Tacciono le tue parole, lontane, e volano senza toccarti i miei pensieri a briglia sciolta. Di lungi tuona felice il temporale di luglio, e copre la tua voce assente, baluginante nel ricordo, con lampi incerti di noia. Non saprai quel sentire per te che segreto è al nostro cuore; è un pensiero, un regalo che lumeggia invano alle tue palpebre chiare. È la promessa che solleva foglie d’emozione, e si lascia l’estate alle spalle.
Gli amici sorridono in questa casa sorda, intrecciamo le nostre malinconie, le nostre paure, le nostre speranze giganti a due accordi di chitarra, a un bicchiere di vino che brilla nel buio straniero di questo giorno senza coraggio che è nato.
Sono per ora lontani gli affanni, i sospiri sognati, gli occhi che non abbiamo il coraggio di guardare, gli occhi che non vogliamo dimenticare, i silenzi carichi di angosce forse già vissute, oppure di gioie da cogliere nel soffio dello scirocco.
Questa terra non è nostra, ci culla e ci respinge, torniamo alla pianura senza orizzonte dell'inverno, alla neve che buca la nebbia dei nostri minuti strani, alle usate preoccupazioni dell'oggi senza tempo lontani da quel vento di scirocco che ci seduce e ci abbandona.
Quando, con infantile e spietata ironia, mi svelano innanzi i protagonisti monchi del mio passato come spade, come lance essi penetrano nel mio cuore come se io fossi l’unica colpevole disposta e destinata a pagare. La vergogna e l’inferiorità insensate crescono mio malgrado, ma col mio permesso, ed io stessa in un istante spaventoso percepisco ciò che fino a quel momento mi curavo di ignorare sistematicamente. La mia mente è squassata da ciò che altri dipingono e costruiscono su di me senza curarsi o domandarmi nulla. La loro ingenua e sagace crudeltà, più o meno consapevole, più o meno giustificata o colpevole, gioca a ridurmi in silenzio: un goffo pagliaccio, una marionetta senza nerbo né arbitrio che s’agita ed arrossisce tentando di non attirare attenzione sola sul palcoscenico. Le risate e la pietà del pubblico di cui fino a quel momento non ero cosciente risuonano invadenti nella mia testa, violentandola e lasciandola stordita da un imbarazzante inettitudine per cui, malgrado tanti sforzi, non trovo colpevoli. E mentre cala il sipario sulla mia commedia inconsapevole resto seduta, immobile nel buio aspettando il Secondo Atto e riflettendo amaramente sul fascino dell’ignoranza e sulla sua forza, sulla cattiveria dei punti di vista e del relativismo esistenziale che contemporaneamente mi costringe ad odiare comprendere e invidiare gli atteggiamenti pseudospensierati del mio pubblico umanamente pettegolo
Rimprovero al mio corpo non la sua debolezza, ma la sua forza, la sua solidità, quando, mio malgrado, reagisce ed io muoio della consapevolezza di non riflettere fuori da me la fragilità della mia anima.
Abbiamo costruito templi dorati abitandoli di variopinte divinità, cerchiamo rifugio, ovunque, in terra e in cielo, con ogni mezzo ed ogni fantasia; rifugio da noi stessi, dagli altri, dalla vita e dalla morte. Ci inebriamo di conoscenze illudendoci d’immortalità. Desolati frammenti organici, non capiamo cosa siamo né come sia possibile la nostra esistenza. Entriamo in chiese e laboratori con le stesse paure e le stesse speranze. Temiamo di essere disillusi e invochiamo una qualche certezza comoda al nostro futuro. Ogni giorno ci ubriachiamo di professioni di fede, e ci sentiamo protetti, ci sentiamo conquistatori.
Nei tuoi occhi io rifletto la mia vita rispecchio ciò che è stato il mio passato e intravedo in lontananza il mio destino accorgendomi in questo modo che ogni istante della mia vita è vissuto assieme a te. Tu sei la mia droga più pesante la mia sorgente di vita vado a dormire solo per sognarti inesorabilmente tra le mie braccia. Uscivo per vederti e aprivo bocca per parlarti e d'improvviso sei svanita nel nulla più glaciale. L'illusione d'averti era una visione onirica senza la notte per poterla vivere. La vita è grande, tu sei grande ma non può basarsi sui sogni e tu sei un sogno. Rimugino i lemmi che da qui a poco hai pronunciato frasi lasciate all'aria in balia del vento scolpite su lastre di ghiaccio all'inferno. Mentre rifletto su cosa dirti domani trovo ciò che avrei potuto dirti ieri mentre cercavo di cogliere al volo un'ennesima occasione persa. Non faccio altro che cercare parole parole che non capirai mai sono frasi e cenni d'amore che nessuno ti ha detto e perciò non sai. Tu che rispondi e mi chiedi: perché Il sole non'è così caldo immenso e misterioso come te che nella vita ti tiene saldo a terra, luna e forse me. Tu sai che io non sono non sono chi pensi possa essere ma potrei essere meglio di ciò che sembro e do ciò che pensi non abbia dentro quel cuore che batte d'amore per amare chi non ti capisce e non rispetta e percepisce il valore del sentimento che ora svanisce e ferisce quel cuore d'amore che altro non fa che recepire e conservare ogni singolo dolore. Non so che pensare per cantarti dei versi che non saprei pronunciare in quest'alba d'amore durata per poche ma interminabili ore.
Riaffiora dalle anime sepolte avvolte nel mistero di un empirico inconscio rubato ad un soffio cruciale di uno spirito scisso all'irrazionale nonostante il crollo da un istinto siderale. Ascesa. Accolto da una stella oscurata al simulacro da un aneddoto enigmatico senza regno nell'occulto di un retorico giardino viziato dall'imbrunire tramontato al sorgere di un sentimento sublime ricoperto di trasparenza desolata di un dotto ostile come sfigurato dottrinante ammaliato e cupidamente vezzeggiato sfregiato dall'idiozia trascendente delirata da strazianti maschere ripudianti . Stirpe velata dall'utopia dei protèsi flussi di ironia scolpita dall'odio di un ideale di bramosa frenesia ancestrale cosmicamente ponderata da uno stipite sciupato dall'ipocrisia incolmabile di sdegno.
Aspetto il giorno in cui smetterai di rinunciare a questo sole che ci scalda lo stesso che continui ad eclissare e dal quale scappi per rifugiarti nel più profondo del buio dove inutilmente credi di nascondere l'evidenza d'un amore ormai svanito in un sogno d'illusioni.
Ti immagino qui nei sogni miei tu un amico un tesoro è cosi che si dice.
Un amico un tesoro ed è la verità una verità grande che descriver non so.
A guardarti ammirarti sempre senza sfiorarti un amico non può è una gran crudeltà. Quei ricordi stupendi che ti restano in mente sempre vivi e lontani tra le braccia di lui.
E ti dedico un sogno quella amica sei tu. un risveglio un po' duro perché non ci sei più, mi abbracciavi affettuosa però amavi lui un amico sincero ora qui sono io.
Quando il tempo
crudele sarà vecchio con noi più lontano è il ricordo che svanisce cosi guarderò l'orizzonte dentro il cielo di sera una rondine in volo forse parla di te.
È gia domani, verdi inodori fiutati da mostri senza naso, invisibili gialli colorano l'aria dinanzi a cechi osservatori, blu muti e silenziosi risuonano per sordi ascoltatori, insipidi rossi gustati da bocche senza lingua, impalpabili rosa carezzati da insensibili mani; colori impercettibili scivolano, sibilano tra le mie dita mi sfiorano silenti, ma non penetrano in me; ombre pesanti accecano e stordiscono, è già domani, ed io mostro senza naso e senza lingua, cieco osservatore sordo ascoltatore accarezzo tutto con mani insensibili. Ed è già domani, ed invisibili nell'aria son passati quei colori.