Scritta da: MARYLUKE
in Poesie (Poesie d'Autore)
Basta così
La mia bocca
non parlerà più d'amore.
Il mio cuore
si ribellerà se mi dirai un giorno
che mi ami
e ti risponderà:
"riprendi tu il giro
io non ho più carte per giocare."
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La mia bocca
non parlerà più d'amore.
Il mio cuore
si ribellerà se mi dirai un giorno
che mi ami
e ti risponderà:
"riprendi tu il giro
io non ho più carte per giocare."
Quanto ti amo!
E tanto credo in me, che non mi do alcun prezzo e,
alcuna stima a me posso appropriare,
perché io credo di migliorare di giorno in giorno.
E l'ardore sento che in cor mio s'accresce,
io sono il vulcano, sono la lava... sono il magma incandescente,
insorgo a lapilli
e straripo come mare che infuocato
si avvale della propria irremovibile compattezza.
E la mole che mi è a collo tengo,
mi inarco, m'allungo, combatto ciò che è dolore...
o fo modo che il mio volere,
fia che il male... m'appaia come il bene.
E mi dilanio per sentir se vivo...
se io sono umano;
nulla m'abbatte e nulla m'è fatale.
Mi ergo come il monte che sovrasta la terra
e carezza il cielo
e guardo ove l'orizzonte mi illumina la strada
per seguire gli argini del mondo.
Sono il ciclope della natura
forte... impetuoso;
son l'aligiero amore,
sono tutto intenso come potenza... e tenerezza.
E su fili sonori d'un'arpa io danzo... io parlo... io vivo
(ora, io conosco me...)
Alcuna via
contorta come
quest'intreccio che mi
diventa radici
nello stesso ventre
e rimescola il sangue
perduto in uguali sentieri
rabbia! Rabbia!
Chè non si riesce
a dire
ché non va oltre
questa collina
conosciuta a m e m o r i a!
Come alfabeto
estraneo che m'ingoia.
A l i!
Ali, voglio ali, voglio aria!
Voglio correnti di vento
amico, finalmente!
Chè non posso
più assorbire terra
pizzicandomi le dita
sull'eco della mia stessa
voce!
Ali... figlie in volo.
Matte... figlie confuse.
Ali che vorrei
matte le mie voglie!
Entrambi
inchiodano le mie visceri!
In nove pezzi
l'involucro
di quei giorni fatti a metà:
"Uno per me
e uno per te" mi dicesti
e anche se fosse passato
un tir inverso di distanza,
tu m'avresti pensata
nel disordine d'un tuo foglio bianco
per me.
Ancora adesso
spero di trovarti alla porta
con quel tuo sorriso scheggiato
pronto a raffigurare il bene che sempre ti vorrò.
Ma so che mi senti
e che, un giorno, a tua figlia
parlerai dei nostri sogni distesi sulla sabbia
dal 1997.
Varcato soglie
di usci socchiusi
o spalancati con forza possente
frantumando ossa
solo mie.
Sempre.
Ridicolo tentato aiuto all'altro
ché appartiene
al pensiero sul mondo,
tutto attorcigliato
nell'animo,
ché roccia sono
ma d'arenaria friabile.
Persa nei cantucci
nascosti del vento
l'urlo non è possibile,
nel silenzio accettato.
E gira selene,
nell'immenso Dio sole.
Seduta in riva al mare,
guardare lontano verso l'orizzonte,
laggiù proprio laggiù,
dove il sole si tuffa e lentamente si spegne.
Seduta nella sabbia umida circondata dal silenzio,
lontani ormai i rumori dei bambini,
rincorrersi le voci urlanti dei giovani,
solo le onde infrangersi sulla spiaggia.
Rimanere così ammaliati da tale meraviglia,
che da sempre stupisce
nel suo incantevole essere sé stessa.
Musica nera, silenzio,
vita in subbuglio, cuore screpolato,
malinconia e nostalgia.
Fuori è arrivato il sole,
sembra dirmi svegliati, ritrova la luce,
esci a gridare che ci sei, che sei viva.
Invece sono morta.
Non durerà per sempre, frullano tante parole.
Per oggi resto qua,
i gomiti sul tavolo,
la sigaretta accesa,
il caffè fumante e gli occhi colmi di lacrime.
Le ossa intorpidite,
lo stomaco svuotato,
vuoti d'aria e voli della mente.
Limata con pazienza
l'anima
dalle tossine della vita,
l'avo declinante
dona oculato
la sua essenza
ai discendenti ancora lontani
dalla fine della strada.
Un giorno
toccherà a loro
occuparsi di chi li segue.
Quando si spezza la catena,
gli anelli isolati
si uniscono con altri,
sbagliati e contrastanti.
Alcuni anelli
non si recuperano più.
Lo spettacolo varia
nei toni
e nelle tonalità,
con passaggi delineati
e tante sfumature.
La colonna sonora
è variegata,
mutevoli gli arrangiamenti.
Il bagnante attento
si appaga.
Speranza di un cuore malato,
sale su un treno,
scappa per vivere ancora.
Dimenticare, fuggire...
verso l'infinito...
Speranza di un cuore malato,
rotto il respiro,
soffocanti ricordi,
quanto è sembrato vicino quell'attimo,
un istante,
un istante lungo un'eternità...