Poesie d'Autore


Scritta da: Giorgio De Luca
in Poesie (Poesie d'Autore)

Una lacrima d'amore

Si è posata sulla fronte
come una gemma
la tua lacrima...

In cielo, Mamma,
arriva il mio pianto?

Non mi basta
la carezza del vento,
il bacio di una stella...

Questi occhi non hanno
più luce, sono spenti
come i tuoi.

Non voglio pietà,
ciò che cerco
è un altra cosa...

Mamma, ricorda
che stasera ti aspetto.
Composta martedì 1 marzo 2011
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    Scritta da: Antonio Prencipe
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un piccolo diamante sospeso in un cielo immenso

    La luce coltiva la notte finalmente
    caduta su questa casa abbronzata da
    un'amore tempestivo,
    una notte rivelatrice d'emozioni,
    nove mesi passano veloci come il sapor
    del vento sulla nostra pelle.
    Marta,
    un piccolo diamante sospeso
    in un cielo immenso.
    Il dolore dell'amore fa breccia
    nei sospiri negati in quest'Alba
    incastonata nel cuore di una mamma
    incatenata nella miniera clandestina
    di un peccato disciolto di terra e giocattoli
    rotti, moderni di quest'era caduta nella tempesta.
    Marta,
    un nome d'angelo per un cuore già nato,
    un sorriso spezzato, un amore incastrato
    nell'ingenuità di chi non sa cos'è la vita,
    perché non sa ancora che gli anni passano,
    la bellezza svanisce e le lacrime
    muoiono sconsacrate dal mistero che è la morte.
    Quanti dolori affronterai,
    quante volte pregherai il vento
    e vorrai svenire nel vortice azzurro
    che il cielo ti ha donato in cambio
    della tua anima appena nata,
    in questi due anni di felicità
    venuti al mondo come i tuoi primi passi in questo
    emisfero storpiato dal crescer lento
    di un emozione combattente
    in un destino non ancora celeste.
    Marta,
    un cuore cullato dalla luna caduta
    quel giorno santificato dalle stelle,
    gemelle tue scomparse il giorno in cui
    cominciassi a vivere ed una lacrima
    dai nostri occhi scese sfiorando
    il tuo viso così bello
    e brillante in quest'oscurità selvaggia,
    assassinata dal battito cruente
    del tuo cuore ancora innocente
    senza peccato, senza rimorso
    sorridente a questa vita così corta
    ma così bella da far piangere perfino
    il più grande e sconosciuto Dio
    che regna fra i raggi bastardi
    di un sole sparato dall'incongruenza
    impaziente di mille anime puttane
    come l'anima mia pronta a proteggere
    i tuoi sguardi quel giorno che si perderanno,
    pronta a morire quel giorno che piangerai
    e regalerai quel gioiello sorridente
    che nel petto tuo si nasconde
    in attesa di un cristallo fatato con cui
    poter brillare e morire nella felicità
    carismatica svanita fra i tuoi
    ancora brevi istanti vissuti
    in questo mondo spettatore ironico
    del nostro destino malinconico.
    Composta venerdì 25 febbraio 2011
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      Scritta da: Davide Bidin
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Alle porte di Madrid

      Non ascoltare le voci delle sfere dell'aldilà,
      né intrecciare nella trama delle righe,
      "poesie ermetiche"
      né cercare
      con pazienza di orafo
      rime graziose
      e fini espressioni,
      stasera, grazie al cielo, io sto più su.
      di tutto ciò.

      Stasera io
      sono un cantastorie di strada.
      La mia voce è semplice, senza artifici,
      e tu
      non puoi udire la mia canzone...

      È notte.
      Nevica.
      Tu sei alle porte di Madrid.
      Davanti a te hai l'armata dei nemici,
      che è venuta per uccidere
      tutto ciò che c'è di più bello:
      la libertà,
      il sogno,
      la speranza
      e i ragazzi.

      E nevica.
      E forse,
      i tuoi piedi nudi gelano.

      Nevica...
      Ed ecco,
      in quest'istante
      che io penso a te con tutto il mio cuore,
      forse
      una pallottola spezzerà la tua vita
      e per te non ci sarà più
      neve
      né vento
      né notte
      né giorno...

      E nevica.
      So
      che anche prima di gridare
      "No pasaran"
      e di montare la guardia
      alle porte di Madrid,
      tu esistevi!

      Chi eri,
      di dove sei venuto?
      Forse
      dalle miniere delle Asturie?
      Forse
      una benda insanguinata sulla tua fronte
      ha coperto
      una ferita che ti sei presa al Nord?
      Forse
      sei tu quello che per ultimo
      sparò nella notte che gli junker
      bombardavano Bilbao?
      O servivi come bracciante
      nelle tenute di un qualche
      conte Pernando Valesquero di Cortolon?
      O avevi una botteguccia
      alla Porta del Sole
      e vendevi le frutta dai colori spagnoli?
      Forse, non avevi alcun talento,
      o forse avevi una bella voce?
      O eri uno studente,
      un futuro giurista,
      e i tuoi libri
      sotto i cingoli d'un carro armato italiano
      son rimasti
      nella città universitaria?
      Forse non credevi in Dio,
      e forse invece portavi una piccola croce di rame
      a un cordino di seta?

      Chi sei,
      come ti chiami,
      quanti anni hai?
      Non ho visto la tua faccia,
      e non la vedrò.

      Forse
      essa ricorda le facce di quelli
      che batterono le bande di Kolciak in Siberia?
      O, in qualche tratto,
      tu ricordi coloro
      che sono caduti
      a Domlupinar?

      O somigli a Robespierre?
      Non hai udito il mio nome,
      e non l'udrai.

      Tra noi due, fratello,
      ci sono i mari e i monti,
      e le mie maledette catene,
      e le prescrizioni
      del comitato di non intervento...
      Non posso venire da te,
      non posso mandarti di qui
      né una cassa di cartucce
      né uova
      né un paio di calze di lana...

      So
      che in questo gelo
      i tuoi piedi nudi,
      là, alle porte di Madrid,
      come due bimbi
      gelano al vento...

      E so
      che tutto ciò che in questo mondo
      c'è di grande
      e di bello,
      tutto ciò che sarà fatto dagli uomini,
      tutta la Verità futura
      e la Grandezza,
      che io aspetto con tanta ansia nel cuore,
      tutto questo riluce nei tuoi occhi,
      sentinella mia,
      stanotte
      alle porte di Madrid...

      E so
      che oggi non posso,
      come non potei ieri
      e non potrò domani,
      fare nient'altro
      che pensare a te
      e amarti.
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        Scritta da: Rosarita De Martino
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        A Dio

        Sempre ti chiamo
        quando tocco il fondo,
        so il numero a memoria
        e ti disturbo come un maniaco
        abbarbicato al telefono;
        lascio un messaggio se sei fuori.
        So che a volte cancelli
        a qualche fortunato
        il debito che tutti con te abbiamo.
        La bolletta falla pagare a me,
        ma dimmi almeno
        che non farai tagliare la mia linea.
        Ti prego, quando echeggerà
        quell'ultimo e dolorante squillo,
        Dio-per-Dio!
        non staccare: rispondimi!
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          Scritta da: ANDREA POLO
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Un altro dolore improvviso,
          uno sparo,
          un altro cuore di un alpino
          fiero
          oggi si è fermato a
          Bala Murghab.
          Luca sei nato da una terra
          forte
          che la tua forza ti correva
          dalla mente alle ossa
          che
          ti ha condotto in queste
          montagne nude e
          nere
          per gli ideali più alti che
          la tua
          penna sul tuo capo ha tanta
          memoria.
          E queste montagne oggi
          sono in ginocchio
          per il dolore in questa valle
          ancor
          secca di questo inverno mai
          così
          duro per la nostra patria
          che
          le lacrime corrono nelle
          crepe per
          quanti ti amano e piangono.
          Eri un
          soldato, lo sarai sempre e
          vivevi
          accanto alla morte che oggi
          non
          ha vinto.
          Erano
          i tuoi ultimi battiti che le mie
          mani,
          lontano da te, in un'altra valle
          arida
          erano sporche di sangue per
          un'altra vita
          di Ghaul Seka
          bimba afghana, per le sue
          ustioni,
          il suo dolore
          lacerante sul suo viso magro.
          Per salvarla
          anche lei da questa guerra che
          ha
          in Afghanistan volti di una
          crudeltà
          che non conoscevo di fuoco
          vivo
          che fonde la sabbia, di una
          miseria
          anch'essa della guerra che
          inquieta
          anche le pietre di questi aridi
          deserti.
          Ed i vostri destini oggi si
          sono
          incrociati in questo tempo
          nero
          e si sono guardati trasparenti
          e la morte,
          Luca,
          che ti ha colto di sorpresa si
          è
          spaventata per la speranza
          di vita di
          Ghaul Seka.
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            Scritta da: ANDREA POLO
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            E di nuovo la morte
            non mai
            così crudele si è
            posata
            rapace su un cuore
            giovane
            della patria che la
            vita
            gridando si è fermata
            ed il cielo
            in un punto sprofonda
            in un
            dolore immenso di
            un padre
            che piange il figlio
            caduto.
            Un sibilo veloce tra
            i bagliori
            di sole e di luce e poi
            il buio
            di una vita, un'altra
            per l'amore
            e per la pace che ancor
            non vedo
            che questa sabbia tra
            le valli
            non lascia impronte ne
            canti.
            E la morte ha trovato te,
            Matteo
            e quanti come te anche
            domani
            il loro passo potrà essere
            l'ultimo
            ogni loro respiro e caldo
            pensiero
            d'amore lontano potrà
            essere
            l'ultimo per le facce
            ancor
            voraci di questa guerra
            nascosta
            tra le dune che non si
            ferma
            di queste terre piangenti
            e povere
            che non hanno voce
            per tanta
            miseria distesa nella
            sabbia
            che alla libertà non
            lascia fiato.
            Per la tua vita viva
            Matteo
            ormai spenta ma
            non
            sarà mai ricorda
            dimenticata,
            che già avevi donato
            per la patria
            e proprio in questo
            ultimo
            giorno dell'anno
            anche
            il tuo ultimo respiro
            in Gullistan
            tra tante montagne
            roventi
            di vento e sole
            invernale.
            Ma questa notte ancor
            il cielo
            afghano si è acceso
            ancor
            sereno ed il dolore è
            in tutte
            queste stelle che tanto
            dolore
            hanno visto eppure
            ancor
            brillano per la speranza
            non perduta
            di pace perché ognuna
            di queste
            morti per la patria non sia
            vana.
            Per noi che ancor restiamo
            in Afghanistan
            per i fiumi ancor secchi di
            libertà
            e per la tua vita che non sia
            dimenticata.
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              Scritta da: Giorgio De Luca
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Ricordi e Pensieri

              Il cielo diventa scuro all'improvviso.

              Un tuono squarcia il silenzio,
              la paura mozza il respiro.

              Ricordi e pensieri si intrecciano,
              si rincorrono...

              Con la freccia vorrebbe tirare
              una pietra in cielo,
              spaccare la nuvola nera.

              Sogna una barca che lo porta lontano...
              ... fino a quando si placa il vento.
              Composta giovedì 19 ottobre 2000
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                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Se senti vacillare la fede
                per la violenza della tempesta,
                calmati: Dio ti guarda.
                Se ogni ora che passa
                cade nel nulla senza più ritornare,
                calmati: Dio rimane.
                Se il tuo cuore è agitato
                e in preda a tristezza,
                calmati: Dio perdona.
                Se la morte ti spaventa
                e temi il mistero e la notte,
                calmati: Dio risveglia.
                Lui ci ascolta quando nulla ci risponde,
                è con noi quando ci crediamo soli.
                Ci ama quando ci abbandona.
                Composta mercoledì 23 febbraio 2011
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                  Scritta da: Giorgio De Luca
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Quante volte da bambina...

                  Quante volte da bambina
                  sei rimasta incantata
                  a guardare il tramonto...

                  ... e quante volte
                  hai visto nascere il giorno
                  vestito di primavera.

                  L'autunno è colore...

                  Lungo il sentiero
                  scorre l'acqua chiara
                  della giovinezza.

                  Il canto d'usignolo
                  ti accompagna per la via
                  che profuma di fiori e grano
                  appena tagliato...
                  Composta domenica 3 luglio 2005
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