Scritta da: Angela Randisi
in Poesie (Poesie catartiche)
Speranza
L'ultima farfalla
dell'ultimo fiore
si posò sulle guance
di un soldato stremato
per bagnare le sue ali
su una lacrima di luce.
Composta giovedì 22 dicembre 2022
L'ultima farfalla
dell'ultimo fiore
si posò sulle guance
di un soldato stremato
per bagnare le sue ali
su una lacrima di luce.
Aspetto sempre il Sole...
Che venga a scaldare
e sciogliere il mio dolore...
Distrattamente
ha sfiorato la mia anima
un suo raggio...
che mi ha penetrato il cuore.
Subito in quell'angolo di calore
io ci ho piantato un seme...
Voglio averne cura
affinché diventi un fiore...
Per poter ammirarne il fascino
In tutto il suo splendore.
Un fiore che trasformi le mie tempeste
In giornate di sole
E che rifletti
L"azzurro del cielo
e mi fa rivedere l'arcobaleno.
Per ricordarmi che il mondo ha i suoi colori.
Un fiore che mi fa credere ancora
nell'amore, quello vero.
L'amore per la vita,
che spesso mi è stata ostile...
L'amore per la gente,
che non è tutta vile.
L'amore per me stessa
con cui provare
ad essere più gentile.
Un fiore che sappia sorprendermi
E mi insegni a non arrendermi
E mi regali
più occasioni per sorridere...
Donandomi del tempo dove possa sopravvivere.
Un fiore che mi faccia
Ricordare di quanto è bello esserci,
Esserci per chi mi vuole bene.
Per chi a me ci tiene.
Per chi vede in me la mia luce, anche quella che non traspare,
E gli fa leggere il mio cuore,
E sa che ancora, è capace di amare.
Esserci per quel piccolo grande seme.
A cui la mia vita si è aggrappata
Facendomi capire che non è così scontata.
Quel seme è e sarà
La mia voglia di felicità.
La primavera raccolse
lacrime d'inverno
in un calice di rosa
levigando le sue spine
con la rugiada del mattino.
Vide la nebbia diradarsi
sotto un cielo scarlatto
quando le prime gemme
salutarono l'aurora.
Poi il sole si inoltrò
sui pendii del giorno
per colorarne le cime.
Un ricordo che viene a cercarmi
questa è la mia casa,
una foglia perduta nel vento.
Un sentiero che nessuno conosce,
il silenzio che nessuno capisce.
La prossima fermata.
Dovunque io non possa riposare.
Dovunque tu non possa trovarmi.
Questa è la mia casa.
C'è una donna seduta nella sua stanza,
si guarda intorno, con una dolcezza affranta.
Mi avvicino, le chiedo
chi sta aspettando,
Lei risponde
"mia figlia" è andata in giardino.
Le chiedo se posso aspettarla con lei, e le siedo accanto.
E trattenendo il pianto
prendo la sua mano. Le faccio una carezza, piano piano.
Ella mi guarda, e
so che il cuore
non l'inganna, non è più smarrita e mi dice una cosa:
È tornata
dal giardino la mia "Rosa".
La fuggevolezza della vita
cosa persa cosa finita
la morte è quest'unica certezza,
che la vita ci sia gioia, non tristezza
l'essere stato cosa conta?
È solo sabbia sotto la mia orma
che senso ha questo strano viaggio?
Torneremo in un luogo originario? Siamo solo di passaggio?
Tutte le anime saranno riunite?
Le frequenze ci daranno nuove vite?
Siamo realmente luce e luce torneremo?
Andremo nel fuoco o in un cielo sereno?
L'unica certezza è che lo scopriremo
andremo nel panico o ci divertiremo?
Meglio essere cinico o essere sincero?
Ma la coscienza in cosa può consistere nell'etereo?
Ma meglio non pensaci, abbiamo tempo,
ci penseremo all'ultimo momento,
o non ci penseremo affatto.
Mi aspetto che qualcuno me lo dica
Che sono superficiale
Col mio capo piegato sulle sbarre
E gli occhi vuoti assolti solo per pietà.
Che se il sole acerbo di dicembre
Ritaglia parallelepipedi di neve
A me non riesce ad importare
Che questi sussurri di bellezza
D'occhi che cercano occhi
Non posso guardarli, e non li vedo.
Mi aspetto il dito puntato
Mentre mi piego sul taglio
Dei miei pensieri
Con l'egoismo efferato di uno strazio perfetto.
Me lo aspetto ma non arriva più.
Nessuna accusa d'indolenza
Forse appena il taglio amaro di un labbro tirato
Di compassione
Qualcosa che mi chiede di essere altrove.
Nulla più.
Sto qui.
Senza dita puntate
con i miei occhi che non possono guardare occhi,
Piegato sulle sbarre
Egoista sublime del dolore
E nessuno me lo chiede più.
No.
Nessuno me lo chiede più.
Provo amore per te,
quando guardo
il tuo profilo,
quando sento il tocco
del tuo "mi piace",
quando mi seduci
con i tuoi pin,
i post,
la tua storia,
le foto,
i commenti,
le condivisioni.
Il mio amore parla di te
della nostra eterna connessione.
Ops, scusa,
ho sbagliato follower.
La fotografia è il modo più poetico per sbirciare quel momento. E poi fermarlo.
Per interrompere il tempo.
E poi appenderlo. Magari al vento.
La fotografia è come quando sali su quel treno, perché non puoi prendere quello dopo.
È una
viola
nell'azzurro cielo
una canzone dimenticata
il tempo immemore
che si ripropone.