Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: Dora
Lettera ad un amore mai nato
ho voglia di scriverti stanotte, perché ti sento accanto seppur lontano
come stai, riesci a sentirmi, a capirmi,
io no, non mi comprendo
ho visto e rivisto le tue immagini, voglio che ogni cosa di te rimanga nei miei occhi
voglio assorbirti come un foglio di carta l'inchiostro
voglio berti affinché in me rimanga il tuo sapore
voglio impregnarmi del tuo profumo sconosciuto
e della tua voce riempirmi la testa
come mai sei così, così eterno, incancellabile, infinito
sei senza tempo e io di tempo ne ho troppo
sei nella mia mente e nel mio cuore
davanti a me non gente sconosciuta ma solo tu
voglio ubriacarmi di te per non pensarti
e stordirmi nel sonno che è popolato da sogni
irrealizzati, irrealizzabili, impossibili, e cerco un'altra occasione
per noi, in un'altra vita o in un'altra dimensione.
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    Scritta da: Maia

    Buon Compleanno

    Silenzi di sabbia
    che graffia ogni maledetta perla

    Tra granelli di ruvida asprezza
    Raccolgo un lembo del mio nome
    sulle tue labbra

    Mentre il vento di questo probabile deserto
    Soffia sull'ultima candela ed esprime
    Un doloroso mai più

    Brindo solitaria alla bellezza inquietante
    Del nostro essere amanti.
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      Scritta da: Giuseppe Catalfamo

      Società

      Vestito di colori esco dalla tela.

      Siedo al desco imbellettato nel salone
      commensali squali divorano il mio ardore.

      Come fosse consuetudine strappano denti dal sorriso
      comprendo l'esser fratello non compreso.

      Miro la tavolozza dei miei colori, tutti pastello
      ritirandomi nel quadro di nero dipingo un ombrello.
      Composta lunedì 16 novembre 2009
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        Scritta da: Franco Mastroianni

        Quando sento la vita

        Ringrazio questa vita
        e chiedo scusa
        se a volte non l'ho... amata
        saltando sopra treni in corsa
        senza pensar se era la scelta giusta
        se... era sbagliata

        ma per fortuna
        per ragione o torto
        non sono mai finito
        su di un binario... morto.

        Ringrazio questa vita
        che mi ha donato tanto
        e ancor mi dona

        ringrazio te... mia dolce donna
        amante... splendida persona

        grazie perché ho capito
        che il cuore non è soltanto un battito
        con te il mio cuore... suona.

        Ringrazio questa vita
        ma in queste mie poche parole
        non credo di riuscire
        a far capir... quanto mi piaccia

        quando sento la vita tra le mani
        e
        trovo sempre me stesso
        quando... mi lavo la faccia.
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          Scritta da: Salvatore Riggio

          L'anima esiliata

          Vedo solo desolazione
          in queste terre dimenticate,
          distruzione ovunque il mio sguardo voli...
          Sul terreno le orme ancora fresche stampate
          di quel caos che passò ponendo sul trono la confusione.

          Vedo solo immensa tristezza
          in questa pianura, dove il grigio prevale.
          Il sole spento in questo cielo privo di vita...
          Eppur un tempo questo vedere non era di un atrocità tale,
          ricordarlo mi provoca un certo senso di disgusto, di amarezza.

          Non vedo più niente in queste terre abbandonate,
          talmente è confusa ormai la mia vista
          che neanche al di fuori di ciò nulla di definito intravidi...
          Ma come avrà fatto lei a ridursi in questo stato?
          Mai avrei potuto pensare che io e lei per questo eravamo destinati,
          ormai però dovrò accettare... vivere in queste terre come neo esiliato...
          Composta lunedì 16 novembre 2009
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            Scritta da: Salvatore Riggio

            La Madre

            Nostra madre ci parla!
            Con ogni suo singolo soffio di vento,
            ogni rumore di un ramo spezzato,
            di una foglia che cade, l'ardere del fuoco,
            ma quel antico linguaggio ormai
            da tempo abbiamo scordato.
            Nostra madre ci parla!
            Con ogni singola goccia che cade
            di questa pioggia che pianto pare,
            con questi fulmini questi tuoni,
            che nel cielo rimbombano come un lamento.
            Nostra madre purtroppo non parla più, ormai sta gridando!
            Ci dovremo vergognare perché siamo noi il suo tormento...
            Eppure l'uomo di lei rispetto non ha anzi di un enorme peccato
            si sta macchiando, Lui non se ne accorge ma la sta ammazzando!

            Nostra madre sta morendo...
            Ma da solo la crudeltà dell'uomo
            non si può tentar di fermare.
            Tutti noi dovremo capire,
            ricordarci quel antico linguaggio
            per poter nuovamente nostra madre amare,
            che è da tempo immemore che l'abbiamo scordato.
            Poniamo una fine alle sue torture per risentir sua voce nel cuore,
            diamole quell'abbraccio che infinite, troppe, volte le abbiamo negato.

            Nostra madre ci parla, grida!
            Ma l'uomo non le dà ascolto ed è la prima volta in cui
            aspetto impaziente un suo schiaffo una sua punizione!
            Perché noi ce lo meritiamo ma quando avverrà non credo
            che ci sarà un'altra possibilità, per riiniziare, un'altra occasione.
            Composta lunedì 16 novembre 2009
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