Scritta da: Antonino Gatto
in Poesie (Poesie d'Autore)
La Superbia
La superbia è la Regina
dei fallimenti del cuore!
Composta sabato 25 luglio 2009
La superbia è la Regina
dei fallimenti del cuore!
Piango ancora
per le solite cose
quelle emozioni
che appartengono
all'infanzia
all'adolescenza.
Piango ancora
col cuore
con l'anima
per ogni brivido
per ogni battito
che la vita mi regala.
Piango ancora alla mia età
con l'entusiasmo
di una bambina
incantata dalla vita
dai suoi perché
dai suoi misteri.
Per quel tempo che scorre.
Che da e che toglie.
Mentre dolcemente le disegni le spalle,
scendi sui seni e continui mentre si tende.
La guardi, ti guarda
e accecata dal brivido
quasi non ti vede.
I suoi occhi ti guardano
dietro la cortina
delle ciglia semichiuse,
ti fermi un attimo e le tue labbra
si posano appena sulle sue,
che si aprono inconsapevolmente
lasciandoti dolcemente il modo di entrare.
Le tue mani la ripercorrono,
scendono sui fianchi e lentamente
sempre più lentamente
scoprono le sue curve
posandosi teneramente.
La schiena si inarca,
una rosa si posa fra i suoi seni.
Baci la fanno tremare
mentre dalle sue labbra
esce quasi come invocazione:
non ti fermare...
Spirito di bellezza, resta ancora!
Sebbene mercanti faccendieri
Per vie ferrate la nostra isola guastino
e con le ruote spezzino le membra all'arte
Sì, anche se dalle fabbriche brulicanti
Esce il verme dell'ignoranzza
Che uccide l'anima,
resta ancora!
Spirito di bellezza, resta ancora:
Sono morti i tuoi antichi seguaci,
Ma per qualcuno il tuo riso radioso
Vale più di mille vittorie
(Anche se i caduti di Waterloo
Gli si rivoltono contro sdegnati). Resta ancora.
C'è qualcuno disposto a consacrarti il suo essere
Rinunciando alle virtù maschili: io, almeno,
Lo faccio, ogni giorno, nutrendomi delle tue labbra.
Perché nei tuoi templi trovo feste ben più sontuose
Di quelle offerte da questa età meschina
Coi suoi nuovi credi così scettici
e così dogmatici.
Datemi una notte e per amante
La Venere della piccola fattoria di Milo!
O se per un'ora una statua antica
Si ridestasse alla passione e io potessi
Scuotere l'Aurora fiorentina
Dalla sua muta disperazione,
Mischiarmi a quelle membra, ritrovare
In quel petto il mio rifugio.
Stavo dinanzi al mare arido e le onde
Con gli spruzzi sul viso nei capelli
Mi colpivano. Lunghi fuochi rossi
Ardevano nel cielo, urlava il vento.
Verso terra stridevano i gabbiani.
"Perché" gridai "la mia vita è di dolore,
e come il mare i miei campi turbinosi
Non producono alcun frutto?"
Erano lacere, squartate le mie reti.
Tuttavia, come un ultimo dado le gettai
Nel mare, e attesi.
Non la fine apparve, lo splendore
Dalle acque nere del passato
Emerse in membra candide!
Cosa farai dopo che hai provato
coi pugni chiusi hai continuato
per non darmi tregua
non volevi ammettere il tuo sbaglio.
Il tuo orgoglio ti ha rovinato.
Chiedere scusa per te non è normale
e adesso ti fa male
ma continui a sbagliare.
Ho paura che quando vorrai tornare
non mi troverai.
Non sarò più disposta ad accettare.
Troppo ho sofferto
e ancora dentro il cuore
ho uno strappo ed una croce che mi pesa
quando mi sarò arresa
forse avrò la pace che mi spetta
potrò pensare al resto
e alla mia vita
che ancora ho trascurato
in nome dell'amore.
Purtroppo questo dolore resta
e sordo nell'anima scava
e chi ne fa le spese
è la mia vita
quella che mi resta
non vedo più luce
quando avevo il sole.
Tutto s'adombra, e le corde son tese
vorrei trovare un varco tra le tenebre
capisco che non ha più senso
ma più passa il tempo
e più ti penso.
La vita era una terra di conquista
a pugni chiusi sfidavi tutti
correndo sulla pista
non ti fermava niente
neanche le delusioni
perché mentre correvi
a sostenerti
c'era la tua gente.
Quelle due ruote sapevano di polvere
e tutti quei chilometri
percorsi sotto ogni bandiera
ma tu passavi con la tua benda nera
ovunque ti trovava il sole
e ti accompagnava a sera.
Un giorno sulla pista
più non sei tornato
le lunghe attese di un campione soldato
di quella guerra che si combatte da solo
e che nessuno ha mai capito.
Quando avrai croce sulla tua terra
capiranno che avevi bisogno
sì, chiede aiuto anche un sogno
ma nessuno lo sente...
Ti hanno lasciato piangere
e non sei riuscito
a gestire la vita che avevi subito
e ti sei arreso.
Un campione che il vento aveva sfidato
con soltanto due ruote
solo... senza avvertire
se n'è andato.
Trovo tra i sentieri ombra
per arrendermi, sostare
prima di arrivare.
Mi perderò
sola nei pensieri, tra i rovi
dove mi farò male
così non sentirò ancora
questo mio dolore
che non mi lascia più.
Mi riposerò stanca
sopra quella pietra
ancora la meta è lontana
c'è un piccolo ruscello
una fontana
laverò il mio viso
di lacrime salato e arresa
un fiore coglierò
è un barlume di speranza
che tengo ancora accesa.
Penso al mio posto preso
da chi non meritava
eppure lassù c'è sempre il sole
sempre ti baciava
hai già dimenticato chi t'amava.
Guardo il cielo tra gli alberi
e continuo a salire
troverò la strada
o mi dovrò pentire
per questo continuare inutile
verso una meta ignota.
Intanto in questo momento
forse mi perderò... e invece
è quello che io sento
la mia anima ora, ha bisogno di pace.