Ieri all'ora nona mi dissero: il Drago è certo, insediato nel centro del ventre come un re sul suo trono. E calmo risposi: bene! Mettiamoci in orbita: prendiamo finalmente la giusta misura davanti alle cose; e con serenità facciamo l'elenco: e l'elenco è veramente breve.
Appena udibile, nel silenzio, il fruscio delle nostre passioncelle del quotidiano, uguale a un crepitare di foglie sull'erba disseccata.
Amata, di quella si dolce prigionia (Musica da camera xxii) Amata, di quella si dolce prigionia La mia anima è lieta... Tenere braccia che inducono alla resa E voglion esser strette. Sempre così mi trattenessero, Felice prigioniero sarei!
Amata, quella notte mi tenta Che, nel tremante viluppo delle braccia, In alcun modo gli allarmi Possano turbarci ma il sonno A più sognante sonno si sposi e l'anima Con l'anima giaccia prigioniera.
Con la grande coppa vieni spesso tra i banchi della nave veloce, e togli i tappi agli orci panciuti; fino alla feccia spilla il vino rosso: noi, in questa guardia, non potremo essere sobri.
Sul banco della nave sta la mia focaccia impastata; sul banco della nave sta il vino d'Ismaro; disteso sul banco io bevo.