Scritta da: Rossella Porro
in Poesie (Poesie personali)
Ancora
Ancora
sei tu
poesia strappata
al mio cuore
segreto agrodolce
da custodire
dietro la porta dei miei
pensieri.
Composta sabato 19 novembre 2011
Ancora
sei tu
poesia strappata
al mio cuore
segreto agrodolce
da custodire
dietro la porta dei miei
pensieri.
Asolta il vento
ti sussurra parole che non hai mai udito.
Asciuga le lacrime
e serra i denti
perché se ti dicono
che il destino ha già
eretto i suoi ponti,
costruito barriere
noi saremo pronti
a cancellare questo
infausto disegno.
Non issare la bandiera della resa
non è il tempo
perché se andare controcorrente
fa fatica
niente è più appagante
che il riposo
dopo una tremenda tempesta.
Non siamo fatti per restare
inermi
siamo fatti per l'avvenire.
Affila le armi se è necessario
perché non c'è peggior
nemico
che l'invisibile
celato nelle anguste
trincee
delle retrovie.
Ho atteso a lungo
quelle parole che
mai sono giunte
nell'aria risuona
solo
l'eco sordo
dei passi
che lasciano
l'anima
sgualcita
come fosse zerbino
inzozzato dalle tue
scarpe dure.
Con inganno
ci hanno prese
e chiuse in una cassa
con mille lucchetti
e gettate giù dal crinale
mentre il nostro cuore che tanto aveva amato
sanguinava
e giù rotolava.
Ci hanno offese,
deturpate
sulla carne i segni
di un malato amore.
Ci hanno dimenticate
nella buia cassa
mentre il nostro
aguzzino con la mano
che ci colpì
si asciuga lacrime
per lavare la coscienza.
Noi siamo qui,
aprite questa cassa
perché la nostra anima trovi giustizia.
C'è una scritta sul muro
che indica la via
ma lei vuole essere sicura
perché talvolta le parole hanno due significati
perché talvolta i nostri pensieri
non sono chiari
e lei è in cerca
di chiarezza
ma la strada è buia e silenziosa
c'è una sensazione che prova
quando guarda indietro
e s'alza un grido che le dice di andarsene
nei suoi pensieri ha visto
le mura crollare sotto il peso del gelo
e ora guarda avanti
e si sussurra piano che presto
se allungherà il passo
quella tenue luce che le pare di vedere
la condurrà alla ragione
e nascerà un nuovo giorno
perché è da tanto che aspetta
e gli occhi abituati alla notte
forse avranno da ridere
ma ora ci sono più strade
e a dispetto di ciò che le hanno ripetuto
sa che c'è sempre un modo per tornare indietro
ed ora non ha più paura di sbagliare
e il silenzio nella testa
ha finito di far rumore
ora sente il fischio del vento
che le dice di andare.
Sono triste
e rido,
rido così forte
perché non s'oda
lo scricchiolar
delle crepe profonde.
Sono fragile,
roccia calcarea
figlia della mia terra
dove l'acqua s'insinua
apre varchi
costruisce voragini
e resto in piedi.
Sono triste,
ma resto in piedi
e rido
rido come può solo ridere
chi è triste.
Camminavano a braccetto
l'uno accanto all'altro
se l'uno si arrestava
l'altro cedeva il passo
se l'uno correva
l'altro arrancava
se l'uno languiva
l'altro trascinava
amore e dolore
camminavano a braccetto
ed io li ho visti tenermi il passo.
Le mie parole
hanno lacci
catene e
chiavistello
i miei silenzi
son la chiave
che apre
lo scrigno.
Ricostruire
un castello di carte
venuto giù
per il troppo vento,
che ardua impresa!
Amico mio,
le carte non stan su,
le mani tremano,
gli occhi non sorridono più,
lascia le carte
e scegli la pietra,
la dura pietra
non verrà giù.
E conosco
io sola
le radici nascoste
che legano questa mia fragile esistenza
al tuo pensiero
le mille e mille volte
in cui le parole
come un soffio leggero
si sono dissolte
sotto il tuo sguardo
io sola conosco
le strette catene
del non essere abbastanza
l'illusione che tutto
possa trovare ristoro nel niente
e conosco io sola quell'amaro
sapore che accompagna
i miei giorni lontano dai tuoi.