Anche questa mattina mi sono svegliato e il muro la coperta i vetri la plastica il legno si sono buttati addosso a me alla rinfusa e la luce d'argento annerito della lampada
mi si è buttato addosso anche un biglietto di tram e il giallo della parete e tre righe di scritto e la camera d'albergo e questo paese nemico e la metà del sogno caduta da questo lato s'è spenta
mi si è buttata addosso la fronte bianca del tempo e i ricordi più vecchi e la tua assenza nel letto e la nostra separazione e quello che siamo
Guardo in ginocchio la terra guardo l'erba guardo l'insetto guardo l'istante fiorito e azzurro sei come la terra di primavera, amore, io ti guardo.
Sdraiato sul dorso vedo il cielo vedo i rami degli alberi vedo le cicogne che volano sei come il cielo di primavera, amore, io ti vedo.
Ho acceso un fuoco di notte in campagna tocco il fuoco tocco l'acqua tocco la stoffa e l'argento sei come un fuoco di bivacco all'addiaccio io ti tocco.
Sono tra gli uomini amo gli uomini Amo l'azione Amo il pensiero Amo la mia lotta Sei un essere umano nella mia lotta Ti amo.
Le sei del mattino. Ho aperto la porta del giorno ci sono entrato ho assaporato l'azzurro nuovo nelle finestre le rughe della mia fronte di ieri sono rimaste sullo specchio
sulla mia nuca una voce di donna tenera peluria di pesca e le notizie del mio paese alla radio
vorrei correre d'albero in albero nel frutteto delle ore
verrà il tramonto, mia rosa e al di là della notte mi aspetterà spero il sapore di un nuovo azzurro.
Il vento cala e se ne va lo stesso vento non agita due volte lo stesso ramo di ciliegio gli uccelli cantano nell'albero ali che voglion volare la porta è chiusa bisogna forzarla bisogna vederti, amor mio, sia bella come te, la vita sia amica e amata come te
so che ancora non è finito il banchetto della miseria ma finirà...
Le sedie dormono in piedi anche il tavolo il tappeto sdraiato sul dorso ha chiuso gli arabeschi lo specchio dorme gli occhi delle finestre sono chiusi il balcone dorme con le gambe penzolanti nel vuoto i camini sul tetto dirimpetto dormono sui marciapiedi dormono le acacie la nuvola dorme stringendosi al petto una stella in casa fuori di casa dorme la luce
ma tu ti sei svegliata mia rosa le sedie si sono svegliate si precipitano da un angolo all'altro anche il tavolo il tappeto si è messo a sedere gli arabeschi hanno aperto i petali lo specchio si è risvegliato come un lago all'aurora le finestre hanno spalancato immensi occhi azzurri il balcone si è risvegliato ha tirato su dal vuoto le gambe i camini dirimpetto si son messi a fumare le acacie han cominciato a chiacchierare sui marciapiedi la nuvola si è svegliata ha lanciato la sua stella nella nostra stanza in casa fuori di casa la luce si è risvegliata si è versata sui tuoi capelli è colata tra le tue palme ha cinto la tua vita nuda i tuoi piedi bianchi.
Il raggio è riempito di miele i tuoi occhi son pieni di sole. I tuoi occhi, mia rosa, saranno cenere domani, e il miele continuerà a riempire altri raggi.
Non mi fermo a rimpiangere i giorni passati - salvo una certa notte d'estate – e anche l'ultima luce dei miei occhi azzurri ti annuncerà lieti giorni futuri.
Un giorno, madre natura dirà: "Mia creatura hai già riso, hai già pianto abbastanza". E di nuovo, immensa sconfinata, ricomincerà la vita, senza occhi, senza parola, senza pensiero...
Nella strada piena di sole vago ci sono case immobili e gente che cammina. Una tristezza piena di terrore mi gela. Presento un avvenimento dall'altra parte delle frontiere e dei movimenti.
No, no, questo no! Tutto, salvo sapere cos'è il Mistero! Superficie dell'Universo, oh Palpebre Calate, non vi sollevate mai! Deve essere insopportabile lo sguardo della Verità Finale!
Lasciatemi vivere senza sapere niente, e morire senza venire a sapere niente! La ragione che ci sia essere, che ci siano esseri, che ci sia tutto, deve portare a una follia più grande degli spazi fra le anime e le stelle.
No, non la verità! Lasciatemi queste case, questa gente, proprio così, senza nient'altro, solo queste case e questa gente... Quale alito orribile e freddo mi tocca gli occhi chiusi? Non li voglio aprire per il vivere! Oh Verità, scordati di me!
Quando passerà questa notte interna, l'universo, e io, l'anima mia, avrò il mio giorno? Quando mi desterò dall'essere desto? Non so. Il sole brilla alto: impossibile guardarlo. Le stelle ammiccano fredde: impossibile contarle. Il cuore batte estraneo: impossibile ascoltarlo. Quando finirà questo dramma senza teatro, o questo teatro senza dramma, e potrò tornare a casa? Dove? Come? Quando? Gatto che mi fissi con occhi di vita, chi hai là in fondo? Si, sì, è lui! Lui, come Giosuè, farà fermare il sole e io mi sveglierò; e allora sarà giorno. Sorridi nel sonno, anima mia! Sorridi anima mia: sarà giorno!