 2019
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Cristina Metta

                  Randagio

                  Cammino malato di foglie in ruggine
                  sei quegli occhi che cerco in mezzo a una folla
                  tormentata dall'oroscopo mattutino
                  un caffè al bar
                  sempre di corsa verso qualcosa che non da mai premi
                  eccoti! mi dico ma i tuoi occhi fuggono via
                  via dove?
                  cerco un parcheggio in settima fila
                  costa un rene sognare a tutte le ore del giorno
                  vado verso una tomba
                  che mi aspetta otto ore per quarant'anni circa
                  dopo di che andrò in una buca sempre uguale
                  con più silenzi forse
                  viva l'amore
                  che non ti vede
                  che non ti guarda
                  e non ti sorride
                  nelle ore lavorative

                  rincorro come l'infetto
                  una cura per questo autunno
                  senza alberi secolari
                  senza ossigeno
                  senza profumi di fiori
                  ma ho l'app conta passi o incontra l'anima gemella
                  dietro una stella nel Paradiso del Botox
                  che può suturare per il momento
                  quella ferita umana
                  lasciata aperta dai troppi ormoni
                  con astinenza da sentimento

                  eccomi qua
                  randagio come i randagi
                  ringhione con il magone e rosicone per la felicità d'altri
                  oh cerco gli occhi
                  dove stanno i tuoi occhi
                  il mio Apple contento mi gratifica con il Pokemon
                  Durdix appostato in mezzo a una strada
                  dove potrei morire investito
                  ma vale la pena rischiare
                  per catturare l'ennesima chimera
                  costruita dall'uomo
                  per ovviare a solitudini tristezze e suicidi
                  mi manchi
                  e quella condensa mi manca
                  che parte col fuoco del tuo corpo quando si muove
                  come una corona di alberi danzanti durante una pioggia
                  per me sei come un fiore che sboccia tre le mani spettrali
                  di un poeta sfuggito all'inferno
                  che resta in strada a mirare le onde
                  di uomini e nuvole e stagioni
                  ognuno col proprio vulcano pieno di lava
                  col proprio poema
                  da recitare
                  alle paure nei pensieri astratti
                  di pogni passante senza uno scopo
                  un brivido
                  che rende ancora possibile
                  mirare all'autunno come un gioia per pochi
                  ed io ti cerco
                  in mezzo a una folla
                  col peso del cielo e d'ogni stella
                  su questo cuore che tiene nel brivido d'amore
                  la sua essenza di sognatore tra sognatori.
                  Jacqueline Miu
                  Composta lunedì 7 ottobre 2019
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Cristina Metta

                    Stringimi l'anima

                    Stringimi l'anima con nastri rossi
                    ti soffierò aria tra le piume care al volo
                    se stanchi
                    ci divoreremo da una ciottola di latte e biscotti le labbra
                    con cucchiai colmi di sguardi in fiamme o febbri
                    soffocami il sonno di notte col tuo corpo
                    ferma l'oscopia della paura nel giorno
                    trattienimi - trattienimi qualche attimo qualche millennio
                    nei tuoi occhi -
                    sposami ma solo coi frutti del vino a settembre
                    oh stringimi l'anima col filo di un fiume
                    spingerò spine di rose scarlatte nei tuoi palmi
                    che sanguineranno titani in tramonti
                    mentre torrenti di nuvole attenderanno in profumi
                    il nostro correre scalzi tra le ere.
                    Jacqueline Miu
                    Composta domenica 6 ottobre 2019
                    Vota la poesia: Commenta