Scritta da: Elisabetta Barbara De Sanctis
in Poesie (Poesie d'Autore)
Lacrimano orgasmi
da questo istante infinito
di carne e cielo
mentre il silenzio ci ingoia
nei suoi umidi respiri.
Composta venerdì 2 gennaio 2015
Lacrimano orgasmi
da questo istante infinito
di carne e cielo
mentre il silenzio ci ingoia
nei suoi umidi respiri.
Avrei voluto,
cancellare la tristezza che
a volte si accumula nei momenti di sconforto.
Avrei voluto non deludere la stima che mi porto dentro.
Avrei voluto sostenere i miei pensieri
che fiduciosi aspettavano all'imbocco della vita.
Avrei voluto, si, in qualche modo tenere fede
alla speranza che porto nel cuore,
"avrei voluto" si che avrei voluto...
ma qualche volta, i giorni grigi ricoprono quelli assolati
e a nulla vale la forza che ho dentro,
a nulla vale la determinazione per evitare di pensare.
A nulla vale essere una guerriera
se poi in fondo all'anima sei una fragile bambina.
Ho visto un gabbiano
sfiorare il mare,
il mare più intenso,
il mare di dentro.
Ho udito il suo canto
sulla spiaggia infinita
dipinta sul rigo
da cui cade una lacrima,
la consola un incerto sorriso
che oggi non può e non vuole sbocciare
perché ha le ali e deve volare
con il gabbiano
che ha cantato la Vita
di uno, di tanti,
frammenti di ognuno
da portare in tasca,
per poter ricordare.
Sul muro hanno scritto
che è stato un menestrello,
un poeta in cerca di un ritornello
un eterno guaglione
che ha reso il mondo un po' più bello,
un allegro soffio di coriandoli
sui marciapiedi stretti e rotti dei vicoli,
ma a me piace pensare
che è un gabbiano che non muore
perché per ali ha musica e parole.
Poi certi giorni,
guardi aventi e non vedi che nebbia.
Nebbia fitta oltre l'orizzonte.
Senti nel cuore quella resa
che schiaccia la tua volontà di rialzarti
e continuare il viaggio.
Odi solo il silenzio
nel frastuono dei tuoi pensieri.
Con sguardo chino
stringi i pugni e impaurita dal domani
t'incammini lungo il viale dell'ignoto.
Lo sai che anche questi giorni passano,
e non sono giorni persi
ma giorni malinconici che
temprano il carattere riaprendoti alla vita.
Sai che, anche se,
ora la meta ti sembra lontana
combatterai anche questa battaglia.
Senza mollare.
E con sorriso malinconico
Raggrupperai tutte le battaglie
anche quelle che hai già combattuto
e capirai che sarai sempre tu ad essere
l'unica risposta ai tuoi silenzi.
È ciò che siamo dentro
a renderci speciali,
è l'imperfezione che ci veste
a renderci autentici.
Nulla più di quello che abbiamo nel cuore
Ci rende irripetibili.
Unicamente insostituibili.
I nostri difetti, la nostra fragilità
contraddistingue fra mille anime
la nostra unicità".
Volerò alta ed inesorabile.
Dove nulla giace e nulla definisce
Il pallore dell'anima mia.
Calzerò,
Le ali della solitudine.
Volerò silenziosa tra gli spartiti della vita.
Senza nulla, senza volto, senza respiro.
Adempirò alle scritture del tempo,
mentre muterò ciò che ho nel cuore
e nel silenzio dell'amore
cucirò nell'eternità
le parole del tempo e del mio cuore.
Riposerò in
Un tempo che giunge lieve
Nel turbine inquieto di un dimenticatoio
oramai inesistente.
Ho un nobile desiderio
camminare eternamente
tra i petali profumati
dalla tua esistenza
Palpebre socchiuse
limite della realtà esterna
guance bagnate
da trasparenza senza meta
Eterei sogni creano
le forme dell'eccitato fiore
carica è l'aria
della tua essenza fragrante
Una bufera
sta confondendo il corrente
imporrò alla mia carne
nuovamente il riposo
lasciando solo ai sensi
il libero appagamento
Odo il forte vento
infilarsi tra le note
turbando il rigo
note che vorrei suonassero
tra le mie labbra ancora
e ancora e ancora
canti d'amore per te
Entrasti in me
con l'aria del mio affanno
dimorerai nella mia anima
che dall'antico tempo
altro non è, che la tua
Una coccola
come fosse un dondolo
come fosse una zattera
come fosse
soffice
lieve
miele.
Sole
accarezza
strade
sole
acceca
il mare
sole
risplende
l'orizzonte
sole
cocente
di amanti
sole
splendente
di corpi
immacolati
incollati
attaccati
di corpi
che si cercano
che s'incontrano
che si riconoscono.
Foglie
si staccano
cadono
è il vento
un controsenso
poi rinascono
abbelliscono
sortiscono
chiome
d'intensità
proteggono
avvolgono
coinvolgono.
Passi
di altri passi
e ancora passi
anche tra i sassi
orme
forme
conforme
eco
di battiti
ammattiti
sostenuti
ritmati
rossore
un bianco di pudore
un giallo solare
l'orizzonte e il mare
foglie e strade
una coccola
vento
la luna sembra remare:
A M A R E.
Se ieri la tua testa ancora bruna
era come i capelli dell'amata
la cui dolce figura di lontano
silenziosa m'accenna, ecco le vette
grigio argentea ti segna ora precoce
la neve che la notte tempestosa
ti traboccò sulla riga. Ahi gioventù
che la vita congiunge così stretta
alla vecchiezza, come un sogno
mutevole congiunse ieri ed oggi.
Mi s'apre a mezz'anda il cuore
a mostrare spicchi di sentire
come la luna
che fende il nero
falce in un campo d'astri
ed io
tagliata all'altezza del desiderio
tra la prima costola e l'ultima vertebra
tra i seni e le tue mani
intercapedine tra pellami diversi
mischiarsi
unirsi
dirsi due
mutare in uno.