Poesie d'Autore


Scritta da: Marzia Ornofoli
in Poesie (Poesie d'Autore)

È pieno inverno

È pieno inverno, sono nudi gli alberi
Tranne là dove si rifugia il gregge
Stringendosi sotto il pino.
Belano le pecore nella neve fangosa
Addossate al recinto. La stalla è chiusa
Ma strisciando i cani tremanti escono fuori,
Scendono al ruscello gelato. Per ritornare
Sconsolati indietro. Avvolti in un sospiro
Sembrano i rumori dei carri, le grida dei pastori.
Le cornacchie stridono in cerchi indifferenti
Intorno al pagliaio gelato. O si acquattano
Sui rami sgocciolanti. Si rompe il ghiaccio
Tra le canne dello stagno dove sbatte le ali il tarabuso
e allungando il collo schiamazza alla luna.
Saltella sui prati una povera lepre,
Piccola macchia scura impaurita
e un gabbiano sperso, come una folata improvvisa
Di neve, si mette a gridare contro il cielo.
Composta martedì 11 agosto 2009
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    Scritta da: Marzia Ornofoli
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Se non avessimo amato

    Se noi non avvessimo amato,
    Chi sa se quel narciso avrebbe attratto l'ape
    Nel suo grembo dorato,
    Se quella pianta di rose avrebbe ornato
    Di lampade rosse i suoi rami!
    Io credo non spunterebbe un foglia
    In primavera, non fosse per le labbra degli amanti
    Che baciano. Non fosse per labbra dei poeti
    Che cantano.
    Composta martedì 11 agosto 2009
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      Scritta da: Marzia Ornofoli
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Noi opprimiamo la nostra natura

      Ma noi opprimiamo la nostra natura, affamati,
      Nutrendoci di pentimenti vuoti
      -Dio o destino nostri nemici.
      Siamo nati troppo tardi, non possiamo
      Trovare sollievo in un seme secco di papavero,
      Noi, che in un solo battito di tempo
      Costringiamo la gioia dell'amore infinito
      e il dolce dolore feroce dell'infinito peccato.
      Siamo stanchi di questo senso di colpa,
      Stanchi della disperazione cruda del piacere,
      Stanchi dei templi che abbiamo costruito
      e delle preghiere giuste inascoltate.
      L'uomo è debole, Dio dorme.
      Il cielo è in alto. Una scintilla.
      Grande Amore. Morte.
      Composta lunedì 10 agosto 2009
      dal libro "Pantea" di Oscar Wilde
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        Scritta da: Marzia Ornofoli
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Santa Dacca

        Sono morti gli dèi, non più serti d'ulivo
        a Pallade dagli occhi grigi, o spighe offerte
        Alla figlia di Demetra. Non più canti
        Lieti di pastori al sole.
        Pan è morto, e con lui ogni piacere segreto
        In vallette nascoste tra anfratti:
        Più non cerca sorgenti il fanciullo.
        È morto Pan, regna i figli di Maria.
        Eppure... forse, in quest'isola rapita dal mare,
        Tra gli asfodeli, qualche Dio si nasconde,
        e morde amaro il frutto del ricordo.
        Se così fosse, amore, meglio fuggire
        Alla sua invidia, all'ire. Ma, forse... vedi
        Le foglie mosse? Stiamo un po' qui a guardare.
        Composta lunedì 10 agosto 2009
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          Scritta da: Marzia Ornofoli
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Les silhouettes

          Il mare è sriato di sbarre grig,
          Stonato e cupo è il vento.
          Come una foglia appassita, la luna
          Passa sulla baia di tempesta.
          Tagliandosi sulla sabbia pallida
          Resta una barca nera: un ragazzino
          Ridendo vi si arrampica,
          Le mani bagnate luccicanti.
          E là dove stridendo gli uccelli,
          Sull'erba scura passano
          i giovani abbronzati mietitori,
          Come silhouettes contro il cielo.
          Composta venerdì 7 agosto 2009
          dal libro "Poesie" di Oscar Wilde
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            Scritta da: Marzia Ornofoli
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Una bianca fanciulla

            Una banca fanciulla assetata d'amore
            Accanto a lui si distese.
            Lo chiamò dolcemente giocando coi riccioli,
            Ma gli straziò la bocca con labbra bollenti
            Per timore che non si svegliasse. Poi per timore
            Che si svegliasse troppo in fretta fuggì via,
            Folle rinnegata. E ritentò l'assalto
            Per l'intera giornata seduta al suo fianco.
            Cantava. E rideva del nuovo gioco,
            Gli stringeva la mano.
            Si incupì però vedendo come fosse restio
            a intrecciarsi con ei. Non sapeva
            Che ormai da tre giorni i suoi occhi
            Avevano visto Proserpina.
            Composta venerdì 7 agosto 2009
            dal libro "Poesie" di Oscar Wilde
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              Scritta da: Marzia Ornofoli
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Era un giovane greco

              Era un giovane greco, che tornando in patria
              Dalla Sicilia con fichi succosi e vino,
              Stava a prua del veliero, lasciando che la spuma
              Gli infradiciasse i ricci folti e bruni. Non badando
              Al vento con disdegno fanciullo, non badando alle onde
              Scrutava tra gli scrosci la notte tempestosa.
              Composta venerdì 7 agosto 2009
              dal libro "Poesie" di Oscar Wilde
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                Scritta da: Marzia Ornofoli
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Chi non ha mai visto

                Chi non ha mai visto in una stanza buia
                Filtrare la luce del giorno
                -Levandosi da un corpo adorato
                Per accostare le tende
                Con gli occhi sfiniti e pesti-
                Non può capire quel che cerco di dire,
                Quanto lungo fosse l'ultimo bacio, quanto lento
                Quanto caldo il suo indugio.
                Composta venerdì 7 agosto 2009
                dal libro "Poesie" di Oscar Wilde
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                  Scritta da: Giorgio De Luca
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Va', non aspettarmi

                  A volte la mente vaga
                  dentro un labirinto
                  di vie intrecciate.

                  Ti assale il desiderio
                  di sfidare te stesso,
                  combattere il nemico
                  che si annida nel tuo "io".

                  La tua immagine si sdoppia,
                  la parte migliore di te
                  viene calpestata
                  dalla prepotenza del male.

                  Vuoi farti ergere ad eroe,
                  passare per colui che era forte,
                  invece troverai solo biasimo
                  per un gesto inutile.

                  Ci sarà pietà
                  solo per quella mente
                  corrosa dal dubbio
                  per una scelta.

                  Hai deciso di andare via:

                  "Va', non aspettarmi".
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                    Scritta da: Marzia Ornofoli
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Endimione (2)

                    Fredda e gelata cade la rugiada,
                    Nessun uccello canta più in Arcadia.
                    I fauni Hanno lasciato la collina
                    e anche il narciso stanco
                    Ha chiuso i petali.
                    Ma il mio amore non è tornato,
                    Luna, falsa, una che svanisci,
                    Dove è andato il mio amore fedele?
                    Dove sono le sue labbra vermiglie,
                    La verga di pastore, i suoi calzari?
                    Perché tendi quello schermo d'argento,
                    Perché porti il velo di brune, lo muovi?
                    Tu hai preso Endimione,
                    Hai tu quelle labbra da baciare.
                    Composta martedì 4 agosto 2009
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