Poesie generazionali


Scritta da: Alessandra Rambaldi
in Poesie (Poesie generazionali)

A mia madre Antonietta

A te mamma,
che quando arrivavo
mi buttavi le braccia
al collo, e un grosso bacio
si poggiava dolcemente
sulla mia guancia.

Ricordo lo splendore, delle
nostre giornate insieme,
al mare, sdraiate sulla
sabbia sotto il sole cocente.

Il raccontarci il vissuto,
dei giorni tuoi,
fra le lacrime e gioie passate.

Il tuo gioco preferito, che
con amore non dimenticavo
mai, di portare con me,
le bocce
eri molto brava e
ricevevi applausi
da chi ti guardava.

Sono ricordi, i più belli
quello che mi è rimasto
di più nel cuore, ed io e
solo io, so il bene che ti
ho voluto, e che ti voglio.

Rimarrai per sempre
nel mio cuore, hai
lasciato più vuoti, i giorni miei
finché un giorno ci rincontreremo
e in attesa di un'altro dolce bacio
ti dedico questa poesia d'amore per te.

Ti voglio bene, mi manchi tanto.
Composta mercoledì 25 luglio 2012
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Alessio Fabretti
    in Poesie (Poesie generazionali)
    Giorno
    nel traffico impazzito, caldo torrido incombe
    visi sudati appiccicati, stretti nei corridoi
    del bus.
    Nella metropolitana
    un soffio di refrigero con l'odore della ferrovia
    arriva alle narici,
    mentre fermi si attende
    l'arrivo.
    L'aria invade la pensilina
    e ondeggia un vestito
    mostrando un paio di gambe tornite
    La fauna maschile si gira,
    peccato bisogna salire.
    Composta mercoledì 11 luglio 2012
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie generazionali)
      In dirittura d'arrivo
      addirittura lo scrivo
      con la premura di un mimo
      intento a rappresentare una scena in mezzo a un'arena che per suo vezzo s'arena su quel piccolo particolare, per lui fondamentale.
      Okay,
      ora tutti seri metto il delay
      l'eco è femmina così com'è lei
      pagherei, per dormirle accanto ma come d'incanto stare sveglio senza battere ciglio, senza alcuno sbadiglio
      il cuore pompa troppo forte per il suo odore l'amo a morte l'odio a volte forse troppe ma chi se ne fotte
      rotte le cuffie rotte le scatole, per il rotto della cuffia fuggire da mentali scatole
      aprire gil orizzonti sui tramonti lontani solo sfiorando-le mani le nostre dita aeroplani mentali
      provare troppo dolore all'atterraggio forse troppo amore nel viaggio
      sembra sempre sia stato solo un assaggio
      ora impalpabile mero miraggio sembra il nostro retaggio
      che sbatti!
      Colpo di rullante suono martellante poi "dish" piatti!
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie generazionali)

        I

        Tutto di bianco intorno è ricoperto
        e ancor la neve cala volteggiando
        mentre leggero, il vento sibilando
        vola la neve nell'andare incerto.

        Con l'ansia in petto, a passo svelto e certo,
        di porta in porta Giuseppe va bussando
        ed un lettuccio per Maria invocando,
        in loco pur modesto ma coverto.

        Ma non è locandiere a dare ascolto
        ch'ogni cantuccio dell'albergo è pieno;
        indi, posto può tener su paglia e fieno.

        Colui che delle stelle è ancora più alto
        nasce nel letto di una mangiatoia
        ma per Giuseppe e per Maria è piena gioia.

        Al caldo del respiro, nella stalla,
        docile bue l'accoglie e l'asinella
        che di Natività sono gaudenti
        non quali quadrupedi incoscienti

        ma animali bipedi intelligenti,
        che forzan loro mantici ansimanti.
        Onde donare tepore agli astanti.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Susan
          in Poesie (Poesie generazionali)

          È bella lei

          Ci sono quei giorni che non hai voglia di fare nulla
          ma c'è quella voce dentro o
          quel messaggio che ti arriva che
          ti porta a fare qualcosa che
          non hai proprio voglia con
          stanchezza e contro voglia comunque lo fai
          sia per amore per tua figlia sia per
          la voglia di non restare un altra sera a
          pensare e così via.
          Mi ritrovo lei davanti a me su
          quel palco la guardavo mentre lei
          ballava.
          Sai era bella lei
          la mia bambina era così bella
          mi manca mia figlia mi manca lei
          e
          tornando a casa
          con gioia nel cuore un messaggio
          chi poteva essere a quell'ora mi son chiesta.
          la risposta era là
          Mamma grazie mi hai reso felice perché c'eri
          una lacrima
          un sorriso
          e
          è bello aver ritrovato mia figlia!
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Luca Doronzo
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Novità affettive

            Piccolo letto, grande sapore.
            Un unico ricordo speciale,
            il poter passare ore e ore con lei.
            La mia mente mi riconduce ad attimi collaterali.
            Nudo, spoglio, mi vesto d'amore.
            Resto a guardare quello che una volta era grigio,
            quello che stava male, su di me.
            Un esplosione di colori mi ha riportato la vita.
            E lo sa, benissimo, che è solo grazie a lei.
            Composta mercoledì 9 novembre 2011
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvio Squillante
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Note sorde di periferia

              Labbra screpolate e nocche distrutte
              sono tutto ciò che ho
              dopo un giorno passato assieme a te.
              Sento ancora il tuo respiro, la tua risata, le tue parole
              che si insinuano tra le mie,
              che non mi mollano i pensieri.
              Sei il primo pensiero che vorrei dimenticare
              ogni qual volta apro gli occhi,
              sei il desiderio che non vorrei.
              Nel teatro dei miei giorni
              sei sempre stata il punto interrogativo
              alla domanda "esiste l'amore?".
              Composta domenica 24 giugno 2012
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Silvio Squillante
                in Poesie (Poesie generazionali)

                Se guardo le mie mani

                Se guardo le mie mani
                non vedo più le tue che le sfiorano,
                strette, serrate in una morsa dolce
                mentre riempivi il mio vuoto
                come con il tuo essere te stessa,
                mentre riempivi con le tue dita lo spazio eterno
                tra un una falange e l'altra.
                Osservo i miei occhi mentre in un vetro di città
                cercano le tue iridi sincere,
                doloranti e stanche ma mai preda delle lacrime.
                Le mie labbra, mordono filtri di sigarette,
                indicibile è il desiderio di incontrare il sorriso
                che in un angolo del tuo viso trovava spazio
                mentre ti amavo, ti amavo, ti amavo.
                Composta domenica 24 giugno 2012
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Silvio Squillante
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  La ferità è ancora calda di dolore

                  È quando smetti di chiedere
                  che inizi ad ottenere qualcosa,
                  quando la logica del dimenticare
                  prende possesso dei tuoi pensieri
                  inizi ad amare per davvero quel che hai.
                  La ferità è ancora calda di dolore
                  ma non fermi le sue dita mentre si avvicinano,
                  mordi le labbra che urlano "ancora!"
                  perché "fermati!" non l'hai mai contemplato.
                  Chi è come noi,
                  non ha mai pensato di fermare il proprio vivere
                  per provare a guarire dentro.
                  Si cercano nuove forme di dolore
                  senza mai accantonare quel pensiero
                  che racconta di ragazzi stesi
                  su di un letto di ricordi,
                  persi a contare le stelle del proprio soffitto,
                  persi in un mare di dolore,
                  persi nel buio di un notte troppo vera per esser ricordata.
                  Viviamo in bilico
                  perché solo in bilico riusciamo
                  a restare in equilibrio,
                  viviamo soffrendo
                  perché passar la lingua sopra i tagli nel palato
                  è il preferito dei nostri passatempo.
                  Composta domenica 24 giugno 2012
                  Vota la poesia: Commenta