Tra casa di Maganza e di Chiarmonte era odio antico e inimicizia intensa; e più volte s'avean rotta la fronte, e sparso di lor sangue copia immensa: e però nel suo cor l'iniquo conte tradir l'incauta giovane si pensa; o, come prima commodo gli accada, lasciarla sola, e trovar altra strada.
Così dice egli, e torna al suo destriero, e di quella animosa si fa guida, che si mette a periglio per Ruggiero, che la pigli quel mago o che la ancida. In questo, ecco alle spalle il messaggero, ch': - Aspetta, aspetta! - a tutta voce grida, il messagger da chi il Circasso intese che costei fu ch'all'erba lo distese.
E poi ch'al fin le parve esserne chiara, gli disse: - Cavallier, datti riposo, che ben può la mia giunta esserti cara, parerti questo giorno aventuroso. Andiam pur tosto a quella stanza avara, che sì ricco tesor ci tiene ascoso; né spesa sarà invan questa fatica, se fortuna non m'è troppo nemica. -
Pensai per questo che l'incantatore avesse amendui colti a un tratto insieme, e tolto per virtù de lo splendore la libertade a loro, e a me la speme. Così a quel loco, che chiudea il mio core, dissi, partendo, le parole estreme. Or giudicate s'altra pena ria, che causi Amor, può pareggiar la mia. -
D'un bel drappo di seta avea coperto lo scudo in braccio il cavallier celeste. Come avesse, non so, tanto sofferto di tenerlo nascosto in quella veste; ch'immantinente che lo mostra aperto, forza è, ch'il mira, abbarbagliato reste, e cada come corpo morto cade, e venga al negromante in potestade.
Or su Gradasso, or su Ruggier percote ne la fronte, nel petto e ne la schiena, e le botte di quei lascia ognor vote, perché è sì presto, che si vede a pena. Girando va con spaziose rote, e quando all'uno accenna, all'altro mena: all'uno e all'altro sì gli occhi abbarbaglia, che non ponno veder donde gli assaglia.
Sin alle stelle il volator trascorse; indi girossi e tornò in fretta al basso, e percosse Ruggier che non s'accorse, Ruggier che tutto intento era a Gradasso. Ruggier del grave colpo si distorse, e 'l suo destrier più rinculò d'un passo; e quando si voltò per lui ferire, da sé lontano il vide al ciel salire.
Quando gli parve poi, volse il destriero, che chiuse i vanni e venne a terra a piombo, come casca dal ciel falcon maniero che levar veggia l'anitra o il colombo. Con la lancia arrestata il cavalliero l'aria fendendo vien d'orribil rombo. Gradasso a pena del calar s'avede, che se lo sente addosso e che lo fiede.
Cominciò a poco a poco indi a levarse, come suol far la peregrina grue, che corre prima, e poi vediamo alzarse alla terra vicina un braccio o due; e quando tutte sono all'aria sparse, velocissime mostra l'ale sue. Sì ad alto il negromante batte l'ale, ch'a tanta altezza a pena aquila sale.
- Vengon (mi disse il nano) per far pruova di lor virtù col sir di quel castello, che per via strana, inusitata e nuova cavalca armato il quadrupede augello. - - Deh, signor (diss'io lor), pietà vi muova del duro caso mio spietato e fello! Quando, come ho speranza, voi vinciate, vi prego la mia donna mi rendiate. -