Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Ripongo in un cassetto
i petali
di un pensiero
tradito
Il tempo
mio fedele compagno
penserà a sgualcirli
e di essi non resterà
che polvere.
Composta giovedì 14 aprile 2011
Ripongo in un cassetto
i petali
di un pensiero
tradito
Il tempo
mio fedele compagno
penserà a sgualcirli
e di essi non resterà
che polvere.
Ho bisogno di silenzio
perché non riesco più a sentirmi
il rumore del niente
mi ottenebra la mente
ho bisogno di silenzio
per riuscire a capire
cosa debbo fare
delle mille cose
a cui potrei anche rinunciare
ho bisogno di silenzio
per poter udire
la tua voce
tra milioni di voci
che mi sanno solo mentire
ho bisogno di silenzio,
ma tu non smettere
di parlarmi.
Quale pena
per me camminare
dove ancora l'orma dei tuoi
passi è calda,
sentire il vento
freddo
che ti ha fatto tremare
quale pena
per me vedere
che la luce
del sole
ancora riscalda
la rosa
che un tempo
tu hai piantato.
E così le parole mi diventano
vento
che non posso fermare
orizzonti
di cui il confine
posso solo immaginare
silenzi
da saper ascoltare
e sfuggono alla penna
che non le sa
imprigionare.
D'improvviso bussi alla porta
chi incredulo t'apre
chi sentendo l'odore
sbarra l'entrata
ma dalla finestra
ormai sei entrata
fredda è la casa
muto è il canto
solo il silenzio
si trascina
ormai stanco
e chiude le tende
sul sole morente.
Ancora
sei tu
poesia strappata
al mio cuore
segreto agrodolce
da custodire
dietro la porta dei miei
pensieri.
Mi hai curato l'anima
quando il mondo mi lasciava stare
hai inciso sulla tua bianca pelle
le mie ombre scure
hai decifrato i miei silenzi
guidando la mano tremante
nell'ora più oscura prima dell'alba
come una madre
hai taciuto
serbando nelle rime mancate
il mio dolore
hai raccolto ogni mia lacrima
e ne hai fatto inchiostro
su milioni di pagine bianche
quando il mondo mi lasciava stare
mi hai curato l'anima...
E gli occhi erano
pagine
su cui leggere
storie che nessun
orecchio
aveva mai sentito.
A te devo
fiumi di parole
che scorrono
nella mia mente
e solcano
le bianche pagine.
A te devo i sorrisi
spontanei,
il cuore in gola,
l'ansia dell'attesa,
il tremore della voce,
i mille dubbi
che si sciolgono
negli occhi tuoi
che si perdono
nei miei.
A te devo
il coraggio di
questi anni
persi a rinocorrere
sogni,
il diradarsi della nebbia
nel faticoso
mio cammino.
A te devo
gli attimi migliori
che pur nel numero
inferiore
sovrastano sempre i peggiori.
A te devo...
Non muoiano
sulle mie labbra
quelle parole che non
t'ho ancora detto
uccise dal tempo
che si srotola nella noncuranza
perché ciò che mai fu pronunciato
alla fine non è mai stato.