Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Dove la luce

Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    A mia madre

    E il cuore quando d'un ultimo battito
    avrà fatto cadere il muro d'ombra
    per condurmi, Madre, sino al Signore,
    come una volta mi darai la mano.
    In ginocchio, decisa,
    Sarai una statua davanti all'eterno,
    come già ti vedeva
    quando eri ancora in vita.

    Alzerai tremante le vecchie braccia,
    come quando spirasti
    dicendo: Mio Dio, eccomi.

    E solo quando m'avrà perdonato,
    ti verrà desiderio di guardarmi.

    Ricorderai d'avermi atteso tanto,
    e avrai negli occhi un rapido sospiro.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      1911

      Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
      "Perché oggi sei pallida?"
      Perché d'agra tristezza
      l'ho abbeverato fino ad ubriacarlo.
      Come dimenticare? Uscì vacillando,
      sulla bocca una smorfia di dolore...
      Corsi senza sfiorare la ringhiera,
      corsi dietro di lui fino al portone.
      Soffocando, gridai: "È stato tutto
      uno scherzo. Muoio se te ne vai".
      Lui sorrise calmo, crudele
      e mi disse: "Non startene al vento".
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Introduzione

        Ciò accadde allorché a sorridere
        Era solo chi è morto - lieto della pace.
        E, appendice inutile, si sbatteva
        Leningrado intorno alle sue carceri.
        E allorché, impazzite di tormento,
        Condannate ormai andavano le schiere
        E breve canzone di distacco
        I fischi cantavano delle locomotive.
        Stelle di morte incombevano su noi
        E innocente la Russia si torceva
        Sotto sanguinosi stivali
        E copertoni di neri cellulari.
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