Aprile a metà
Nel quindicesimo pomeriggio d'amore
era l'amore che assomigliava agli alberi
che si allungano alla ricerca della luce e dei baci
l'amore gonfia le vele e se ne va
senza
un trillo
sibilo
d'aprile.
Commenta
Nel quindicesimo pomeriggio d'amore
era l'amore che assomigliava agli alberi
che si allungano alla ricerca della luce e dei baci
l'amore gonfia le vele e se ne va
senza
un trillo
sibilo
d'aprile.
I giorni erano bui, sempre
si era illusa che il cuore potesse battere bene
trovando la dimensione giusta o almeno credeva
voleva convincersi di controllare la situazione
in realtà tutto andava a rotoli
e si perdeva nel vuoto delle sue convinzioni
che corrispondevano al falso
Passava il suo tempo ad assumere ogni giorno
atteggiamenti scontrosi e ciò perché mancavano
quegli appigli necessari per sentirsi meno debole
meno sola soprattutto quando il dolore l'affliggeva
devastandola dentro dove il suo cielo avrebbe dovuto godere
di momenti meravigliosi portati ad una unica soluzione
quella di aver la certezza che niente potesse farle male
respirando un'aria pulita un benessere per il fisico e la mente
la più efficace. Si mosse sotto ai suoi piedi un tappeto antico
scintillò come un gufo con orbite al posto degli occhi mai veramente chiusi
e il cervello in movimento anche di notte con una sveglia incorporata
affettuosa ma noiosa e dura da sostenere. Un canto pietoso ed anelo
aprì le porte, svegliò il tramonto che accecato si distese
lei coperta affondò le unghie
per ripararsi dai sogni asfissianti
e da uno strato di crema sulla pelle scura
Fili di lana morbidissima illuminata dall'alba strinse forte
sparendo in un raggio di sole rassicurante, la fede, aveva cercato.
Buio
Strette nel petto
attese, sogni
Svaniscono
flebili tracce
di scie di stelle
Speranze
illuminano
lunghe notti
di bisogni
Necessità
di vita.
Mentre ii freddo attanaglia
Il cuore si squarcia
Le urla si levano alte
Sin dove non è possibile arrivare
Così si chiude
Un giorno
Una vita
che era a metà
Né terra, né croce
Solo il fuoco
ne cancella il passaggio
Solo la memoria
custode di ricordi
Incancellabili.
Quando impareremo a non lamentarci per ogni cosa.
Quando in silenzio ascolteremo senza giudicare.
Quando apriremo gli occhi e la mente.
Quando il potere sarà sottomesso all'amore.
Quando i gesti saranno dettati dal cuore.
Come piccoli semi, germoglieranno rigorosi e puri
su tutta l'umanità.
Sono stanca urlava la natura,
nessuno ascoltava.
Sono stanca urlava la terra,
nessuno ascoltava.
Sono stanca urlava l'ossigeno,
nessuno ascoltava.
Tutta l'umanità era stanca,
nessuno ascoltava.
Ora un grande silenzio echeggia nel mondo,
il silenzio di chi invoca aiuto.
La speranza pervade nei cuori.
Ognuno si affida alla propria fede.
Questo è il dilemma: "credere".
Nella mano di Dio che possa operare attraverso competenti dottori, virologi ed esperti, oppure ad un miracolo? Chi è ateo si affida alla scienza, ma sempre a qualcosa si affida.
Spero che da ciò si possa trarre il meglio, per un domani migliore. Non dimentichiamoci che le cose essenziali e semplici sono davanti ai nostri occhi. Ben venga il progresso, ma solo a scopo costruttivo. Fermatevi per il bene di tutta l'umanità.
Fermatevi non dimenticate che la terra urla.
C'è paura in giro, lo sento dai miei stessi passi,
come se il pavimento del mondo fosse più fragile.
È sempre stato così,
ma ora è come se ne fossimo tutti più consapevoli.
Cammino più del solito
e sto attento ad ogni mossa che faccio.
Mi fermo a guardare,
negli occhi,
le poche persone che passeggiano sulle strade.
Questa situazione non ha messo silenzio solo dentro di me,
ma anche il paese è rientrato in sé,
come fa il mare con le onde.
Il silenzio.
Viviamo un tempo pieno di voce,
di parole vuote, dialoghi superficiali,
ma questo è un bel momento per pensare,
per riflettere e fare
silenzio.
Confusione.
Il caos delle città.
Il rumore delle macchine.
Le grida dei bambini.
Il miagolio di un gatto.
Il vento che soffia.
Silenzio.
Rimane solo il fremito degli uomini
Sconvolti da lei.
Chissà cosa farà lei,
Se si fermerà lei,
Se ti lascerà lei,
o se si addormenterà con te
Lei.
Vano è il tentativo di fuggirle
Non esistono vie di fuga.
Si diffonde come radici
Nel terreno
e niente può fermarla.
Solo l'abbraccio mondiale
Può colmare a distanza
Il vuoto che si ha dentro.
Dove sono i bambini che corrono per le strade?
Perché le campanelle a scuola non suonano più?
Perché non c'è più una palla che rimbalza?
Nessuno che suona una tromba per strada, perché?
Dove sono finiti i baci dei ragazzini innamorati?
E quelli dei nonni ai nipoti?
Questo silenzio
Annebbia
Tutto ciò che abbiamo
dentro.
Le nostre convinzioni
ci ingabbiano
in queste
sottili
indistruttibili
e fredde pareti.
Paura infondata
almeno così ci piace pensare.
La recitiamo male
questa vita.
Di solito
siamo più convincenti.
Poi arriva lei
la noia,
come la ammazzi?
Impossibile
in questo vuoto silenzio.
Speranza,
quella non manca
la speranza di tornare.
Tornare
una parola distante,
parte di un desiderio
così vicino,
incolmabile,
che ci brucia.
Lasciando il nulla.
Forse è bene
che la natura faccia il suo corso.
Ansia.
Paura.
Confusione.
Insicurezza.
Si celano nei pensieri,
rendono pericolosa ogni parola,
difficile ogni azione.
Si nutrono di preoccupazione, ingrandendola:
da innocua diventa angosciante e tenebrosa.
Come nubi offuscano la ragione,
dirigono le scelte,
nascondono le persone.
Creano dei muri impenetrabili
che tengono intrappolati i desideri.
Nulla è più reale,
niente più è vero.
Un germoglio nasce lentamente
mettendo le radici dove ancora c'è vita.
Sono forti, ricche di speranza,
colme di dolcezza,
piene di felicità.
Si muovono velocemente crescendo senza mai
fermarsi
scavano nelle profondità arricchendosi di
conoscenze,
speranze e certezze
Il germoglio diventa un albero saldo,
inestirpabile,
come l'amore che annienta le insicurezze,
le paure,
le ansie,
cambiando la confusione in luce
che colma le paure portando vita.