Poesie generazionali


Scritta da: Antonio Oliani
in Poesie (Poesie generazionali)

Ho bisogno...

ho voglia di non sentire, perché sto sentendo troppo,
di andare via da questo tormentato tempo,
che per quanto io cerchi di fare
mi stringe in un gioco e mi ruba tutto quel poco che ho.
Ho voglia di non vedere, perché ho guardato troppo
e negli occhi da sola si forma una seconda pelle sottile
a difesa della pelle che intanto si è già consumata
dal troppo soffrire.
Ho bisogno di amare quello che faccio
come una volta facevo
ma quello che faccio adesso sembra non essere
più utile come una volta.
Ho bisogno di amare la persona che sento
di avere dentro e la persona che so di avere fuori
vicina lontana come un'altro pianeta
unita da fili e da sguardi intrecciati
in un mondo che entra e si nutre
invisibile agli altri presente nel cuore
in ogni momento.
Un bisogno di stare bene mentre tutto va male,
un bisogno che tutti dovrebbero avere.
Composta domenica 22 dicembre 2013
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    Scritta da: Alessandro A.
    in Poesie (Poesie generazionali)

    la vita

    Sono arrivata! Così ripeti,
    e me lo dici con lo sguardo triste,
    ma sei felice, tu non ti arrendi,
    quello sono io,
    mi sono arreso, ora lo ammetto.

    Anche tu qui?
    Non è il tuo posto!
    Mm... ora capisco, tu ci sei sempre,
    ovunque vada,
    che sia felice o che sia giù,
    sei sempre tu.
    Allora scusa, se ti ho ferita,
    però ti avviso... io sono un uomo,
    non ti prometto di essere buono,
    sono cosi, ci sono nato, e mi conosco,
    posso provarci, ma non lo sò, se riuscirò,
    dimmelo tu.

    Sé non ci riesco, ci rivediamo,
    qui niente è mai troppo lontano.
    Composta domenica 1 dicembre 2013
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      Scritta da: Alessandro A.
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Pensiero

      Il mondo gira intrappolato,
      come il pensiero che hai imprigionato,
      fallo felice e lascialo andare,
      solo così potrai imparare,
      un'altra vita esiste già,
      è lei che aspetta l'eternità.
      E tu sei il grande spettatore!
      Sei l'architetto e l'ideatore,
      ogni pensiero vive per te,
      tu sei suo padre, tu sei il suo re,
      lascia che viva, nella sua gioia e nella sua pace,
      credi di esserne capace?
      Solo un'idea ti può svegliare,
      quella che credi sia bene e male,
      cambia l'idea e vivila al centro,
      tu non lo sai, ma è il tuo momento.
      Composta sabato 21 dicembre 2013
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        Scritta da: Sabrina
        in Poesie (Poesie generazionali)

        occhi neri

        Dolcezza infinita,
        indifeso e pieno di forza nello stesso istante,
        tu, sempre assetato di baci e di carezze,
        inconsapevole
        mi riempi il cuore di amore, puro,
        come solo un figlio riesce a fare.

        Occhi neri,
        colmi di gioia e di vita,
        possa il tuo avvenire
        riflettere
        ciò che è racchiuso in te,
        possa la tua esistenza
        essere piena di luce!
        Composta domenica 22 dicembre 2013
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          Scritta da: Carmelo Ferrè
          in Poesie (Poesie generazionali)
          Ho posato lo sguardo
          oltre le barriere del tempo
          per ritrovarmi su spiazzi
          di immenso sapere,
          ho stretto le mani chiuse
          per spezzare catene d'acciaio
          che mi tenevano legato
          su falsi pregiudizi.
          Ho chiesto al vento
          di darmi la sua libertà
          e lui schiaffeggiandomi il viso
          con il suo gelido soffio
          ha rubato dai miei occhi
          l'ultima lacrime di pietà,
          Ho camminato su strade
          polverose di odio e morte
          per ritrovarmi disteso
          su deserti di sale rosso,
          ho chiuso gli occhi
          per non vedere il dolore e
          ho chiesto alla speranza
          di darmi un sorriso d'amore
          e lei indifferentemente
          ha strappato dal mio petto
          un cuore senza palpiti...
          carmelo ferrè... 02/11/2013.
          Composta sabato 2 novembre 2013
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            Scritta da: Carmelo Ferrè
            in Poesie (Poesie generazionali)
            Strane note di un concerto di uccelli notturni
            si alza alla luce di una luna
            che mi sussurra una nenia di primavera
            profumata da rossi papaveri,
            i rumore dei miei passi risuonano
            sul nudo sentiero
            illuminato da mille stelle incantate
            mentre un venticello fresco bacia
            dolcemente il mio giovine viso,
            mi spoglia dei miei falsi timori
            donandomi serenità a dubbi e affanni
            per questo sogno infantile.

            Da un bacio di una luce
            ricevo conforto per le mie paure
            e una carezza
            per lenire le ferite dell'anima,
            si stagliano nello sguardo assente due lacrime
            che lasciano una nudità di un giorno
            trascorso all'ombra del grande cosmo.

            L'universo riempie su di me il potere
            e le speranze del domani,
            mentre il silenzio della notte trascorre
            le sue ore fra spazi di tempo infinito,
            squarcia lampi di secoli futuri
            calpestando polvere di stelle fumanti,
            tutto ruota attorno al mio corpo
            e il canto fa eco a quelli che hanno
            sofferto e pianto nel dolore,

            La nenia sforna il suo ritornello
            a promesse non mantenute,
            cala sul nudo sentiero la mia anima,
            si confonde nel buio della notte
            per poi scomparire per sempre
            nell'alba di un pianto di vita...
            Composta lunedì 4 novembre 2013
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              Scritta da: Carmelo Ferrè
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Ti sei spogliata,
              nel gelido letto d'ombre,
              mi hai guardato
              con quello strano sguardo
              misterioso e accattivante,
              non hai detto niente,
              ma almeno spiegami come mai
              tutto a un tratto mi sorridi,
              sei cosi bella e io non posso non pensare
              come fai ad essere cosi sexy,
              come fai a essere cosi maledettamente indifferente
              ai miei sbalzi cronici.

              Mi Stringi tra le tue braccia,
              accarezzandomi dolcemente,
              il profumo del tuo sudore
              si confonde con il mio mentre
              posi le tue piccole mani sul mio viso
              senza pudore ti mostri nuda
              ai miei sguardi allibiti.

              So riconoscere il tuo felino
              senso del piacere,
              i sospiri della carne acerba
              che si infiamma al mio sguardo,
              solo un'ora di estremo piacere
              avrò dalle tue trepidante e
              calorose labbra di fuoco.

              Tu che un tempo non dimenticato,
              eri sola mia
              ora sei solo un'idea
              che non può ritornare,
              respirare la tua pelle ora
              è veleno per la mia anima,
              i tuoi baci sono amari e
              amari sono i tuoi sospiri.

              I tuoi occhi mi parlano,
              celati nei tuoi oscuri segreti
              mi rivelano tutto quello
              che vuoi nascondere al mio cuore,
              rifletti al freddo specchio
              il tuo nudo corpo illibato
              nascondendo nei riflessi di luce
              la falsa dea della tua bellezza ingorda.

              Fermati, dimmi cosa sei,
              spiegami il senso del tuo amore,
              dimmi se hai un'anima
              o se hai solo questa bellezza
              che ti fa cosi sexy,
              svuota il tuo cuore e
              lasciami immaginare e sognare
              ancora una volta di più
              il tuo amore di ieri,
              lasciami entrare
              nel tuo immaginario amore,
              tu che un tempo eri mia.

              Tu che ora sei solo l'ombra
              dei miei passi presenti
              lasciami morire per l'ultima volta
              tra le tue ingannevoli abbracci d'estasi.
              Tu che un giorno eri mia
              ora sei solo un vago ricordo
              che il tempo strappa via
              dai miei occhi il tuo nudo freddo corpo...
              carmelo ferrè... 11/10/2013.
              Composta venerdì 11 ottobre 2013
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                Scritta da: Carmelo Ferrè
                in Poesie (Poesie generazionali)
                Una debole luce
                nell'angolo della stanza
                rischiara sulle parete umide
                una fotografia di altri tempi,
                la musica accompagna
                miserabilmente pensieri
                vecchi di cento anni fa.
                Occhi immobili penetrano
                nel cuore atrofizzato,
                scrutano silenziosi
                pezzi di carne acquosa
                fulminando senza pietà
                l'ultimo battito di vita.
                Le membra di un corpo
                si abbandonano lentamente,
                si distendono al ritmo miserabile
                di suoni e voci estranei,
                tutto l'essere si rianima
                di una essenza vagamente umana.
                Sente di essere ancora vivo,
                sente in se la materia vitale
                scorrere nelle vene bucate,
                alza lo sguardo vitreo
                alla solitudine di un estasi,
                poi china il capo su assi di ossa e
                boccheggiando nelle spire
                del suo paradiso artificiale
                si lascia andare.
                Composta giovedì 20 maggio 2010
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