Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

La medicina

Non so che triste affanno mi consumi:
sono malato e nei miei dì peggiori...
Tra i balaustri il mar scintilla fuori
la zona dei palmeti e degli agrumi.

Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,
amica! O bella voce tra i profumi!
Se recaste con voi tutti i volumi
di tutti i nostri dolci ingannatori!

Mi direste il Congedo, oppur la Morte
del cervo, oppure la Sementa... E queste
bellezze, più che l'aria e più che il sole,

mi farebbero ancora sano e forte!
E guarirei: Voi mi risanereste
con la grande virtù delle parole!
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Mulatta

    Lo so, lo so, mulatta,
    in giro tu hai detto
    che ho il naso
    come un nodo di cravatta.
    Ma guarda bene che te
    non sei mica meglio di me,
    perché la tua bocca è larga
    e sono tinti i tuoi riccetti.
    Tante storie, per il tuo corpo,
    tante storie;
    tante storie per la tua bocca,
    tante storie;
    tante storie per i tuoi occhi,
    tante storie...
    Se tu sapessi, mulatta,
    la verità:
    io ho la negra mia
    e non t'amo affatto.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Quando son venuto al mondo

      Quando son venuto al mondo,
      nessuno mi stava aspettando;
      cosi il mio dolore profondo
      mi si allevia camminando,
      perché quando son venuto al mondo,
      ti dico, nessuno mi stava aspettando.
      Guardo gli uomini nascere,
      guardo gli uomini passare;
      bisogna camminare,
      bisogna guardar per vedere,
      bisogna camminare.
      Altri piangono, e io me la rido,
      perché il riso è tutta salute:
      lancia della mia potenza,
      corazza della mia virtù.
      Altri piangono, io me la rido,
      poiché il riso è tutta salute.
      Cammino con i miei piedi,
      senza stampella o bastone,
      e la mia voce intera
      e la voce intera del sole.
      Cammino con i miei piedi,
      senza stampella o bastone.
      Con l'anima in carne viva,
      qua sotto, sogno e lavoro;
      già sarà quello di sotto sopra,
      quando quello di sopra sarà sotto.
      Con l'anima in carne viva,
      qua sotto, sogno e lavoro.
      C'è gente che mi vuoi male,
      perché sono un poveraccio;
      ma quand'essi moriranno
      sarò al loro funerale.
      Cosi mi vogliono male,
      perché sono un poveraccio.
      Guardo gli uomini nascere,
      guardo gli uomini passare;
      bisogna camminare,
      bisogna guardar per vedere,
      bisogna camminare.
      Quando son venuto al mondo,
      ti dico,
      nessuno mi stava aspettando;
      cosi il mio dolore profondo,
      ti dico,
      mi si allevia camminando,
      ti dico
      poiché quando son venuto al mondo,
      ti dico,
      nessuno mi stava aspettando.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Il nero mare

        Livida la notte sogna
        sopra il mare;
        la voce dei pescatori
        bagnata nel mare;
        nasce la luna gocciolante
        dal mare.
        Il nero mare.
        Nella notte un son,
        si avvicina alla baia,
        nella notte un son.
        Le barche lo vedono passare,
        nella notte un son,
        incendiando l'acqua fredda.
        Nella notte un son,
        nella notte un son,
        nella notte un son...
        Il nero mare.
        - Ay, mulatta d'oro fino,
        ay, mia mulatta
        d'oro e d'argento,
        papaveri e fiori d'arancio,
        ai piedi del mare maschio e bramoso,
        ai piedi del mare.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Rosa malinconica

          L'anima vola e vola
          cercandoti lontano,
          oh Rosa melanconica,
          rosa del mio ricordo.
          Guardo poco a poco l'alba
          la campagna inumidisce,
          e il giorno è come un bimbo
          che si sveglia nel cielo,
          oh Rosa melanconica,
          carichi gli occhi d'ombra,
          dal mio povero lenzuolo
          tocco il tuo solido corpo.
          Quando già alto il sole
          arde col suo alto fuoco,
          quando la sera cade
          dal ponente disfatto,
          io nel mio lontano desco
          il tuo ignoto pane osservo.
          E nella notte gravida
          d'appassionato silenzio,
          oh Rosa melanconica,
          rosa del mio ricordo,
          dorata, viva e umida,
          tu discendi dal tetto,
          mi prendi la mano fredda
          e resti li a guardarmi.
          Io chiudo allora gli occhi,
          ma pur sempre ti vedo,
          là piantata, a fissare
          il tuo sguardo sul mio petto,
          lungo sguardo immobile,
          come un pugnale di sogno.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Acqua del ricordo

            Quando fu? Non lo so
            In acqua del ricordo
            vo a navigare.

            Passò una mulatta d'oro
            ed io la guardai passare:
            fiocco di seta sulla nuca
            gonna lunga di cristalli,
            fanciulla dalla schiena fresca
            tacco di fresca andatura

            Canna
            (febbrile le dissi tra me)
            canna
            frmente sopra l'abisso
            chi ti sospingerà?
            Chi sarà che col machete ti taglierà?
            E quale sarà il frantoio
            che ti macinerà?

            Da allora il tempo corse,
            corse il tempo senza tregua
            io di là, io di qua
            io di qua, io di là
            ora di qua. Ora di là
            ora di là, ora di qua

            Non so, non si sa nulla,
            e nulla saprò mai
            nulla hanno scritto i giornali
            nulla ho potuto scoprire
            su quella mulatta d'oro
            che una volta guardai passare
            fiocco di seta sulla nuca,
            gonna lunga di cristallo
            fanciulla dalla schiena fresca
            tacco di fresca andatura.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              A volte...

              A volte ho voglia di essere goffo
              per dirle: L'amo alla follia
              A volte ho voglia di essere sciocco
              per gridarle: L'amo tanto!
              A volte ho voglia di essere un bambino
              per piangere rannicchiato nel suo seno.
              A volte ho voglia di essere morto
              per sentire, sotto la terra umida dei miei succhi,
              un fiore che mi cresce e mi erompe dal petto
              un fiore, e dirLe: questo fiore
              è per Lei!
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                La filosofia dell'amore

                Le fonti si confondono col fiume
                i fiumi con l'Oceano
                i venti del Cielo sempre
                in dolci moti si uniscono
                niente al mondo è celibe
                e tutto per divina
                legge in una forza
                si incontra e si confonde.
                Perché non io con te?
                Vedi che le montagne baciano l'alto
                del Cielo, e che le onde una per una
                si abbracciano. Nessun fiore-sorella
                vivrebbe più ritroso
                verso il fratello-fiore.
                E il chiarore del sole abbraccia la terra
                e i raggi della Luna baciano il mare.
                Per che cosa tutto questo lavoro tenero
                se tu non vuoi baciarmi?
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