Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Infinite sensazioni

Infinite sensazioni
offuscano la mia mente,
in contemplazione,
sensazioni di piacere
fanno spazio a dolorose
e sofferte percezioni,
così trovo rifugio nel mio mondo
e a calmare rabbia e furia
non basta remarmi contro
per appagare i miei desideri,
non serve chiudermi dentro.
Dominatrice di passioni
è solo la mia musica.
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    Scritta da: Antonino Gatto
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    I Sassolini della Vita

    Viviamo ogni giorno con uno zaino sulle spalle
    Ed incrociando persone, ognuno con la propria zavorra.
    All'interno di questo zaino riponiamo dei sassi, frutto dei nostri pensieri e delle nostre azioni.
    Alcuni sono molto piccoli, altri enormi macigni.
    Ogni giorno le buone abitudini, ci portano ad alleggerire questo zaino, ed al contrario, quelle cattive ad appesantirlo.
    Non dobbiamo mai pensare di essere soli, lungo il nostro cammino, né tanto meno, a sopportare il nostro fardello, ma se non selezioniamo bene le nostre amicizie, non miglioreremo mai la nostra situazione.
    Molte volte infatti, sono le persone che frequentiamo più spesso ad inserire nel nostro zaino uno dei loro sassi, e questo accade solo perché noi lo permettiamo.
    Ma per fortuna, fra le tante persone, troveremo un amico.
    Le sue mani svuoteranno lo zaino,
    la sua vita colmerà il nostro cuore.
    Composta domenica 15 luglio 2018
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      Scritta da: Antonio Belsito
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Mi sento solo
      e non lo dico
      perché la debolezza
      è un po' vergogna
      in questo status
      in cui ci si accartoccia
      perché tutto è jet set
      conto in banca
      e far west
      e mi sento solo
      già al mattino
      col mio caffè
      e alla sera stringo
      il mio cuscino
      perché almeno c'è
      e me ne fotto
      del se
      del ma
      se ma tu
      perché è più facile
      infierire che amare
      quando tutto vacilla
      tra l'insensibilità e il mare
      perché tutto è così
      e deve andare colà
      senza soffermarsi
      per poter dire
      sì o no
      e non c'è più spazio
      per la libertà
      di una fottuta identità.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Le catacombe dei frati cappuccini

        Siamo a Palermo,
        nei sotterranei del convento
        dei cappuccini
        vegliano passeggieri imprigionati
        dentro nicchie di vetro,
        il tempo incatenato dall'inganno
        dell'arte umana
        scopre a visitatori ammutoliti
        le grida imbalsamate.
        Il silenzio potente
        di labbra senza voce
        strappa lacrime mute agli occhi accesi.
        Gli occhi spenti
        guardano profondamente forte,
        fanno sentire brividi di ghiaccio,
        accendono pensieri
        più profondi del buio dei misteri.
        Poveri morti corpi inginocchiati
        davanti alle lusinghe della vita
        con le mani sospese ad implorare
        una goccia di luce...
        Poveri morti corpi imprigionati
        dentro le vertigini del tempo
        rimasto fermo
        nei sotterranei bui, rotto a tratti
        dal calpestio di vacanzieri erranti
        e qualche guizzo
        di digitali accesi ad ogni passo.
        Una bambina
        sospesa dietro il vetro della nicchia
        si specchia nello specchio
        di visitatori e conta gli anni
        come cifre cresciute a dismisura,
        scopre dentro i palpiti del tempo
        i pensieri atterriti degli sguardi,
        in questo mare estremo che traspare
        come uno specchio icastico
        implora un qualche senso che trapela
        dagli occhi fino al cuore
        e fa sentire un brivido che passa
        come un avviso a non sprecare invano
        la brevità di luce del cammino.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Sogni privati al respiro di una madre

          Che sarà di Te ora?
          Ora che hai aperto gli occhi
          ora che la realtà si affaccia
          ora che non troverai più figli
          a far sorridere i tuoi giorni.
          Avrai ancora la forza di respirare,
          di trovare ragioni per cui non mollare?
          Riuscirà il dolore a trovare pace,
          il tempo a sollevarti dal buio?
          Che sarà di Te ora, madre?
          Senza le vite che hai donato
          senza attimi di Madre per cui gioire
          senza giorni di futuro da rincorrere.
          Che sarà di Te ora?
          Ora che hanno al tuo cuore
          strappato le radici
          ucciso il respiro più bello
          e della tua anima fatto ceneri.
          Che sarà di Te ora?
          Ora che tutto è stato perduto
          dentro un mare di sangue e dolore,
          ora che sei rimasta viva
          a respirarne il sapore
          in questa attesa primavera morta
          in un giorno d'inverno.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Odio la descrizione della notte:
            essa è un atroce lutto, ed il peggiore!
            Pensavo alla pietà di Michelangelo,
            ad un figlio affondato nella morte,
            dentro una bara di mare che fluttua,
            prova di un tempo che beffa e oltrepassa,
            alle ginocchia della madre aventi
            su di sé, nulla, il suo solo ricordo!
            Quando vidi la veste che indossava
            il misero universo che vedevo
            essere tutta solamente nera,
            impassibile, come incorruttibile,
            vidi l'assenza d'un pianto di luce,
            che sono i nipotini delle stelle,
            scorsi la fine di una discendenza!
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              Scritta da: Andrea De Candia
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              A me sembra che il sole assommi tutto.
              Luce cadente da un volto di pianto,
              riso aperto sul lutto della vita,
              lancia che tenta invano di trafiggere
              il cuore oscuro di ogni mia pupilla,
              una corona che cerca il suo martire,
              la morte sopraggiunta col cadere,
              la bara-solo-schiena ch'è l'oceano,
              l'inizio d'una decomposizione,
              visibile nel riflesso defunto,
              la materia ch'è un'eco dell'addio,
              l'anello a nessun dito e i veli bianchi
              di "nubi-spose" che corrono a scegliersi,
              a sceglierlo, a non sceglierlo, ch'è uno.
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