In loco del vero Iddio, l'Onnipotente Altro ne tiene in cuore il gran furfante: Lui disconosce il Padre, l'Onniveggente ma dei possedimenti è grand'amante.
Sol la materia tiene a conoscenza, della spiritualità nulla curanza. Vive contando i beni di giorno in giorno e solo la roba, null'altro vede intorno.
Produce il vino ma lo vende a botte, e delle mandrie vende latte e ricotte Olio! Un cucchiaio per l'intero giorno, un tozzo di pane e cacio a mezzogiorno
e delle mandrie vende latte e ricotte; il volto tiene scuro e l'occhio bieco.
Ha men la vista, quasi divien cieco. Valersi dell'oculista è uno spreco. Schiavo della ricchezza, n'h'arsura mentre il denaro lo presta a usura.
Or son due mesi già d'intenso studio, è certo che a breve sarà verifica Di quanto i docenti han dato con fatica, Il risultato indicherà, poi, il preludio.
D'insegnamento non si da compendio Che qual chirurgo bisturi in piaga pratica e ferma decision il male districa Così di materia non si vuol dispendio.
L'impegno nell'ascolto è assoluto; non un trambusto, non un sol bisbiglio. Tutto è fermo, tutto resta muto.
Il silenzio è rotto solamente Da quella voce che con grand'orgoglio Sa d'essere ascoltata attentamente.
Ah! Se potessi essere non io e al par di Dante mi facesse Iddio dell'Esercito branca tant'onesta con diligenza canterei le gesta. Con mano lesta stilerei lo scritto e, di Te, Grande, narrerei l'editto.
Se, poi, di Giotto avessi mente esperta Tua storia pingerei con mano certa; l'illustrerei su tela ricamata come nessuna mai fu disegnata. A Dio che innalza e abbassa pregherei Onde uguagliare altra mai potrei.
Se del musico Verdi avessi l'estro le lodi canterei da gran maestro: Le canterei al suon di cornamusa e in ciel l'innalzerei, storia diffusa. Dolce all'orecchio il suono giungerebbe Tal che manco melodia d'Angeli terrebbe.
Povero sono, però, in mente e arte perciò ogni velleità metto da parte; il sangue forte pulsa nelle vene sferzando nel cervello forti pene. In minuetto mi muovo in queste righe come formica nel trascinar le spighe. M'accosto, con timore, tremolante a narrare di Te, Uomo importante.
Degno di fede e di vetusto onore il bene altrui alberghi dentro al cuore, da sempre per l'altrui la vita doni: Fedele più dei cani ai lor padroni. Quella divisa nera a strisce rosse vanta conquiste di molte riscosse: La porti con l'orgoglio del gran Fante d'importante battaglia reduce zelante...
Ti volle Emanuele Primo di Sardegna quale tutore d'ordine e di legge; presente sempre dove il male affligge resti al tuo posto fino alla consegna: Rivedo la battaglia di Pastrengo, della Sforzesca e quella di Novara, per questo dentro al cuore mio Ti tengo e la Figura Tua m'è dolce e cara.
In Aspromonte e sul silano monte hai combattuto lotte da valente, avverso i disonesti, per l'ostaggio, reprimesti nel silenzio il brigantaggio. In Libia fosti a conquistar medaglie lasciandoti alle spalle molte Spoglie, nella campagna fosti a Senafè e combattesti in quel di Macallè.
Del sangue Tuo inondasti Podgora e quel Tuo sacrificio vale ancora, mostrandoti al dovere servo ligio rendesti alla Nazione gran servigio. Nei secoli fedele: Qesto il Tuo Motto fedele resti in tal mondo corrotto, lo fai per dedizione al Tuo dovere, degno sei d'ogni stima, carabiniere.