Poesie d'Autore


Scritta da: Rosita Matera
in Poesie (Poesie d'Autore)

Arpeggi

Viviamo d'un fremito d'aria,
d'un filo di luce,
dei più vaghi e fuggevoli
moti del tempo,
di albe furtive,
di amori nascenti,
di sguardi inattesi.

E per esprimere quel che sentiamo
c'è una parola sola:
disperazione.
Dolce, infinita, profonda parola.

Vaga e triste è degli uomini la sorte:
degli uomini che passano
con non maggior fragore d'una foglia che si tramuta in terra.

Precario stato il loro.

La morte è uno sciogliersi,
non un finire
e senza tempo, senza memoria
il terrestre viaggio.

Il sole è stanco di contemplare
una tanto monotona vicenda.
Così parlava un monaco
neghittoso e bizzarro,
là, nell'antico Oriente:
piccolo uomo assediato
da immani fantasmi.
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    Scritta da: Rosita Matera
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    L'infinitamente mutevole

    Come chi volesse in una mano
    chiusa a coppa, prendere una spiaggia
    di sabbia e un oceano, grano a grano
    goccia a goccia,

    come chi volesse sulla fronte
    reggere il sole dell'alba
    chiuderlo sull'orizzonte
    dentro a un a foschia scialba,

    è chi tenta di sentire
    in sé l'essenza della vita,
    meglio viaggiare, fuggire
    come fa lei, l'infinitamente mutevole.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'accenno di un canto primaverile

      Il vento portò da lontano
      l'accenno di un canto primaverile,
      chissà dove, lucido e profondo
      si aprì un pezzetto di cielo.
      In questo azzurro smisurato,
      fra barlumi della vicina primavera
      piangevano burrasche invernali,
      si libravano sogni stellati.
      Timide, cupe e profonde
      piangevano le mie corde.
      Il vento portò da lontano
      le sue squillanti canzoni.
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        Scritta da: Antonio Prencipe
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Dio non c'è e lo ringrazio

        Dio non c'è e lo ringrazio.
        Se fosse sua la mano che muove
        i proiettili,
        il sordo odio che muove
        le guerre,
        la sua vanagloria vestita
        di seta che guida l'odio
        verso le minoranze.
        Ho cambiato vene,
        ed ero così solo.
        La vita non è dei poeti,
        di quelli senza Dio come il mio cuore,
        degli artisti,
        dei pazzi con l'anima annegata
        negli occhi di chi ascolta e non osserva,
        dal cuore consumato.
        La vita appartiene ai mediocri,
        ai credenti,
        ai poveri Cristi rimasti sulla croce
        a cercare dentro le spine un senso
        da dare alla propria ridente solitudine,
        a quelli che aspettano le carezze dei preti
        sul letto di morte.
        E si ritrovano in quattro pezzi di legno
        con le dita distorte,
        vermi e muschio nelle corde vocali
        a divorare il respiro.
        Se ci fosse un Dio le lacrime
        avrebbero lo stesso odore del vino.
        Se Dio esistesse quelli come me
        non passerebbero il resto
        della propria vita fingendosi vivi.
        Dio non c'è e lo ringrazio.
        Dio non c'è
        ed io capace di dimenticare
        ho cambiato sangue per non morire
        cucendo alla mia anima un po' di notte.
        Composta mercoledì 5 aprile 2017
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          L'acquarellista

          Giugno acquarellista
          abbraccia i campi,
          rifinisce i sogni
          degli alberi fioriti
          con la fantasia di suoi colori,
          al sole che si sveglia
          dona albe rosate,
          semina il mare
          di guizzi d'oro fino alla battigia
          danzano sulla spuma le carole,
          coi pennelli bagnati di splendore
          ritocca versi sulla tavolozza
          incornicia di fascino i tramonti.
          Giugno coltiva sentimenti dolci
          nelle campagne l'ugola di nidi
          chiama col verso tenero la mamma
          che trepida s'affretta.
          Coi raggi caldi e l'onde
          spalma la sabbia di primi bikini,
          Giugno propone libertà di amare,
          allevia il cuore degli spettatori
          che danno in pasto ai sogni
          gli aneliti del cuore.
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            Scritta da: Gabriele Bozzi
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Chi resiste è il mare

            E tu vorresti rompere a furia di baci
            l'amaro equilibrio? Il sottobosco
            è roseo di foglie cadute
            e appena ieri era di un verde acceso
            tutta la montagna.

            Chi resiste è il mare
            ancora verde sotto le calanche
            azzurro al largo
            dove tra poco passerai
            nella rotta che fanno abitualmente
            le vecchie petroliere.
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