Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Anche se

Anche se qualche volta sembra che il sole non splenda
anche se pare girare tutto all'incontrario
e velocemente strappi il calendario
ed è passato ancora.
Un anno e poi un altro
senza trovare il modo per poter cambiare
senza la forza e senza coraggio
per poter scappare.
E intanto tutto scorre lento
come un fiume ormai chiuso nel suo letto
senza salite né discesa alcuna... senza lamento.
Mi ritroverò la neve sui capelli
e non andrà via scivolando
si perderà in lacrime
e guarderò nello specchio chi non riconosco
chi amava il bosco
e tutte le paure aveva allontanato
il lupo... io l'avevo incontrato e combattuto
poi ti lasci andare
e senza sogni tenti di arrivare
ma dentro grida quella voglia ancora
di osare e di distruggersi da sola
e non si può fermare ed una corsa ancora verso il mare
per liberare l'ultimo sogno
che grida e preme per uscire
vivere ancora... si... lo voglio fare.
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    Scritta da: Gabriella Bellino
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Solidità nascoste

    Sasso,
    quanto dici
    pur se non parli.
    Fai guizzare l'animo
    quando ti si lancia
    a pelo d'acqua,
    sei simbolo di catastrofe
    quando ti si vede ammucchiato
    ai piedi di rovine,
    mentre sei fonte di ricerca
    se ti si scorge sui resti
    di siti archeologici,
    diventando anche
    esempio significativo
    in tante parabole di Gesù
    sia da pietra che da sasso.
    Vivi la storia
    di chi ti calpesta
    anche solo
    parlando di te,
    quando mettiamo
    una pietra sopra
    su qualsiasi cosa
    fino al giorno in cui
    verrai posta come lapide
    ad eterna compagnia
    della nostra storia.
    Ed ora concludo
    con quella mia,
    costruita su un sasso
    che non va più via,
    di gran lunga
    il mio preferito,
    perché mi ha fatto godere
    della sua frescura
    quando abitavo
    tra delle mura
    fatte di sassi,
    arroccate
    su di una montagna
    a sua volta anch'essa
    poggiata su sassi,
    qualità che l'ha salvata
    dal terremoto dell'ottanta
    insegnandomi a non soccombere
    ai terremoti della vita,
    che mi hanno provata
    ma non distrutta,
    forse perché le mie radici
    affondano in quelle pietre
    origine della mia poesia
    di cui mi domando
    se sia altrettanto solida.
    La risposta l'avrò
    solo e soltanto
    se riuscirò ad arrivare
    a scagliarne il sasso.
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      Scritta da: Gabriella Bellino
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La sveglia per l'infinito

      Zero,
      simbolo di un cerchio
      senza fine
      né principio
      come quando
      si ricomincia da zero,
      senza pensare
      che ci si addentra
      nell'Infinito,
      quell'Infinito racchiuso
      nel proprio IO,
      ed ecco presentarsi
      una "O"
      simile ad uno zero
      ma questa volta
      simbolo di meraviglia
      verso un mondo
      che non ti assomiglia
      per cui hai deciso
      di varcare la soglia
      di quello zero
      che scoprirai
      molto più vero
      di quel mondo esterno,
      così la realtà
      non sarà più sfuocata
      ma ben delineata.
      Ed il cerchio si chiuderà
      non perché sei uno zero
      ma perché sei diventato
      un intero,
      non più schiavo
      di una società dormiente
      a cui se vorrai
      potrai sempre regalare
      la tua sveglia per l'infinito.
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        Scritta da: Gabriella Bellino
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Come un filo d'erba

        Filo d'erba
        che cresci dove
        meno te l'aspetti...
        sul ciglio di una strada,
        su un muro disabitato,
        su delle rovine datate...
        contro ogni regola
        ed ogni limitazione umana,
        quasi a voler ribadire
        che nulla può l'uomo
        contro le leggi della natura.
        La vera padrona
        di quella che crediamo
        la nostra libertà,
        sicuramente inferiore
        a quella di quel filo d'erba
        con cui entriamo in contatto
        solo e soltanto
        se facciamo nostro
        il respiro della natura
        attraverso quello
        della nostra anima
        che scopriremo essere
        l'alito di Dio
        se ci lasceremo scuotere
        dal vento del creato
        per diventare così
        quella bandiera di libertà
        sventolante le acquisite
        parole di verità.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il figlio

          Sai da dove vieni?
          ... vicino all'acqua d'inverno
          io e lei sollevammo un rosso fuoco
          consumandoci le labbra
          baciandoci l'anima,
          gettando al fuoco tutto,
          bruciandoci la vita.
          Così venisti al mondo.
          Ma lei per vedermi
          e per vederti un giorno
          attraversò i mari
          ed io per abbracciare
          il suo fianco sottile
          tutta la terra percorsi,
          con guerre e montagne,
          con arene e spine.
          Così venisti al mondo.
          Da tanti luoghi vieni,
          dall'acqua e dalla terra,
          dal fuoco e dalla neve,
          da così lungi cammini
          verso noi due,
          dall'amore che ci ha incatenati,
          che vogliamo sapere
          come sei, che ci dici,
          perché tu sai di più
          del mondo che ti demmo.
          Come una gran tempesta
          noi scuotemmo
          l'albero della vita
          fino alle più occulte
          fibre delle radici
          ed ora appari
          cantando nel fogliame,
          sul più alto ramo
          che con te raggiungemmo.
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            Scritta da: mor-joy
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La fiera dei miracoli

            Un miracolo comune:
            l'accadere di molti miracoli comuni.

            Un miracolo normale:
            l'abbaiare di cani invisibili
            nel silenzio della notte.
            Un miracolo fra tanti:
            una piccola nuvola svolazzante,
            che riesce a nascondere una grande pesante luna.
            Più miracoli in uno:
            un ontano riflesso sull'acqua
            e che sia girato da destra a sinistra,
            e che cresca con la chioma in giù,
            e non raggiunga affatto il fondo
            benché l'acqua sia poco profonda.
            Un miracolo all'ordine del giorno:
            venti abbastanza deboli e moderati,
            impetuosi durante le tempeste.
            Un miracolo alla buona:
            le mucche sono mucche.
            Un altro non peggiore:
            proprio questo frutteto
            proprio da questo nocciolo.
            Un miracolo senza frac nero e cilindro:
            bianchi colombi che si alzano in volo.
            Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
            oggi il sole è sorto alle 3,14
            e tramonterà alle 20.01
            Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
            la mano ha in verità meno di sei dita,
            però più di quattro.
            Un miracolo, basta guardarsi intorno:
            il mondo onnipresente.
            Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
            l'inimmaginabile
            è immaginabile.
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              Scritta da: ANDREA POLO
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              A Massimo

              Perché non sia mai dimenticato

              Ed anche oggi che
              è
              l'ultimo di febbraio
              che
              l'inverno afghano
              è
              nel volgere lento della
              fine
              ed il sole pieno rischiara
              il
              cielo la pace piange
              ancora
              un caduto fiero della
              patria.

              Ed anche le montagne
              così
              nude, così spoglie,
              così
              sopra le vallate ed i
              deserti
              oggi sono in ginocchio
              che
              così tanto dolore fonde
              i
              ferri caldi di questa
              guerra
              che la sua crudeltà
              macchia
              indelebile un'anima.

              Ed anche oggi un
              blindato
              è saltato su una trappola
              vile
              che anche un odio, un
              veleno
              sono attoniti e spenti.

              Massimo
              oggi è il tuo cuore
              che
              si è fermato ed altri
              quattro
              a respirare in affanno
              che
              la vita di un soldato
              è
              sempre vicino
              ai
              burroni dell'odio
              che
              non sono del suo cuore.

              Massimo
              stavi correndo in questi
              deserti
              afghani e di tanti bimbi
              scalzi
              che il loro sorriso vivo
              è
              altrove per portare cure
              che
              l'amore non è morto nel
              tuo cuore.

              Ma quanti ancor vedono
              solo
              i fucili ma la forza di un
              soldato
              non è mai rancore che
              un
              soldato non strapperebbe
              mai
              una rosa invano.

              E domani per noi in divisa
              sarà
              un altro giorno a rincorrere
              la
              pace in Afghanistan
              vicini
              al dolore di un padre e di
              una
              madre che non hanno confini.
              Composta lunedì 28 febbraio 2011
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