I tuoi occhi m'interrogano tristi. Vorrebbero sapere i miei pensieri come la luna che scandaglia il mare. Dal principio alla fine ho denudato la mia vita davanti ai tuoi occhi, senza nulla celarti o trattenere. Ed è per questo che non mi conosci. Se fosse soltanto una gemma, la romperei in cento pezzi e con essi farei una catena da mettere attorno al tuo collo. Se fosse soltanto un fiore, rotondo e piccolo e dolce, lo coglierei dallo stelo per metterlo nei tuoi capelli.
Ma è il mio cuore, mia diletta Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ? Di questo regno tu ignori i confini e tuttavia sei la sua regina. Se fosse solo un momento di gioia fiorirebbe in un facile sorriso, lo potresti capire in un momento. Se fosse soltanto un dolore si scioglierebbe in limpide lacrime, rivelando il suo più intimo segreto senza dire una sola parola. Ma è il mio cuore, amore mio. Le sue gioie e i suoi dolori sono sconfinati, e infiniti i suoi desideri e le sue ricchezze. Ti è vicino come la tua stessa vita, ma non puoi conoscerlo interamente.
Non chiesi nulla, solo mi fermai al limite del bosco, dietro un albero. Gli occhi dell'alba erano languidi, e la rugiada era ancora nell'aria. Il delicato profumo dell'erba bagnata indugiava nella nebbia sottile che avvolgeva la terra. Sotto un banano mungevi la mucca con le tue mani tenere, fresche come il burro. Io me ne stavo immobile. Non dissi una parola. Fu l'uccello che cantò, nascosto, dal cespuglio. L'albero di mango lasciava cadere i suoi fiori sulla strada del villaggio e le api venivano ronzando, a una a una. Dalla parte dello stagno il cancello del tempio di Shiva era aperto e un fedele aveva iniziato il suo canto. Con il secchio sulle ginocchia tu mungevi la mucca. Io rimasi con il mio secchio vuoto. Non ti venni vicino. Il cielo si destò al suono del gong del tempio. Gli zoccoli delle bestie che andavano al pascolo sollevavano la polvere della strada. Con le brocche piene posate sull'anca, le donne venivano dal fiume. I tuoi bracciali tintinnavano e la schiuma traboccava dal secchio. La mattina passò e io non ti venni vicino.
A lungo durerà il mio viaggio e lunga è la via da percorrere.
Uscii sul mio carro ai primi albori del giorno, e proseguii il mio viaggio attraverso i deserti del mondo lasciai la mia traccia su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote che portano più vicino a te stesso; è con lo studio più arduo che si ottiene la semplicità d'una melodia.
Il viandante deve bussare a molte porte straniere per arrivare alla sua, e bisogna viaggiare per tutti i mondi esteriori per giungere infine al sacrario più segreto all'interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano prima che li chiudessi dicendo: "Eccoti! "
Il grido e la domanda: "Dove? " si sciolgono nelle lacrime di mille fiumi e inondano il mondo con la certezza: " lo sono! "
Se il giorno è finito se gli uccelli non cantano più se il vento ormai stanco è cessato stendi su di me il velo dell'oscurità più fitta come hai avvolto la terra nella coltre del sonno e al tramonto teneramente hai chiuso i petali dei fiori appassiti del loto.
Prima che il suo viaggio finisca libera dalla vergogna e dalla povertà il viandante che ha la bisaccia vuota, le vesti lacere e polverose e ogni energia esaurita.
Rinnova la sua vita come un fiore sotto il mantello della tua dolce notte.
Sei fuori in questa notte burrascosa per il tuo viaggio d'amore, amico mio? Il cielo geme come chi è disperato. Non riesco a dormire questa notte. Ogni tanto apro la porta e guardo fuori nell'oscurità. Davanti a me non vedo nulla. Mi chiedo dove sia il tuo sentiero.
Da quale buia riva di nero fiume da quale lontano limitare di oscura selva per quali intricati abissi di tenebre stai camminando per venire da me amico mio?
O stolto, che cerchi di portare te stesso sulle tue spalle! Mendicante, che vieni a mendicare alla porta della tua casa!
Deponi ogni fardello in queste mani che tutto sanno sopportare, non voltarti mai indietro a guardare il passato, con rimpianto.
Il desiderio subito spegne la fiamma d'ogni lampada che sfiora. È empio - non prendere doni dalle sue mani impure. Accetta soltanto quello ch'è offerto dall'amore.
Nubi su nubi si addensano e si fa buio. Amore mio, perché mi lasci tutto solo sulla porta ad aspettarti?
Nei momenti più intensi del lavoro durante il giorno sto tra la gente ma in questo momento così buio e desolato solo in te posso sperare. Se non mi mostri il tuo volto se mi lasci qui in disparte non so come riuscirò a sopportare queste lunghe ore di pioggia.
Osservo in lontananza l'oscurità del cielo e il mio cuore gemendo vaga col vento inquieto.
E i bicchieri erano vuoti e la bottiglia in pezzi E il letto spalancato e la porta sprangata E tutte le stelle di vetro della bellezza e della gioia risplendevano nella polvere della camera spazzata male Ed io ubriaco morto ero un fuoco di gioia e tu ubriaca viva nuda nelle mie braccia.
A digiuno sperduta assiderata Tutta sola senza un soldo Ferma in piedi una ragazza Età sedici anni In Piace de la Concorde Il quindici agosto a mezzogiorno.