Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)
Per quanto infurii mai la maldicenza
e s'accanisca su di lei,
ma di quegli occhi la purezza
è d'ogni demone più forte.

È tutto in lei tanto sincero e bello,
così gentile ogni suo moto;
niente il sereno può turbare
di quest'anima sua senza una nube.

Di sciocche ciance, di maligni detti,
non granello di polvere le resta,
e neppure ha gualcito la calunnia
la seta aerea dei suoi ricci.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Ciò che pregavi con amore,
    che come cosa sacra custodivi,
    il destino alle vane ciance umane
    ha abbandonato per ludibrio.

    La folla entrò, la folla irrupe
    entro il sacrario dell'anima tua,
    e di misteri e sacrifici ad essa
    aperti tu arrossisti tuo malgrado.

    Ah, fosse mai che l'ali vive
    dell'anima librata sulla folla
    potessero salvarla dall'assalto
    dell'immortale volgarità umana.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Il nostro tempo

      Non la carne, ma l'anima è corrotta
      oggi, e l'uomo si strugge disperato...
      Dalla tenebra anela egli alla luce,
      e, raggiuntala, mormora ribelle.

      Da mancanza di fede arso e tentato,
      oggi l'insopportabile sopporta...
      E la sua propria perdita conosce
      e fede agogna... eppure non la chiede...

      Non dirà mai con pianto e con preghiera,
      per quanto soffra innanzi a chiusa porta:
      "Lasciami entrare! Io credo, mio Signore!
      Vieni in aiuto alla mia miscredenza!..."
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        Scritta da: Andrea De Candia
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Gioca, finché sopra il tuo capo
        l'azzurro è ancora senza nube,
        gioca cogli uomini e col fato:
        tu sei vita, promessa alle battaglie,
        tu sei cuore, anelante alle bufere.

        Come spesso, da tristi fantasie
        oppresso, a te volgo lo sguardo,
        e l'occhio mio di lacrime s'offusca...
        Perché? Che cosa abbiamo di comune?
        Tu vai verso la vita: io mi ritiro.

        Ho visto i sogni mattutini
        del giorno appena desto... ma le tarde,
        ma le vive tempeste, ma lo scoppio
        delle passioni, il pianto di passione,
        non è per me, no, tutto questo!

        Ma forse alla calura dell'estate
        ricorderai la primavera...
        Oh, questo tempo allora anche ricorda,
        come un alcun confuso sogno
        svanito prima dell'aurora.
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Il viperotto

          Scivola contro il muschio del ciottolo come il giorno occhieggia attraverso l'imposta. Una goccia potrebbe fargli da copricapo, due fuscelli vestirlo. Anima in pena d'un pezzetto di terra e di una scheggia di bosso, ne è, nel contempo, il dente maledetto e declive. Suo contrapposto, suo avversario, è il primo albeggiare che, dopo palpato la coperta imbottita e aver sorriso alla mano dell'addormentato, molla la sua forca e fila sul soffitto della stanza. Il sole, secondo venuto, l'abbellisce d'un labbro goloso.
          Il viperotto resterà freddo sino alla morte numerosa, giacché, non essendo di nessuna parrocchia, è assassino al cospetto di tutte.
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            I licheni

            Camminavo fra le gobbe d'un terreno ripulito, i segreti respiri, le piante senza memoria. La montagna si alzava, fiala colma d'ombra, che a tratti il gesto della sete stringeva. La mia traccia, la mia esistenza si perdeva. Il tuo volto scivolava all'indietro davanti a me. Non era che una macchia in cerca dell'ape che l'avrebbe fatta fiore e dichiarata viva. Stavamo per separarci. Tu saresti rimasta sull'altipiano degli aromi e io sarei penetrato nel giardino del vuoto. Là, sotto la salvaguardia delle rocce, nella pienezza del vento, avrei chiesto alla notte vera di disporre del mio sonno per accrescere la tua felicità. E tutti i frutti ti sarebbero appartenuti.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Rammarico

              Mi strugge l'anima
              questo spietato tempo,
              che corre via,
              lontano, lontano,
              e lascia dolore,
              tanto dolore,
              e una gran paura della morte.
              Guardandomi nello specchio
              il cuor si ferma,
              e con urlo negli occhi,
              quello che mi par di vedere,
              un incubo maligno,
              brutta visione.
              La giovinezza, che non è più mia
              che ho già perduto,
              e quel poco che mi rimane della vita
              è tutti i malanni della vecchiaia.
              Oh, tempo... ancor... in forse.
              Composta martedì 26 marzo 2019
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                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La dolce età

                Sono nata piccola, piccola,
                appena più grande di una patata,
                e in fretta sono cresciuta
                diventando presto una deliziosa bambina
                di 12 anni,
                e io mi sono fermato là,
                in quel dolce età,
                che ancor oggi è nella mia testa e nel mio cuore,
                e scrive poesie,
                che io le leggo con gran ammirazione,
                e oggi sono matta, tanto matta,
                e sono felice tra matti nella pia casa,
                dove nessuno mi odia e disprezza,
                e quando vado a dormire,
                sul soffitto della mia stanza
                appare la luna,
                e cominciò a scrivere.
                Composta venerdì 22 marzo 2019
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