Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Thanaty
in Poesie (Poesie d'Autore)
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il sole e la lucerna

    In mezzo ad uno scampanare fioco
    sorse e batté su taciturne case
    il sole, e trasse d'ogni vetro il fuoco.
    C'era ad un vetro tuttavia, rossastro
    un lumicino. Ed ecco il sol lo invase,
    lo travolse in un gran folgorìo d'astro.
    E disse, il sole: - Atomo fumido! Io
    guardo, e tu fosti. - A lui l'umile fiamma:
    - Ma questa notte tu non c'eri, o dio;
    e un malatino vide la sua mamma
    alla mia luce, fin che tu sei sorto.
    Oh! grande sei, ma non ti vede: è morto! -
    E poi, guizzando appena:
    - Chiedeva te! Che tosse!
    Voleva te! Che pena!
    Tu ricordavi al cuore
    suo le farfalle rosse
    su le ginestre in fiore!
    Io stavo lì da parte...
    gli rammentavo sere
    lunghe di veglia e carte
    piene di righe nere!
    Stavo velata e trista,
    per fargli il ben non vista. -.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale

      Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale
      e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
      Anche così è stato breve il nostro viaggio.
      Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
      le coincidenze, le prenotazioni,
      le trappole, gli scorni di chi crede
      che la realtà sia quella che si vede.
      Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
      non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
      Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
      le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
      erano le tue.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Non chiederci la parola

        Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
        l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
        lo dichiari e risplenda come un croco
        perduto in mezzo a un polveroso prato.

        Ah l'uomo che se ne va sicuro,
        agli altri ed a se stesso amico,
        e l'ombra sua non cura che la canicola
        stampa sopra uno scalcinato muro!

        Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
        sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
        Codesto solo oggi possiamo dirti,
        ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
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          Scritta da: Roberta68
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          10 agosto

          San Lorenzo, io lo so perché tanto
          di stelle per l'aria tranquilla
          arde e cade, perché sì gran pianto
          nel concavo cielo favilla.
          Ritornava una rondine al tetto:
          l'uccisero: cadde tra spini:
          ella aveva nel becco un insetto:
          la cena dei suoi rondinini.
          Ora è là, come in croce, che tende
          quel verme a quel cielo lontano;
          e il suo nido è nell'ombra, che attende
          che pigola sempre più piano.
          Anche un uomo tornava al suo nido:
          l'uccisero: disse: Perdono;
          e restò negli aperti occhi un grido:
          portava due bambole in dono...
          Ora là, nella casa romita,
          lo aspettano, aspettano in vano:
          egli immobile, attonito, addita
          le bambole al cielo lontano.
          E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
          sereni, infinito, immortale,
          oh! d'un pianto di stelle lo inondi
          quest'atomo opaco del Male!
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            Scritta da: Ombra Nella Notte
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            De profundis clamavi

            Imploro pietà da Te, l'unica che io ami, dal fondo dell'anima in cui è caduto il mio cuore. È un universo tristissimo, dall'orizzonte plumbeo, e vi si muovono, la notte, l'orrore e la bestemmia;
            un sole privo di calore si libra sopra per sei mesi, gli altri se la notte copre la terra; è un paese più nudo della terra polare: né bestie, né ruscelli, né verde di boschi!
            Non v'è orrore al mondo che sorpassi la fredda crudeltà di questo sole di ghiaccio e di questa immensa notte simile al vecchio Caos;
            io invidio la sorte dei più vili animali, che possono inabissarsi in uno stupido sonno, tanto lentamente si dipana la matassa del tempo.
            Composta lunedì 14 febbraio 2011
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Lirica antica

              Caro, dammi parole di fiducia
              per te, mio uomo, l'unico che amassi
              in lunghi anni di stupido terrore,
              fa che le mani m'escano dal buio
              incantesimo amaro che non frutta...
              Sono gioielli, vedi, le mie mani,
              sono un linguaggio per l'amore vivo
              ma una fosca catena le ha ben chiuse
              ben legate ad un ceppo. Amore mio
              ho sognato di te come si sogna
              della rosa e del vento,
              sei purissimo, vivo, un equilibrio
              astrale, ma io sono nella notte
              e non posso ospitarti. Io vorrei
              che tu gustassi i pascoli che in dono
              ho sortiti da Dio, ma la paura
              mi trattiene nemica; oso parole,
              solamente parole e se tu ascolti
              fiducioso il mio canto, veramente
              so che ti esalterai delle mie pene.
              Composta venerdì 10 aprile 2015
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