Canta la luce che illumina i gesti, che sempre conduce dove tu resti. Canta il poeta dei sogni perduti e sembran di seta i ritmi compiuti. Canta il richiamo del tempo arrivato, di intere serate apparse e passate, di mani gelate da stringere ancora, sognando e aspettando che arrivi l'aurora.
Graffiata dai rovi le rose non trovi, ma sboccia il dilemma di mite speranza che taglia, che stringe, che illumina, che abbaglia. Dal prato dei sogni non esci graffiata, ma a volte stregata, da un'idea passeggera che vola sincera nel cielo del cuore e somiglia all'amore.
Notte di fiume notte segnata dal tempo, dal lume che accende il respiro, che dona, che toglie che crea sulle soglie la brezza serena del lento passare dal fiume al suo mare. Notte di fiume vissuta e lasciata, ai posteri e ai loro segreti ancorata notte argentata così raccontata.
Annuncia la vita quel trepido tocco che sfiora, che segna di campane il rintocco. Ti libera dentro, annuncia l'evento: arriva il destino ti viene vicino annuncia un addio, quel volo nell'io, nell'intimo essere del vuoto profondo che lascia, che prende nel suo girotondo pensieri e parole che sanno di viole. Ma torna giocosa la gaia speranza di avere qualcosa in mente da fare e che nulla è perduto ancor annunciare.
Partenze improvvise non condivise di rondini scure verso mete sicure. Partenze decise per rompere il vuoto, partenze uniformi di sciami, di stormi di voli sottili di ali gentili. Ritorni festosi verso tempi gioiosi quando ridere era la rosa atmosfera che abbraccia e che avvolge, misteriosa e sincera momenti affettuosi scanditi dal tempo; momenti tornati a lenire il tormento.
La strada perduta che taglia l'aurora è ora la sola che porta con sé un timido volo nell'ombra di te. La strada bagnata è quella cercata tra i prati, tra i fossi tra i vortici accesi del vento pungente, tra il rosso dei raggi tra i rami spezzati del tempo che cambia, che muta il destino nell'aere divino. La strada trovata inseguita, bramata, è quella che appare più limpida e pura è quella da sempre sicura.
Il cuore non tocca l'allume di rocca che sempre risana e ferite guarisce. Idea non assorbe, rimane sospesa e sempre in attesa. Non asciuga il pensiero che va col suo zelo a baciare il mistero. Matita assorbente: non servono a niente i tuoi tentativi, restan protese idee, pensieri ed attese, perché non le tocca l'allume di rocca.
Granello di sabbia racchiudi il destino, di terre di mondi , sospesi nel vuoto; di luci, di ombre di voci inespresse, di suoni profondi, di ritmi interrotti, di rombi assordanti, di occhi sognanti. Granello di sabbia racchiudi la vita, ferita, provata respinta, impazzita; racchiudi il mistero del sogno mai vero aspetti la brezza dell'onde leggera che bacia la sponda e... arriva la sera.
Note calde dall'onde travolte spumeggianti, bagnate, stregate, da un'idea disegnate. Note di canti cantati nel nulla, note di luna guardate e perdute; note di appunti mai scritti, mai giunti; note dorate nel cuore cercate alla deriva in sogni presunti. Note di petto uscite di getto, note sbagliate scritte e cambiate ma nella mente restate invariate. Note perenni di un futuro migliore note d'amore scottate dal sole.
Voluto, sognato, ascoltato dentro noi stessi, il desiderio dell'amato. Gioia, tormento, passione, lamento, gesti voluti frasi non dette, fuochi mai spenti. Desiderio di vita, di colori, di suoni, di sospiri sognanti: desideri intriganti. Desiderio di buono, di dolce, di bello di questo, di quello di tutto, o soltanto desiderio di te.