Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
Ancora la morte
festeggia in te la vita
folle nella spirale della fretta,
ogni passo più lontano dagli orologi dell'infanzia
braccato sempre più braccato dal vento
predatore di nostalgie -
per deferenza si sollevano sedie e letti
l'inquietudine è ormai un mare sconfinato

e porte -
la chiave in posizione di difesa
la direzione cambia con l'accesso verso l'esterno -

Le bianche sorelle
in un bagno di stelle
per aver toccato i segni di un mondo straniero
da lui che qui nutre le vene
dalla sua infernale sorgente della sete
dove sono costrette a bere le visioni -.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Ecco il ritmo frenetico del sangue,
    quando gli azzurri tuonano a distesa,
    e qualsiasi colore si fa fiamma
    nell'urlo delle tempie.
    Ecco il cuor mio nella selvaggia ebbrezza
    di svincolare in esseri le forme
    disincantate a vortice di danza.
    Ecco i visi risolti in fiabe d'oro
    e in lievi organi d'ali.
    Ecco gli alberi in forsennate lingue
    contorcersi, balzar fra scoppiettii
    di verdi fiamme dalla terra urlante.
    E fra l'altre manie del mezzogiorno,
    ecco me, congelato in stella fissa,
    ch'esaspero l'antica aria di piaghe
    metalliche, sull'erba di corallo.
    (Pulsa il fianco del mare sul granito
    come un trotto infinito di cavallo).
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      Scritta da: Luigi Belliazzi
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ticket

      Vecchi ricordi attutiti da una nuova incertezza
      Antiche lacrime che gli anni han reso più dure
      Ogni cosa è al suo posto, in una fiera compostezza
      Si uniscono le mani tremanti invocando inutili preghiere
      Ed il vento scandisce la sua voce
      Come un assolo di pianoforte
      Panta rei, tutto passa, tutto va veloce
      Ma lentamente, senza dissolvenza
      C'è vita, aspettando la morte.
      Composta venerdì 30 novembre 2012
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Follia fantasmagorica si desta
        lungo i pendii, che l'erba umida aggrazia
        di chiari lampi, suscitando a festa
        lo sdraio enorme della terra sazia.

        Sui tronchi levigati a cartapesta
        Merli-automi, con estasi che strazia
        di passione, urlano pace e siesta
        alle fontane mute, ora in disgrazia.

        E dal voluttuoso stiramento
        del mezzogiorno, che ha sbavato d'oro
        il guanciale dei prati, esce un lamento.

        L'anima in nostalgia spia di straforo
        curve rosee di nuvole, che il vento
        va palpeggiando col suo brio sonoro.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Letargie della nostra anima antica
          hanno forme di sogni in fiorellini
          sbocciati lungo i prati e sulle siepi.
          Da un muoversi animali, scesi stelle
          ora create in dorsi di velluto,
          sulla lapidea terra arde una luce
          che sveglia morituri estri gelati
          (d'un pensiero prigione) all'adorante
          fuoco di carità per ogni vita.
          Dal consistere in sé degli affioranti
          continenti, che il mare orla di suono,
          s'erge il defunto scheletro nell'alveo
          del mio plastico sangue, in forma d'uomo.
          In quest'ossa ond'io voglio vincolarmi
          alla terrestrità del minerale
          per indurlo ad alzarsi aria-acqua-fuoco,
          in queste ossa, ora terra, parleranno
          le parole di Cristo, vincitrici
          della morte e del mondo in membra d'oro.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Nella spera del sole, intenerite
            per l'azzurro mattino che le imbeve,
            s'affollano le prime margherite
            a infoltir di freschezza questa lieve
            ripa, che si fa prato
            pel verde che le è nato.

            Labili suoni, che la luce informa
            in fantasie fiorite ora dal suolo
            svelano che la terra, benché dorma
            già primaverilmente, esala il volo
            dei suoi sognanti amori
            che diventano fiori;

            mentre le nubi in molli atteggiamenti
            imitano d'amplessi e baci d'aria
            le loro stesse curve sorridenti
            sdraiate in quella nudità plenaria
            cui non si danno veli
            nel talamo dei cieli.
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Somiglia a un desiderio musicale
              questo prato ammirevole di fiori.
              E i suoi riposi, usciti nella luce
              primaverile della nostra gioia,
              respirano silenzi, innamorati
              dei sentori dell'erba: erba che sogna
              d'abbracciarsi all'ignuda aria distesa
              fra le corolle offerte della terra
              come labbra che il sole apre di baci.
              I pensieri di musica, taciuti
              quasi un pudore della primavera,
              nascondono di fiori le sue curve
              voluttuose, che la nube imita
              nei suoi diafani seni galleggianti.
              Si trasformano in spazio di silenzio
              melodioso in bei capricci d'oro
              ond'ella di soppiatto si vagheggia
              negli amplessi che sognano essere donna,
              benché la terra maschilmente soffra
              nell'attesa che l'uomo la sollevi.
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                Scritta da: Andrea De Candia
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La distrazione

                Cara signora Schubert, ha notato
                che il Tempo ultimamente è sempre più distratto?
                I matematici, pianisti dei numeri, dicono che abbia i giorni
                contati. Forse è proprio per questo che il Tempo, al funerale
                di un mio amico, per distrazione è andato a fare
                le condoglianze ad una morte sbalordita.
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                  Scritta da: Andrea De Candia
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                  La storia

                  Come si entra nella storia, cara signora Schubert?
                  All'assalto, come i tiranni? Timidamente, come i poeti?
                  Va applaudita, quando concede il bis su richiesta
                  del pubblico? Di quale pubblico? Bisogna tacere,
                  quando invia come spie il caso e il destino?
                  Si può uscirne fuori? Un incendio esperto
                  batte sulla fronte del fuoco.
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                    Scritta da: Andrea De Candia
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                    Il venditore di vulcani

                    Cara signora Schubert, ricorda a Città del Messico il venditore
                    di vulcani che vomitava lava? Intorno a noi si addensava un
                    pulviscolo di cenere, e io la perdevo di vista. Ci fondevamo
                    con un viscoso crepuscolo di magma. Non ero io a chiamarla,
                    a gridare erano le faville, difetti della nostra pronuncia. Un
                    falò di cani abbaiava. La temperatura era scesa a quattro gradi
                    sotto zero. In quel momento imparammo forse qualcosa di più
                    su noi stessi? Questo non è scritto da nessuna parte, sebbene le
                    parole siano già in cammino.
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