Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
- Se l'intricati rami e l'aer fosco,
(disse la donna) agli occhi non contende,
Baiardo è quel destrier ch'in mezzo il bosco
con tal rumor la chiusa via si fende.
Questo è certo Baiardo, io 'l riconosco:
deh, come ben nostro bisogno intende!
Ch'un sol ronzin per dui saria mal atto,
e ne viene egli a satisfarci ratto. -.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Poi che gran pezzo al caso intervenuto
    ebbe pensato invano, e finalmente
    si trovò da una femina abbattuto,
    che pensandovi più, più dolor sente;
    montò l'altro destrier, tacito e muto:
    e senza far parola, chetamente
    tolse Angelica in groppa, e differilla
    a più lieto uso, a stanza più tranquilla.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Rispose Sacripante:-Come vedi,
      m'ha qui abbattuto, e se ne parte or ora;
      e perch'io sappia chi m'ha messo a piedi,
      fa che per nome io lo conosca ancora.-
      Ed egli a lui:-Di quel che tu mi chiedi
      io ti satisfarò senza dimora:
      tu dei saper che ti levò di sella
      l'alto valor d'una gentil donzella.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Sospira e geme, non perché l'annoi
        che piede o braccio s'abbi rotto o mosso,
        ma per vergogna sola, onde à dì suoi
        né pria né dopo il viso ebbe sì rosso:
        e più, ch'oltre il cader, sua donna poi
        fu che gli tolse il gran peso d'adosso.
        Muto restava, mi cred'io, se quella
        non gli rendea la voce e la favella.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Ecco pel bosco un cavallier venire,
          il cui sembiante è d'uom gagliardo e fiero:
          candido come nieve è il suo vestire,
          un bianco pennoncello ha per cimiero.
          Re Sacripante, che non può patire
          che quel con l'importuno suo sentiero
          gli abbia interrotto il gran piacer ch'avea,
          con vista il guarda disdegnosa e rea.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Corrò la fresca e matutina rosa,
            che, tardando, stagion perder potria.
            So ben ch'a donna non si può far cosa
            che più soave e più piacevol sia,
            ancor che se ne mostri disdegnosa,
            e talor mesta e flebil se ne stia:
            non starò per repulsa o finto sdegno,
            ch'io non adombri e incarni il mio disegno.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)
              Dentro letto vi fan tenere erbette,
              ch'invitano a posar chi s'appresenta.
              La bella donna in mezzo a quel si mette,
              ivi si corca ed ivi s'addormenta.
              Ma non per lungo spazio così stette,
              che un calpestio le par che venir senta:
              cheta si leva e appresso alla riviera
              vede ch'armato un cavallier giunt'era.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Quivi parendo a lei d'esser sicura
                e lontana a Rinaldo mille miglia,
                da la via stanca e da l'estiva arsura,
                di riposare alquanto si consiglia:
                trà fiori smonta, e lascia alla pastura
                andare il palafren senza la briglia;
                e quel va errando intorno alle chiare onde,
                che di fresca erba avean piene le sponde.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)
                  La donna il palafreno a dietro volta,
                  e per la selva a tutta briglia il caccia;
                  né per la rara più che per la folta,
                  la più sicura e miglior via procaccia:
                  ma pallida, tremando, e di sé tolta,
                  lascia cura al destrier che la via faccia.
                  Di sù di giù, ne l'alta selva fiera
                  tanto girò, che venne a una riviera.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
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                    Né mistero né dolore

                    Né mistero né dolore
                    né volontà sapiente del destino:
                    sempre quell'incontrarci ci lasciava
                    l'impressione di una lotta.

                    Ed io, indovinato dal mattino
                    l'attimo del tuo arrivo,
                    percepivo nei palmi socchiusi
                    il morso leggero di un tremito.

                    Con dita arse sgualcivo
                    la variopinta tovaglia del tavolo...
                    Capivo fin da allora
                    quanto è angusta questa terra.
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