Poesie d'Autore


Scritta da: Mariella Buscemi
in Poesie (Poesie d'Autore)
D'una Sposa Nera
è rimasto fil di ferro
stretto all'anulare
e la finitudine

Se rievocassi
primenotti
il tuo corpo
mi sarebbe
sudario_Sindone
-custodia e guaina

È sapore di Sangue vivo
per la gola
diluito col tuo Seme
nel mio ingoio

Mi sono rimaste fistole vive
segno per simbolo
di qualcosa di nuovo
qualcosa di vecchio
qualcosa di prestato

E Tu, ché t'evoco
Ed Io, evocata
| ampia, densa |
nella luccicanza_evanescenza.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Marco Giannetti
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Di quanto stupore

    Di quanto stupore io posso ancora amarti, pioggia fuggita dal cielo?
    Di quanto stupore spigolo interminabile, in cerca d'un angolo d'infinito?
    T'avrei cercata se non fossi mai nata, t'avrei trovata nido d'acqua salata ad aspettarmi fiume, tra grano e ranocchi saltellanti di salti più alti del mio respiro.
    Di quanto stupore io posso ancora amarti, se ladra già rubi dell'amore parlano di te e ne tingi pareti e parole da cui dipendo e vivo?
    Di quanto stupore chino sulla notte ti osservo, cosicché, ogni cosa d'oggi ti possa volere?
    Di quanto stupore io posso ancora amarti pioggia fuggita dal cielo?
    Posso amarti pensiero di marzo?
    Posso amarti da riderne e piangere ancora.
    Composta martedì 9 dicembre 2014
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ed esso muore

      Ed esso muore

      Colui che in trono posa lascia lo segno
      dello pugnale infitto entro lo petto
      ché di tale malvagità è figlio degno.

      Tutto nega quanto che prima detto,
      de li discorsi fatti null'ammette
      e d'ogni sua parola nega concetto.

      Di torte gusta appieno tutte fette
      che per ingordigia sua nulla è bastanza,
      pel popolo, però, son cinghie strette.

      Quando su trono assiso è in adunanza
      a lungo disquisisce di scarsezza
      fingendo, quasi piange, di doglianza.

      Al popolo affamato in su la piazza
      ringhia qual cane che di tigna more,
      infamia, qual verità, mostra con stizza.

      Amici cari, a me langue lo core,
      giacché donar vorrei gioie e tesori,
      ma preannunciare devo altro dolore.

      Pel nostre casse vuote di valori
      dobbiamo dar di piglio a nostra messe
      onde pianare debiti a fornitori.

      Le vigliaccate restano le stesse
      perché col garbo di grand'imbroglione
      riesce a ingarbugliare tutte matasse.

      Lui s'impinguisce ancora'l furfantone
      e non ha cura di paesello che more,
      ma pensa a tasche sue, il gran ladrone

      ch'è esente core suo all'altrui dolore.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Antonio Belsito
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        In questa stanza
        senza umori
        ove tornano i ricordi
        e i sapori
        accucciato
        al rumore del fato
        stretto
        nella morsa della vita
        tra cielo e mare
        come fosse via proibita
        e d'ingeneroso ritmo
        a saltellare
        nella mente le parole
        come fossero strascichi
        di comete impazzite
        desideri
        e figure tornite
        di dolcezza
        all'eco della fragile
        tenerezza
        è ampiezza di passi
        posati
        interrati
        scoperti
        pensati
        in un rincorrersi
        di colori figurati
        agguerriti
        custoditi
        nel tempo che pesa
        come foglia
        al dolce cadere
        verso terra.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Ludo Criacci
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Differenze

          Eri seduta su una panchina del parco
          in un pomeriggio assolato
          la prima volta che ti ho visto.

          Capelli sciolti, occhiali da sole
          twin set giallo, aria felice,
          tra le mani un libro
          e tu che pensavi.

          Ero seduto su una panchina del parco
          in un pomeriggio assolato
          la prima volta che ti ho visto.

          Occhiali da sole, jeans e camicia,
          aria felice, tra le mani un libro
          ed io che pensavo solo a te.
          Composta venerdì 5 dicembre 2014
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: dantino
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            L'ultima vita che mi resta

            Prendi la mia ultima vita che resta
            l'ultimo sogno, la giusta prigione per la mia debolezza
            nient'altro, mentre sordo con piccoli passi
            senza rumore nascondo la testa
            tengo basso lo sguardo, cercando il tuo abbraccio.
            Prendi la mia ultima voce che resta
            i silenzi, sono infiniti momenti di bellezza
            prendimi la mano nel cammino
            la solitudine offre favolosi orizzonti di tempo
            non sono ancora pronto per l'inverno.
            Se puoi, proteggimi dal freddo
            più di ieri, i tuoi occhi
            sono gocce di luminosa saggezza.
            Composta mercoledì 3 dicembre 2014
            Vota la poesia: Commenta
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Come cadono le foglie silenziose

              Come cadono le foglie silenziose
              in questo mite autunno del cuore,
              come si adagiano le dolci rose
              alla terra che geme di dolore,
              così la penna non conosce pose
              per questi silenzi sparsi d'amore,
              caduti, tratti, stelle tempestose
              di un cielo scritto di nero colore.
              come foglie d'autunno cadono i versi,
              mossi dal canto del vento interiore
              che, per l'ultima volta, sospirano;
              siamo radici, siamo rami diversi
              di uno stesso albero che, spoglio, muore:
              siamo come foglie, foglie che cadono.
              Vota la poesia: Commenta
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Nel mare della notte

                L'onda bruna sale
                allaga il cielo
                che ha perduto i colori del tramonto,
                scorre come un fiume
                nel mare della notte
                dove navigavamo
                coi sogni come vele.
                Dagli spiragli
                una qualche luce si intravede...
                passano pennellate di ricordi
                seguono brividi di stelle
                che conosco per nome
                nel loro letto di disegni d'oro,
                tingono di miele le promesse
                tra lacrime e sorrisi,
                controvento assale
                il concento di versi
                che non teme la polvere,
                ma se allungo i pensieri
                a carezzare il tempo
                e apro gli occhi
                indolenzito dall'indifferenza
                il sogno muore.
                Vota la poesia: Commenta