Vedo nei tuoi quadri Il profumo della musica, pennellate che descrivono gli aromi delle sensazioni, fiuto nell'aria il fresco odore della verde primavera, le focose rosse estive passioni, il bianco odore del vuoto invernale, il nero putrido e tenebroso nero m'avvolge. Vedo violaceo il Martedì, Saturno azzurro intenso Il marcio arancio del Mercoledì. Ascolto gli odori rimescolati nella tua arte e m'affascino della mia Fantasia.
Muoio nella vita di parentesi mentali, vivo nella morte di parentesi bucate da libere parole, vivo tra neonate formiche colorate agonizzanti, introvabili finora brulicano adesso nell'ora che non c'è. Ecco implodere gli spazi, ecco sciogliersi le ore, ecco nello specchio un volto mai veduto. Eccomi nel bianco orgasmo del silenzio
Addio cantante, sogno inquietante in un estate breve, tarlo assillante di una notte greve, sorriso dolce ed evanescente come il tuo volto nella mia mente, che piano svanisce e lascia soltanto il triste ricordo del tuo dolce canto, che lento sparisce e non tornerà... Speriamo ritorni la felicità!
Dolcemente odo piangere silente e baciato al canto delle cadenti fronde tenerissimo il bambino, l'occhietto impaurito ed il pianto infinito nel suo cuore angosciato, e immenso dolor si dipinge sul viso e nel canto d'augello al fiorir del mattino. Passato immortale d'incantevole cuore, muta il pianto in sorriso.
Solo resta l'Amore bambino, che crescer non può. Viziato, amato, cullato, futuro non ha. Si nutre di sguardi rubati, passioni represse, di baci e carezze furtivi: futuro non ha.
Rimpianti, dolore, passione e furore. Ricordi che rodono dentro.
Altri giorni verranno, ma l'Amore bambino futuro non ha.
Pioggia; sei tu che gridi sul finir di luglio presa da spasimo e così piena d'orgoglio fai breccia per le strade a digiuno e bagni campi, prati e boccioli di giglio.
…Adesso vedo chiaro e scuro
dentro ai tuoi versi da queste tenebre assolto e libero da queste ronde notturne e odori di gelsi e tortuoso sentiero, illustro effimero.
Incendio dell'anima e nei campi assolati ecco l'olezzo di sabbia e pioggia l'unione di due innamorati che in questo finir di luglio è parola saggia.
Intenerisci di sorrisi e agguati con rumori di tuoni e scrosci improvvisi; tu pioggia in estate, di monti affamati e tutto rinfresca il senso, l'aria per noi indecisi.
Sfrigolano le stelle sul pane fresco delle mie ore mentre in onde il grano m'affoga di cielo e fiorisco nel volo degli uccelli parlando con l'eco gridando vallate frantumandomi il volto nella danza sincopata dei semafori metropolitani.
Un miglio d'oro mi legge la carne misurando in numeri vuoti la corsa del mio respiro la danza stanca del mio sguardo e nella coppa delle mani si versa la notte che bevo come un'acqua d'oblio.
Si schiude la mia bocca in petali al mattino.
Sul duplice urto del giorno e della notte mi scorre nelle vene l'acqua del mare, ed i miei sogni sono ali di corallo correnti d'alghe ed il gracidare delle rane.
Siamo forse noi nei mattini sui monti il sole, luce riflessa di poeti antichi?
Noi, noi che accorriamo nel tempo, noi volteggiando inseguiti insicuri siamo destinati a trovare la morte... morte
Noi che accorriamo nel tempo quieto d'autunno sui campi dove uomo non scoviamo alcuno, volteggiamo inseguiti ma siamo destinati a trovare la morte su questi campi a noi stranieri.
Emozione. Di un momento infinito, luce fra la nebbia, silenzio dopo lo sparo; momento vissuto ma mai capito, amato e mai tradito. E ora su questo tavolo cenere spazzata via dal vento, dissolta nel tempo di un momento. Ciò che ne rimane è qui nell'aria è qui e lo sento. Paura del buio nel sorriso dei tuoi occhi, ma c'è solo vita nella lacrima che dolce scivola via. Il mio tormento.