Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Questo

Dicon che fingo o mento
quanto io scrivo. No:
semplicemente sento
con l'immaginazione,
non uso il sentimento.

Quanto traverso o sogno,
quanto finisce o manco
è come una terrazza
che dà su un'altra cosa.
É questa cosa che è bella.

Così, scrivo in mezzo
a quanto vicino non è:
libero dal mio laccio,
sincero di quel che non è.
Sentire? Senta chi legge.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Stanca essere

    Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge.
    A noi estranea, in noi e fuori,
    precipita l'ora, e tutto in lei precipita.
    Inutilmente l'anima lo piange.

    A che serve? Che cos'è che deve servire?
    Pallido abbozzo lieve
    del sole d'inverno che sorride sul mio letto...
    Vago sussurro breve.

    Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia,
    della futile promessa del giorno,
    morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda
    in cui l'anima confida.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Non sto pensando a niente

      Non sto pensando a niente,
      e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
      mi è gradita come l'aria notturna,
      fresca in confronto all'estate calda del giorno.

      Che bello, non sto pensando a niente!

      Non pensare a niente
      è avere l'anima propria e intera.
      Non pensare a niente
      è vivere intimamente
      il flusso e riflusso della vita...
      Non sto pensando a niente.
      È come se mi fossi appoggiato male.
      Un dolore nella schiena o sul fianco,
      un sapore amaro nella bocca della mia anima:
      perché, in fin dei conti,
      non sto pensando a niente,
      ma proprio a niente,
      a niente...
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Tutte le lettere d'amore

        Tutte le lettere d'amore sono
        ridicole.
        Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
        ridicole.

        Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
        come le altre,
        ridicole.

        Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
        devono essere
        ridicole.

        Ma dopotutto
        solo coloro che non hanno mai scritto
        lettere d'amore
        sono
        ridicoli.

        Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
        senza accorgermene
        lettere d'amore
        ridicole.

        La verità è che oggi
        sono i miei ricordi
        di quelle lettere
        a essere ridicoli.

        (Tutte le parole sdrucciole,
        come tutti i sentimenti sdruccioli,
        sono naturalmente
        ridicole).
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Libertà

          Ma che piacere
          non compiere un dovere,
          avere un libro da leggere
          e non farlo!
          Che noiosa la lettura,
          che pochezza la cultura!
          Il sole splende senza letteratura.
          Il fiume scorre, bene o male,
          senza edizione originale.
          E la brezza che passa,
          naturale e mattiniera,
          sa che ha tempo, e non ha fretta...

          I libri sono carta inchiostrata.
          Lo studio è una cosa ove è indistinta
          la distinzione fra il niente e cosa alcuna.

          Quanto è meglio, se c'è bruma,
          aspettare Don Sebastiano,
          venga o non venga
          Grande è la poesia, la bontà e le danze...
          ma le cose migliori son l'infanzia,
          fiori, musica, chiardiluna, e il sole, che pecca
          solo se invece di nutrire secca...

          E ancor meglio di questo
          è Gesù Cristo,
          che non sapeva niente di finanze
          né consta che avesse biblioteca.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            L'addio

            L'uomo dice alla donna
            t'amo
            e come:
            come se stringessi tra le palme
            il mio cuore, simile a scheggia di vetro
            che m'insanguina i diti
            quando lo spezzo
            follemente.

            L'uomo dice alla donna
            t'amo
            e come:
            con la profondità dei chilometri
            con l'immensità dei chilometri
            cento per cento
            mille per cento
            cento volte l'infinitamente cento.

            La donna dice all'uomo
            ho guardato

            con le mie labbra
            con la mia testa col mio cuore
            con amore con terrore, curvandomi
            sulle tue labbra
            sul tuo cuore
            sulla tua testa.
            E quello che dico adesso
            l'ho imparato da te
            come un mormorio nelle tenebre
            e oggi so
            che la terra
            come una madre
            dal viso di sole
            allatta la sua creatura più bella.
            Ma che fare?
            I miei capelli sono impigliati ai diti di ciò che muore
            non posso strapparne la testa
            devi partire
            guardando gli occhi del nuovo nato
            devi abbandonarmi.

            La donna ha taciuto
            si sono baciati
            un libro è caduto sul pavimento
            una finestra si è chiusa.

            È così che si sono lasciati.
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