Poesie anonime


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie anonime)

Ti desidero

Ti desidero a tal punto di
volerti possedere, come a te piace
e di farti provare sensazioni mai provate prima.

Quindi di farti urlare di piacere, così alla mia lontananza,
ricordarti di me.

Ma 1 'amore si esprime anche in questo modo,
non mi importa di quello che penserà
e dirà la gente, ed allora prego ed aspetto con ansia
che venga un giorno,
in cui potremmo farlo sempre a tal punto
che tu dovrai dire:
ti prego basta,
ho bisogno di riposare.

E svegliarsi il mattino seguente tutta felice
questa è la prova di un vero rapporto.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie anonime)

    Ti credevo sincera

    Ti credevo sincera, amore mio,
    io ti ho dato tutto me stesso,
    perché mi fai soffrire?
    Basta una parola, per dirmi
    che non hai bisogno di me.

    Stai distruggendo questa nostra amicizia,
    scusami se ti parlo così.
    Forse è colpa mia, ma non riesco a
    non pensarti e a stare lontano da te.
    Lo so che non sono quello che ti aspettavi,
    quindi ti prego sii sincera con me, sai
    sono abituato ad avere batoste nella vita.

    Come dice il vecchio proverbio: "C'è chi nasce con
    la camicia, e chi senza".
    A questo punto non mi resta altro che
    affidarmi nelle mani di Dio.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie anonime)

      Un'altra vita

      Cercare un'altra vita,
      formarsi una morale,
      senza pregiudizi della gente.
      Sentirsi ancora vivo, per arrivare
      d ottenere il pieno raggiungimento della vita.
      Cercare una speranza a cui potersi aggrappare,
      quindi cercare quello che non ho avuto mai.
      Vorrei vedere solo il mare, e a te poi
      gridare, la mia solitudine, la
      voglio cacciare.
      Per poter con te restare,
      nell'aurora dell'amore.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie anonime)

        Al costruendo monumento alla Pace

        I poveri viaggiano scalzi e non temono le pietre taglienti
        macigni pesanti sono i passi sopra la sabbia
        e tra i gialli dei soli infuocati muoiono senza lamenti.

        Non bastano
        i monumenti alti come montagne
        di ossa e di carni torturate
        che rivendicano
        il loro diritto a sentire
        il silenzio infinito e solo quello.

        Non bastano
        i corpi trucidati e spogliati
        violentati e mutilati
        che i megafoni della storia
        in un lamento di paura senza fine
        trasportano oltre la periferia del cielo.

        Non bastano
        Le rose né le rugiade
        se gli sciacalli preferiscono sprofondare
        le bocche dentro le carni aperte
        per non sentire
        nemmeno i più sottili lamenti intrappolati

        Non bastano
        Wounded Knee - Dachau - Hiroshima
        Sabra - Shatila - Al-Ameriya - Saraievo
        monumenti alla tristezza sacrosanti e unici
        costruiti da viscere di vergogna
        e da milioni di voci strozzate dai carnefici.

        Non bastano
        gli scellerati tabernacoli del razzismo
        se le cimici invadono il mondo
        scandendo i tremori della carne
        nelle infinite malinconie di occhi
        inzuppati di pianto.

        Non bastano
        gli stadi enormi della repressione
        ridotti a carnai
        le città bombardate e quelle bruciate
        i forzieri delle banche che ingoiano
        le ricchezze rubate all'umanità.

        Non bastano
        Le insaziabili voracità delle ambizioni
        che progettano spudorati monumenti
        e vendono miserabili feticci di m-e-r-d-a
        sugli altari sacrificali
        della dolcezza umana.

        Non bastano
        gli ocra e i rosa della sera
        né i bianchi e gli azzurri del mattino
        e nemmeno i blu profondi della notte
        a fermare per un attimo
        la danza della morte.

        Non bastano
        che la pace e la vita
        siano ancora i sani tormenti dell'eternità
        senza bisogno di obelischi
        ma fogne giganti come celle
        per l'orda impetuosa di furbi.

        Non hanno pietà gli uomini con le facce di pietra
        cavalcano la morte e dileggiano la vita
        strafottenti rivoltano nel brago anche l'amore.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie anonime)

          Primavera balcanica

          Non sono stelle filanti
          non sono stelle cadenti
          ma sono bombe che cadono.

          Amico Baldi
          non fiorisce più la bianca betulla a Sarajevo
          tu sei cieco, non puoi vedere le atrocità di questo mondo,
          ma puoi ascoltare, sentire le persecuzioni, il genocidio di popoli.

          Non sono stelle cadenti
          ma bombe che cadono su Belgrado, Pancevo, Pristina, Skopje.
          Non sono stelle filanti ma bombe
          Per distruggere un'altra torre di Babele.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie anonime)

            L'amore

            È l'amore che vive in me
            é l'amore che io provo per te,
            é l'amore che é intorno a noi
            ma il tuo amore non c'é

            È nell'aria che respiri tu
            c'é una parte di te e di me,
            un sentimento di tutti noi
            in questo mondo che amare vuoi.

            E non c'é tutto quello che sogni tu
            e perché questo sempre lo chiedi a me,
            vivi la vita, pensando agli altri e non a te,
            questo é l'amore, l'amore dei tuoi perché.

            Liberi le tue idee, anche i tuoi pensieri,
            se puoi quelli veri per cercare l'amore,
            frughi tra le stelle, rubi la più bella,
            fai una magia, una magia d'amore.

            È l'amore l'amore, é l'amore l'amore
            una magia d'amore.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie anonime)

              Perdere la strada

              Camminare, passeggiare
              sotto le fiaccole della luna,
              una strada brecciata
              girovagante alle colline.
              Alberi, rami protesi,
              plaghe d'ombra, oscure caverne,
              smerlettate, maculate,
              occhieggia la luna
              fra le foglie vibranti nella brezza.
              Baciare le dolci labbra,
              sotto l'ombre maculate,
              dell'innamorata mentre gli occhi
              sfavillano ai raggi lunari.
              Bisbigliare parole d'amore
              nell'incanto della notte:
              mille archetti sonanti
              le note di cristallo di un usignolo.
              Sfiorare il caro volto,
              seguire la curva del bianco collo.
              Sentire la passione ardere
              gli innamorati sospirosi,
              come verdi rami al fuoco,
              e fondere nel crogiolo
              la più preziosa lega: l'Amore.
              Una mano sfiora,
              zeffiro, il volto tuo.
              Un nembo nero mangia la luna,
              un'oscurità abissale assale la terra.
              Sfiorati voglio ma non ti trovo,
              ti cerco ma non ti trovo,
              svanita come la luce lunare.
              Sono rimasto solo nel vento,
              che sibila sinistro nella foresta.
              Una lacrima spaurita
              scende tremula sulla guancia.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie anonime)

                In solitudine cogliere armoniosi accordi.

                Giunchiglie, sulla riva,
                ridono con riso dorato
                Sull'acqua trema lievemente,
                tra ombre del salice,
                biondo riflesso di narcisi.
                I fiori narrano fole nell'ombra.
                Le ninfe spiano dai margini del bosco,
                lanciano sguardi melanconici,
                si ritraggono come pallidi fiori,
                si rifugiano nell'ombra cupa.
                Nella macchia un garrulo cinguettare .
                Impertinente un pettirosso,
                sul sentiero, interroga pipilando.
                Il ruscello gorgheggia
                con impetuosa letizia .
                Tra cielo e terra un sbocciare
                gaio d'anemoni ,
                un fremere di uccelli.
                Il giovane vento, agguantato
                dai rami degli alberi,
                si lamenta della prigionia.
                Le felci giaciono appassite, spezzate,
                scarmigliate dall'inverno.
                Le foglie cadute dalla quercia,
                calpestate emettono un gemito,
                risospinte nell'oblio.
                L'angoscia delle felci prostrate,
                il volo spensierato,
                la trepida gioia delle gemme ,
                il singhiozzo del vento frenato
                percepivo vagando solitario.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie anonime)

                  Cielo bacia terra

                  Metallica croce
                  mi sovrasta.
                  Vuoto mi circonda
                  e confonde.
                  L'infinito segue
                  un picco dopo l'altro,
                  dal pertugio una valle
                  spinge l'occhio al mare.
                  Sfoca l'immagine
                  cielo e mare, mare e terra,
                  città concrezioni calcaree.
                  L'aquila imperturbabile
                  segue la rotta della brezza.
                  Il sudore ghiaccia
                  al pensiero d'abbandonare
                  l'infinito silente.
                  Meglio lanciare in volo
                  la massa grigia
                  e smolecolare nell'azzurro spazio.
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