Vieni con me contempleremo insieme l'alba al mattino c'incanteremo a mirare le stelle alla notte ascolteremo del cuculo il magico richiamo e degli altri uccelli i versi più belli; ti prenderò per mano e correremo bambini ancora estasiati nel vento dietro all'aquilone.
Vieni con me ti racconterò storie fantastiche per farti sorridere starò in silenzio quando lo vorrai ti cullerò allo stormire del bosco cercherò sentieri impervi e fiumi da guadare per prenderti in braccio.
Vieni con me ti premierò con mille baci e carezze infinite quando con me avrai raggiunto dei monti le cime più ardite ammireremo i prati in fiore e non troverò neppure uno che sia bello come te.
Sono contento Non scarabocchio più il tuo nome dove capita Riflesso lontano di un amore offeso Naufragato e affondato senza superstiti. Sono contento Il risentimento cede il passo all'indifferenza Panacea di rimpianti assopiti Sepolti da giovani cicatrici. Sono contento Immagini di un volto nuovo, pulito, sincero Aspettano da qualche parte... Questo maledetto tempo, ora non più Il nemico da sempre temuto e osteggiato. Sono contento Un blues sospirato in dodici battute Dodici i battiti di passione per una diversa stagione Improvvisazione di pause incerte follemente da vivere Note lunghe per arrivare alla fine dell'assolo. Sono contento Liberato dalla tua assenza Finalmente libero dalla tua presenza.
Lacrime che cadono tra i respiri. Pensieri che tornano, che ricordano lontane figure allo specchio ammantate d'orgoglio e di solitudine. Pensieri che muovono, parole che sfociano in immagini, e tra di esse il tuo volto severo si fa beffa delle mie incertezze. Tra le inquietudini delle mie nottate, con il violino che suona, la pioggia che cade e silente taglia i miei vestiti in gelidi brandelli… se solo smettesse. Se solo la pioggia smettesse di scendere così implacabilmente sui nostri destini, sul mio cuore che non conosce più il tiepido tocco del sole, sulle note di quel violino che da lontano suona impazzito di speranza… se solo smettesse. Ma il lamentoso suono si propaga, implacabile come una malattia, e si bagna di pioggia, si bagna di infiniti rimpianti. Le nuvole son là, e non parlano di te, ma tacciono nella loro immutata vanità come fossero parte della stessa sfilata, parte della stessa melodia. Il violino suona, suona, e suona ancora. Se solo smettesse di suonare, se solo smettesse di ricordarmi che non sei mia….
Devo ricordarmi di dirti che ti voglio bene... …e voglio dirtelo con dolcezza e semplicità così come si annusa un fiore o si ascolta la neve cadere col suo rumore bianco Per vedere il tuo viso sorridere come in un giorno di pioggia quando una lacrima di sole squarcia d'azzurro il cielo grigio.
Guarda le stelle, e se lo scuro giorno terreno, se la terrestre nuvola te lo impediscono, pensa a loro e non dimenticare che, sopra tutte le nuvole e le ombre, sopra ogni tempesta e avversità esse sorridono.
Quasi con semplicità... con tutto fermo ad aspettare te... con tutto quello che vuoi... con passi giganti che non sono i tuoi con ogni tempo e in ogni casa... non smetterò di farlo... non posso. Ti amo.
Cammino... ti trovo nel mio miglior nemico... io ti vedo e ti odio incredibili raffiche di vento mi fanno pensare al freddo...
e tutto a un tratto la tua immagine è scolpita in me in un glaciale scoppio di ossa e cuori... la mia giornata sta per finire... senza di te... un'altra volta.
La mente... ormai i problemi sono contenuti in una sola parola... in un non vivere che rende tutto difficile difficile è sopportare... difficile è sapere... difficile è sperare... quando la nuvola dell'amore, comincia a perdersi nell'umana stupidità.