Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Periferia

Case cresciute in fretta, alla cui nuca
risplende la morte dei prati.
Bottegucce dall'aria caduca,
dagli odori confusi; orti stremati.
Le strade a sera cadono in ginocchio,
dove finire non lo sanno più.
Ma chi frena i mattini, e l'arrossire
delle mille finestre, e il lieto spacco
del blu sopra il cantiere.
Il sole infila rose sulla gru.
Ragazzi acerbi apparsi sulla breccia
d'uno sterrato alzano braccia, strida
e avanguardie di passeri: a che gloria?
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Elemosina

    Mattutina elemosina! Al cancello
    un gorgheggio di sole ancora implume,
    da un flabello di nuvola. Reclina
    nella cassetta l'ala di una lettera.
    Conosco i segni - le nervose piume...
    Già sull'angolo - e dunque ho camminato -
    se so il foglio a memoria, e tutta rido
    mentre la via mi soffia dove vuole.
    In me come in un nido
    le sue parole usignuole.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Incertezza

      La vita di un anziano
      è piena di incertezza
      e gli anni, che ancora lo rispettano
      con malanni vengono,
      e li rosicchiano fino alle ossa.

      La vita è incertezza
      come la vita di un fiore,
      che da sbocciare ad appassire
      passa tante tempeste,
      e perde il suo fascino
      perdendo i suoi magnifici petali,
      ed alcuni
      nel loro splendore
      sono staccati,
      e finiscono
      in una recipiente di solitudine.

      Anche la mia vita è una incertezza
      che mi rode,
      ma non ho la forza di sconfiggerlo
      e ho costruito la mia casa
      con mattoni di timore,
      che da un lieve venticello
      crolla.
      Composta martedì 27 novembre 2018
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        L'inverno

        Pian piano
        si calma la pioggia,
        è uno spruzzo di luce,
        un miraggio di arcobaleno.
        Tensione nel cielo,
        urla il freddo vento,
        e l'autunno piangendo
        se ne va.
        Entra furibondo l'inverno,
        e a mano a mano si calma,
        e con i primi fiocchi di neve
        si fa perdonare.

        Ma non perdona mai il tempo,
        e frusta le mie ossa,
        e mi sbriga di andarsene,
        e lasciare posto alla bella giovinezza.
        E sui freschi boccioli
        la rugiada si illumina di eternità,
        e quella luminosa promessa si avvera,
        quando brilla d'infinito la poesia.
        Composta martedì 27 novembre 2018
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Diseredato

          Quello che accade
          lo inquina a morte il flusso di notizie.
          Si è toccato il più alto livello di menzogna.
          Ci inondano il campo visivo fatti
          di menzogna e impostura;
          tutti alla fine diventano ciechi.

          Accada quel che accada,
          è una trappola la bocca dei potenti;
          i loro portavoce
          irretiscono il gregge
          con parole di dissimulazione.

          Accada quel che accada,
          in questo tempo della povertà
          i suoi poeti hanno veste di acrobati
          e il loro Grande Numero
          è la Spoesia.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Giorni in bianco

            In questi giorni, mi levo con le betulle
            e sulla fronte ravvio le ciocche di frumento
            davanti a uno specchio di ghiaccio.

            Amalgamato al mio respiro
            sfiocca il latte:
            così di buon'ora ha facile schiuma.
            E dove il vetro appanno con l'alito
            appare, dipinto da un dito infantile,
            ancora il tuo nome: innocenza!
            Dopo tanto tempo.

            In questi giorni, non mi duole
            di sapere dimenticare
            e di essere costretta a ricordare.

            Amo. Fino all'incandescenza io amo,
            e ne ringrazio biblicamente il cielo.
            L'ho imparato in volo.

            In questi giorni, io ripenso all'albatro
            che mi ha sollevata e trasportata
            in un paese che è un foglio bianco.

            All'orizzonte immagino,
            fulgido nel suo tramonto,
            il mio favoloso continente
            laggiù, che mi ha congedata
            già rivestita del sudario.

            Vivo, e da lontano ascolto il suo canto del cigno!
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