Poesie generazionali


in Poesie (Poesie generazionali)

Pace...

Questa è la pace:
il silenzio, il cinguettio, gli alberi;
il traffico urbano, il rumore, lo smog.
Questo è ascoltare il mare
camminando sulla spiaggia
cercando fra i passi sperdute conchiglie.
Questo è perdersi nella città
passeggiando senza meta nei vicoli
osservando gli ornamenti delle facciate.
Questa è la pace per me,
una leggera spensieratezza
sentendosi sempre a casa.
Composta sabato 18 febbraio 2012
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    Scritta da: Renzo Mazzetti
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Salva Italia

    Chiamato dal sommo del colle
    subito nominato a vita senatore
    a un passo dal burrone
    agguanta sicuro le risorse
    salva Italia il professore.
    Piangono piccole pensioni e buste paga
    i giovani cercano lo studio sereno
    sognano il dignitoso lavoro
    ma anche il padroncino s'ammazza
    il mercato nella piazza affari in borsa gioca.
    Europa sovrana immacolata nuova fede
    dimentica tremende sofferenze estremi sacrifici
    rubi patrie inganni finemente domi
    popoli eroici sulle barricate e nelle trincee
    campioni della democrazia e della libertà.
    Ridotti a servi della finanza
    gettati allo sbaraglio per il pane
    penzola la carota davanti agli occhi
    sul groppone sbatte rabbioso il bastone
    sotto al palazzo grida di disperazione.
    Composta giovedì 29 marzo 2012
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      in Poesie (Poesie generazionali)
      Almeno hai mai pensato al mio lato più segreto?
      All'alma mia l'ho confidato ora non mi tiro indietro,
      elemosino almanacchi per studiare il coraggio
      perché ammiro chi persegue a paraocchi un miraggio;
      resto ostaggio della vita non ho idea su che si fonda:
      metto in prima è una salita, scalo vado in seconda,
      alla rotonda c'è un uscita dice "esci e torna indietro
      se poi cresci e ci riesci la virtù è solo nel metro";
      la lezione più importante, tendi i lobi alma mia
      è rinunciare alla virtù, in virtù della pazzia.
      Composta mercoledì 11 aprile 2012
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        Scritta da: Maria De Benedictis
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Fuori Maria, Io dentro

        Gli anni per me son maturi,
        li ho consumati in fretta.
        Fuori, adesso, donna,
        ma dentro...

        Le ferite rimarginate restano dolenti
        e quelle aperte sanguinano ancora.
        Mi parlano le voci dei pensieri pù segreti
        e combatto i "se" e i "ma" dei miei tormenti.
        Supero le delusioni accumulate
        e corro oltre le paure, le ignoro.
        Scavo dentro le insicurezze
        e trovo i miei languidi rimpianti,
        con loro stagnano i dolci ricordi
        e si sollevano come fermo-immagin i momenti felici.
        Allora irrompono le emozioni,
        esplodono sentimenti,
        sento forte il cuore
        e mi ritrovo ancora,
        sono io:
        fuori la maschera di Pulcinella,
        dentro un malinconico Pierrot.
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          Scritta da: My history with you
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Cosa vuoi che sia!

          E adesso cosa vuoi che sia,
          Asciugo l'ultima lacrima e vado via...
          Sai una cosa?
          Sarebbe bello poter star sveglia fino a che non vai a dormire...
          E sarebbe altrettanto bello svegliarmi cinque minuti prima di te per mandarti il buon giorno...
          Per essere il tuo ultimo pensiero la notte e il tuo primo pensiero la mattina...
          Sarebbe fantastico amarti ed essere amata...
          Ma adesso cosa vuoi che sia,
          Asciugo l'ultima lacrima e vado via...
          Composta domenica 18 luglio 2010
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            Scritta da: margherita1
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Amore telematico

            Ho pensato che non c'era niente di male
            a volerlo incontrare.
            Ci scrivevamo mattina e sera
            fino a consumare la tastiera.
            Lui era dolce, sensibile, alla mano
            tanto diverso da sembrare un marziano.
            Allora un giorno di Primavera
            decidemmo di incontrarci una sera.
            L'appuntamento era nel centro cittadino
            lui tutto in blu, io vestita giallo canarino.
            Attesi ansiosa che arrivasse l'adone
            nascosta nell'atrio di un portone,
            sbirciavo la strada all'imbrunire
            dicevo prima o poi dovrà venire!
            Quando al di là del marciapiedi
            vidi un tipo in blu, fermo in piedi.
            Biondo, ciuffo riccio e ribelle
            gli occhi blu come stelle,
            il fisico forte e snello da nuotatore
            già cuore e cervello gridavano 'Amorè!
            Ma proprio nel momento che uscivo allo scoperto
            una bionda alta e bella arrivò in quel momento,
            si abbracciarono teneramente
            allontanandosi per mano frettolosamente.
            Dietro nascosto dal fustone apparve un ometto
            altro un metro, largo come un vaporetto,
            alla luce del lampione brillava lucido il cranio
            io guardavo sporgendomi pian piano.
            Il rospo stava fermo nella gola
            non mi usciva neppure una parola.
            Poi lo vidi rovistare nelle tasche con fare circospetto
            non capivo che diavolo fosse quell'oggetto.
            Allungavo il collo per spiare
            per capire cosa volesse fare.
            In mano una piccola rosa gialla come il mio golfino
            vi legò una candelina gialla col nastrino,
            la luce brillò all'ombra del lampione
            sentii il rospo lasciar posto al magone.
            Allora gli andai vicino tendendogli la mano
            lui disse solo "ciao sono il tuo marziano"!
            Composta mercoledì 11 aprile 2012
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              Scritta da: circe
              in Poesie (Poesie generazionali)

              .....come una Pasqua

              Sono una piccola formica felice
              anche per me oggi è giorno di vacanza
              non devo trasportare pesi enormi sulla testa
              zampettare in affanno tra gli altri miei colleghi
              scavare lunghi cunicoli comunicanti.
              I magazzini sono ben riforniti
              le derrate alimentari riordinate con cura nelle dispense
              non sia mai scarseggino le scorte
              l'ombra di carestia sempre alle porte...
              Anche per me, dicevo, oggi è giorni di vacanza
              si lo so, per sovrani e regine ventiquattro misere ore non sono che un istante,
              di tempo libero loro dispongono in quantità,
              ma a me operaia, da lungo tempo a digiuno di libertà,
              ventiquattrore sono preziose e paiono tante.
              Potrei tentare l'arrampicata libera
              conquistare la cima della zuccheriera distrattamente aperta
              da lassù lasciarmi rotolare giù per le pendici bianche e saccarine...
              Organizzare spedizioni speleologiche tra i cristalli di sale sparsi sul tavolo
              Tracciare la mia piccola scia sulla farina candida e intatta
              caduta fresca ieri sera sulla spianatoia
              Ciondolare lungo le rive del lavello dove galleggiano pacifici barchini a forma di mestolo
              Oppure rimanere qui sdraiata su questo petalo di orchidea
              a contemplare la via lattea illuminata da un raggio di sole tra il pulviscolo.
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