Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Nel buio
Seduta, guardo
la vita
che corre
la notte
sfrigolando
lungo i cavi
dell'alta tensione
e le stelle
sono solo scintille di fuoco.
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Seduta, guardo
la vita
che corre
la notte
sfrigolando
lungo i cavi
dell'alta tensione
e le stelle
sono solo scintille di fuoco.
Con ali raccolte
nascere
nell'attesa vibrante
del giorno dopo domani,
con ali raccolte
dormire
nel nido di erbe fragranti
di soli ormai tramontati,
con ali raccolte.
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.
Amica mia penso a te
Al tuo color di sole alla tua grazia
La casa è vuota da quando il mio raggio di sole
È andato a tuffarsi in mare
Se vedi i sommergibili
Dì loro che t'amo
Se le nubi s'addensano
Dì loro che t'adoro
Se la mareggiata infuria sugli scogli della riva
Dì agli scogli che sei la mia pietra preziosa
Se qualche granello di sabbia brilla tra i mille granelli
di sabbia della spiaggia
Digli che sei la sola gemma che amo
Quando vedrai il postino
Digli con quanta impazienza aspetto le tue lettere
Ti mando mille baci mille carezze
Che ti raggiungeranno come le parole raggiungono
l'antenna del telegrafo senza fili
Se vedi dei feriti
Digli che la mia sola ferita è quella che hai inferto
al mio cuore
Se a volte pensi pensa che il mio pensiero è sempre
con te
E che t'adoro.
Non importa chi tu sia,
uomo, donna,
vecchio o fanciullo,
operaio o studente,
o commerciante,
se ti chiedono
qual è la cosa
più importante
per l'umanità
rispondi
prima
dopo
sempre
la pace e la bontà.
Le lacrime del sabato sera
sono più salate e grigie
somigliano una vecchia densità
che tarda a scendere
io, non sono la tua donna
clandestina anche per me.
Nella pista sotto luci argento
ballano coppie di sempre
dalle facce disilluse
si tengono per mano
io però non sono con te
ti abbraccio solo con gli occhi.
Continuare le pene, le notti, i giorni
del telefono muto, nero. Distante
però mi parla, mi racconta
di altri letti sgualciti
io, non sono la tua amante
di un'incessata dimenticanza.
Compagnie che ridono alle mense
tanti, troppi visi che conosco
da brevi e lontane date
mescolata fra le sedie di paglia
io, non sono l'avvezza mica
di saltuari disegni.
Giorni di festa quelli veri
da dividere quasi sempre
abbandonando quotidiani pensieri
e risa leggere
io, non sono la tua compagna
di incontri accaduti per garbo.
Amplessi, regali, pochi baci del vino
candele, parole, spaghetti e canzoni,
muovono scomposti sulla scacchiera
io, sono la dama di giochi
di un fante, quando alfiere o re
che dà scacco matto.
Profumo di rosa gialla canina
col risveglio del mattino mio.
Colore di lacrime azzurre nella pioggia
e nettare l'anima spoglia.
Fredda acqua di fiume calma
mi abbraccia i ricordi vicini.
Umida terra di campo dopo settembre
per farci l'amore rinato.
Grande fuoco padrone di sempre
vince i miei sensi smarriti.
Questo tastare di pettirosso
come un'accoglienza.
Cielo ovattoso di nuvole lontane
cullano ore e osati pensieri.
Tiepida aria di vento maestrale
mi vola da lui ancora.
A non fidarti della
rondine fai bene
se prima del tempo
le sue ali schiude
e se del sole non ti
illudi da trascurare
il vento con le sue
nuvole le sue tempeste.
Ma non della rondine
né del vento il tremore.
Su tutto temi scandalo
e rossore, esasperato
amor proprio, l'errore
non ti hanno accordato
vivere. Peccato (virtù)!
Perché è nei sentieri
impervi, sconsigliati,
errati, che l'uomo
si compatta si sfibra
provando a resistere
nuova estrema
situazione, al richiamo
della già dal sommo
illustrata selva oscura.
Rinunciante donna
a te mi saldo:
non v'è all'inferno luna
ma è dei sensi peggior
pena un sempiterno
rigido bianco inverno.
Sarà facile
stampare tanti soli
sulla faccia
calare la maschera
cieca e sorda
che non preferiva sapere
mi farò stringere
da tentazioni sornione
e da un amore inquietante
senza abitare paura
mi vestirò danzando
di gioie nel cuore
tutti i minuti
di questi giorni
respingerò i tuoi capelli
imprigionerò sulle labbra
il sapore del miele
selvaggio del buoi
padrone del vento
desidero tu assista
la mia ombra
tu mi senta nell'aria
se poi mi leghi la vita
col tuo sguardo intrigante
circondarmi di un oceano
sarà facile.
Forse non ti racconterà più
la penna innamorata
novelle che non vuoi sentire
spero questo cuore dorma
si culli di sospiri
si culli di parole
si culli di amore
si culli di tremori
si culli di amplessi
regalati, dette, dato, passati, caldi.
Mi coccolerò alla luce di cere
carezzata da musiche lente
indosserò i nostri odori
se i giorni di domani
non ti avranno
sul muro scorrono
i giorni di ieri
e li amo
voglio il coraggio del nome
che mi moriva fra le righe
Francesco.
Vigile nella testa
ai primi soli
m'accompagna zuccheroso
nei bui teneri
Francesco.
Risulto dall'acqua
lucida di vinti timori
non sarai musa virtuale
in mezzo alle parole
Francesco.
Per un poeta
è un osare raro
creatura intatta offro
oggi rivelo al foglio
Francesco.
Ho conosciuto un vecchio
ricco, ma avaro: avaro a un pun to tale
che guarda i soldi nello specchio
per veder raddoppiato il capitale.
Allora dice: Quelli li do via
perché ci faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo per prudenza...
E li ripone nella scrivania.