Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Da poesia in forma di rosa - il libro delle croci

Da quel gabbione uscii...
Nessuno mi guardava.
Per quale distrazione?
Per quale pensiero immerso
senza pietà nel cuore?
Per quale esclusiva
incomunicabile passione?
Come una vecchia carta,
un pezzo di giornale trascinato
sul lastrico dal vento,
vagavo, ignorato, contro i cantoni
di marmo e ottone,
gli alberelli severi del Nord,
i vetri di una Banca...
Il futuro dell'uomo!
Nessuno sapeva più nulla della pietà,
della speranza: sapevano
in questa accanita città,
solamente il futuro, come già seppero la vita.
Ognuno l'aveva in cuore,
passione quotidiana, scontata
novità, luce della nuova storia.
E io senza più capire
cos'aveva potere d'importargli,
di avere per loro significato
di farli ridere, di farli piangere,
ero un vecchio pezzo di giornale,
trascinato dal nuovo vento
tra i loro piedi di Angeli.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Fuga

    Roccia e sabbia e non acqua
    Sabbia trapunta dai suoi passi
    Senza numero fino all'orizzonte:
    Era in fuga, e nessuno lo inseguiva.
    Ghiaione trito e spento
    Pietra rosa dal vento
    Scissa dal gelo alterno,
    Vento asciutto e non acqua.
    Acqua niente per lui
    Che solo d'acqua aveva bisogno,
    Acqua per cancellare
    Acqua feroce sogno
    Acqua impossibile per rifarsi mondo.
    Sole plumbeo senza raggi
    Cielo e dune e non acqua
    Acqua ironica finta dai miraggi
    Acqua preziosa drenata in sudore
    E in alto l'inaccesa acqua dei cirri.
    Trovò il pozzo e discese,
    Tuffò le mani e l'acqua si fece rossa.
    Nessuno poté berne mai più.
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      Scritta da: Parolaio
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      Menenio Agrippa

      All'Aventino salì Menenio
      e un suo apologo narrò
      alla plebe ivi adunata:
      "Se le mani alla bocca
      di portar cibo rifiutano,
      il corpo tutto perirà,
      pur le mani comprese.
      I patrizi sono lo stomaco,
      voi plebei siete le mani:
      quelli là che sono dritti
      da voi traggono profitti,
      ma se andranno in rovina
      per voi anche sarà la fine.
      Lor che sono proprio inetti
      sembrano affatto afflitti:
      aspettando vostro ritorno
      tanto si danno ai bagordi.
      Non si può sempre tacere,
      anche giusto è il contestare,
      però cotanto or può bastare,
      da scacciar è la storia nefanda;
      da parte si metta ogni fantasia,
      con calma andiamo tutti via".
      La platea seguì il consiglio,
      la plebe scansò il cipiglio
      e vèr Roma fè ritorno
      a testa bassa meditando
      come riaver il posto lasciato.
      La situazione non mutò,
      ancora il più forte la spuntò;
      alle genti restò in retaggio
      il sagace monito di Menenio:
      sopportar le prepotenze
      per evitare complicanze.
      Composta mercoledì 22 febbraio 2012
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'immensità dell'attimo

        Quando tra estreme ombre profonda
        in aperti paesi l'estate
        rapisce il canto agli armenti
        e la memoria dei pastori e ovunque tace
        la secreta alacrità delle specie,
        i nascituri avvallano
        nella dolce volontà delle madri
        e preme i rami dei colli e le pianure
        aride il progressivo esser dei frutti.
        Sulla terra accadono senza luogo,
        senza perché le indelebili
        verità, in quel soffio ove affondan
        leggere il peso le fronde
        le navi inclinano il fianco
        e l'ansia dè naviganti a strane coste,
        il suono d'ogni voce
        perde sé nel suo grembo, al mare al vento.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Passerò per Piazza di Spagna

          Sarà un cielo chiaro.
          S'apriranno le strade
          sul colle di pini e di pietra.
          Il tumulto delle strade
          non muterà quell'aria ferma.
          I fiori, spruzzati
          di colori alle fontane,
          occhieggeranno come donne
          divertite. Le scale
          le terrazze le rondini
          canteranno nel sole.
          S'aprirà quella strada,
          le pietre canteranno,
          il cuore batterà sussultando
          come l'acqua nelle fontane -
          sarà questa la voce
          che salirà le tue scale.
          Le finestre sapranno
          l'odore della pietra e dell'aria
          mattutina. S'aprirà una porta.
          Il tumulto delle strade
          sarà il tumulto del cuore
          nella luce smarrita.

          Sarai tu - ferma e chiara.
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