Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Crepuscolo

L'oscurità nasce dalla terra
Nel pallore dell'occidente si immergono le rondini;
Dal fieno arriva l'allegro clamore dei bambini;
Svanisce il vecchio palinsesto.

Stilla profumo la violacciocca
E in giro svolazza azzurro-luna una falena:
Tutto quel che significò il giorno terreno
Rovina come una menzogna.

I bambini hanno abbandonato il loro gioco.
Brilla un'unica stella in un velo di luce:
Il disordine del giorno
È sparito alla vista.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Ombre

    Come sia, allora, debbo dirti?
    Giunse una luce a due punte,
    Come lingue di fiamma oscurata,
    A guizzare in me.

    E così mi sembra
    Di averti, sempre la stessa,
    con me in un unico mondo.

    Nel vibrar d'un fiore,
    In un verme cieco che striscia ancora,
    In un topo che si ferma in ascolto,

    Tremano
    Le nostre ombre, senza che quelli
    Perdano di lucentezza.

    In ogni lor parte scossa
    Vedo la nostra ombra fremere
    Quasi spuntasse fuori da noi, che siamo mano nella mano,

    Come se fossimo un'unica cosa,
    Un'ombra sola e la nostra oscurità
    Dissimular non si dovesse: capisci?

    Ché ti ho chiaramente detto come sia.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ragazzina

      L'amore ha fatto scoppiare il suo ermetico cuore
      Come nei campi un'ape, nera e ambra,
      Rompe il bozzolo invernale, per arrampicarsi
      Sull'erba intiepidita dai novelli raggi di sole.

      Di malizia albeggiano i suoi occhi ora
      E sull'iride colorata è un luccichio
      Simile a quello sull'ali ripiegate
      Dell'ape, prima del volo.

      Chi, con un soffio conturbante, preciso,
      Ha aperto le ali del giovane spirito timido?
      Chi ha eccitato l'animo a un inesperto volo
      Nei suoi occhi di giovane ape incerta?

      Grave rende l'amore la sua voce;
      Il ronzio delle sue ali esitanti, pesanti,
      Fa tremare di consapevolezza le cose comuni
      Che dice, e le sue parole rallegrano.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Turbato da un sogno

        È la luna quella
        Alla finestra, tanto grande e rossa?
        Nella stanza nessuno?
        Nessuno vicino al letto?

        Ascolta; palpitano
        I suoi passi giù per le scale
        ... o ai vetri è un battito d'ali?

        Lei un momento fa
        Sulla bocca mi baciava calda:
        Calda come la luna nel sud
        Quando splende rossa,
        La luna che da abissi lontani
        Segnò quei due baci.

        E la luna ora va
        Rannuvolandosi, ha frainteso!
        Così giù nel mio sangue lenti
        Affondano i miei baci, presto
        Restando sommersi.

        Non ci siamo capiti!
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Mattino di nozze

          Si spacca il mattino come una melagrana
          Con rosse crepe lucide;
          Ah, quando arriverà domani l'aurora, tardi,
          Biancheggiando oltre il letto,
          Vigile mi troverà ai cancelli del matrimonio,
          Mentre aspetto che si diffonda la luce
          Su di lui, che sazio dorme
          Con la testa sprofondata, incosciente.

          E quando l'alba s'insinuerà dentro
          Cauta m'alzerò
          per osservare la vittoria della luce
          Sul primo dei miei giorni
          Che lui mi mostra, addormentato nel sonno
          In cui con me cadde, e il mio sguardo
          Meno vago diverrà, e la sua faccia calda
          Vedrò liberata dall'agitarsi della fiamma.

          Saprò allora a quale immagine di Dio
          È fatto il mio uomo;
          E vedrò il castigo o il premio
          della mia vita nel dormiente;
          Calcolerò allora lo stampo e il valore
          Dell'uomo che come mio ho accettato,
          Mi si rivelerà un aspetto del cielo o della terra
          Nello splendore del metallo in cui è coniato.

          Oh, sono ansiosa di vederlo
          dormire totalmente in mio potere,
          Saprò allora chi è che ho da tenermi...
          Sono ansiosa di vedere
          Questo amore mio, questa moneta che ruota, posarsi
          Immobile al mio fianco e pronta
          Per la mia stima: certo egli sarà
          Ricchezza di vita per me.

          E allora sarà mio, giacendo
          a me rivelato,
          Aperto ai miei occhi, chiaro
          Dormirà,
          Disteso negligentemente,
          Affidando a me la sua realtà, e io
          Guarderò l'alba illuminare
          Il mio destino.

          Guardando splendere la debole luce
          Su quel sonno colmo di me,
          Sulla sua fronte, ove i riccioli
          Negligenti s'accoppiano e appiccicano,
          Sulle sue labbra, ove il respiro leggero va e viene,
          Inconsapevole, sulle sue membra assonnate finalmente stese,
          Indifese,
          Piangerò, lo so, oh se piangerò
          Di gioia e di tormento.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Mistero

            Ora io sono tutto
            Una tazza di baci,
            Come le alte
            Snelle vestali
            D'Egitto, ricolme
            dei divini eccessi.

            A te alzo
            La mia coppa di baci
            e per i recessi
            Azzurri del tempio,
            Verso te grido
            Tra sfrenate carezze.

            Dal lucido contorno
            Cremisi delle mie labbra
            Si libera la passione
            Giù per l'agile corpo
            Bianco stilla
            L'inno commovente.

            E immobile
            Davanti all'altare
            Elevo il calice
            Colmo, gridandoti
            di genufletterti
            e bere, Altissima.

            Ah, bevimi, su,
            Che possa esser io
            entro la tua coppa
            Come un mistero,
            Quello del vino calmo
            In estasi.

            Luccicando immoti,
            In estasi
            I vini di me
            E di te mescolati
            In uno còmpiano
            il mistero.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Canzone d'amore

              Non respingermi se ti dico
              Che scordo il suono della tua voce,
              Che i tuoi occhi dimentico, felici mentre indagano
              Traverso il tempo per scorgere il nostro matrimonio.

              Ma quando sbocciano i fiori del melo
              Sotto la luna dalle dita pallide,
              Sul mio petto vedo il tuo chiaro volto
              E i miei obblighi cancello, fingendomi malato.

              Allora sulla mia camera chiudo
              Le imposte a nascondere il giardino, dove lieta
              È la luna per i fiori aperti, che la seducano
              Con la loro bellezza, chiedendo d'esser ricambiati.

              E a te levo le braccia dolenti
              E il mio petto avido angosciato sollevo
              E lacrimo davvero tormentandomi per te,
              E alle porte del sonno mi slancio, per riposare.

              Tutta l'ansiosa notte m'agito per te,
              Sognando che sottomessa la tua bocca si porga alla mia,
              Sento trasportarmi dal tuo petto vigoroso
              In un sonno che nessun dubbio o sogno può insidiare.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Corni da caccia

                La nostra storia è nobile e tragica
                Come la maschera d'un tiranno
                Né drammi audaci o ammaliatori
                Né indifferenti minuzie sanno
                Render patetici i nostri amori

                E Thomas de Quincey succhiando
                L'oppio veleno dolce e casto
                La povera Anna andava sognando
                Passiam passiamo ché tutto passa
                Mi volterò all'indietro spesso

                Sono i ricordi corni da caccia
                Il cui bruito muore nel vento.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Le campane

                  Zingaro bello amore mio
                  Ci siamo amati storditamente
                  Senti che razza di scampanio
                  E vuoi non lo sappia la gente

                  Ci siamo nascosti assai male
                  Con tante campane a tiro
                  Dai campanili son state a guardare
                  E ora lo spargono in giro

                  Domani Cipriano ed Enrico
                  Maria Orsola e Caterina
                  La fornaia e suo marito
                  E poi Geltrude mia cugina

                  Sorrideranno quando passerò
                  Nascondersi chi più potrà
                  Sarai lontano Io piangerò
                  Ne morirò Chissà.
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