Poesie generazionali


Scritta da: Ladygosister
in Poesie (Poesie generazionali)
Resta in silenzio,
ascolta,
riesci a sentirlo?
L'eco del mare
continua a chiamare,
è tempo di andare.
L'onda è perfetta
non puoi più aspettare.
Barchetta preziosa
sei resistente,
allora perché hai paura del mare?
Guarda,
oltre l'orizzonte l'onda travolgente,
dopo l'infinito,
il mare aperto ti attende.
Il vento può aiutare,
ma solo tu scegli di navigare,
abbandona gli ormeggi
ricomincia a sognare.
Composta giovedì 15 dicembre 2011
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    Scritta da: Violina Sirola
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Natale. Ti insegno a volare

    Nevica, il turbinio dei fiocchi
    le ali disorienta, in cerchio
    soffia il vento
    freddo, scoperchia i tetti
    la cometa brucia. Accendi il fuoco
    si schiodano le ali: idea
    novella
    pensiero luminoso
    "è l'alba"
    l'arcobaleno colora l'orizzonte
    andiamo
    ti insegno a volare.
    Composta venerdì 2 dicembre 2011
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      Scritta da: Francesca Clementi
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Il vero lusso

      Tazzine di caffè andato a male
      dimenticato su tavoli deconcentrati
      le mie borse disordinate
      i capelli sporchi e le notti bendate
      dimenticavi le sigarette consumate
      e non troppo fortunate
      per ballare tra le tue labbra avvelenate
      tra feroci litigi sugli spigoli delle librerie usate
      e non è vero che è un vero lusso viaggiare senza bagaglio
      e non è vero che è un vero lusso viaggiare senza bagaglio.
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        Scritta da: Francesca Clementi
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Divani interinali

        A quando stavamo in casa su quel divano sporco
        a fumare
        a guardare le serie televisive con brutti effetti speciali
        che tu conoscevi a memoria
        non gli effetti speciali
        le serie televisive
        e che io non conoscevo perché la televisione non la guardo mai
        però lì per lì mi piaceva guardare stronzate in tv con te
        che ridevi
        col fumo che ti usciva dalla bocca
        e ridevi
        e il fumo ti usciva dalla bocca
        e ridevi
        e solo il fumo è rimasto
        e non ridi più.
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          Patria mia!

          Patria mia, come sei ridotta.
          Il popolo non vuol seguir la rotta,
          la gente è sempre più corrotta
          e tutto questo per un po' di torta.
          L'Italia è una bancarotta,
          dove tutto s'insabbia e si complotta
          per avere più grossa la pagnotta.
          S'affilano le armi della lotta,
          tutto è una deplorevole condotta,
          ognuno teme che l'altro l'inghiotta,
          per cui si delinque a frotta.
          Meglio tacere, perché parlare scotta.
          Questo ai governanti piace
          e il popolo soggiace.
          Dov'è l'amore antico di patria e libertà?
          Dov'è il vigor dell'uomo e la sua abilità?
          Questa democrazia è tutta falsità,
          che porta solo in auge la bestialità
          ed ai politicanti tutta l'immunità
          per vivere senza tema e con impunità.
          Svegliati, o popol, tosto,
          non restare sottoposto,
          è troppo alto il costo,
          che ti è stato imposto.
          Sii fiero del tuo nome,
          non fare il prestanome.
          Tu, da buon italiano,
          non prenderla nell'ano,
          non passare per finocchio,
          non restare più in ginocchio,
          non morire da pidocchio,
          ma da uomo, sopra un cocchio.
          Composta sabato 23 settembre 2000
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            Scritta da: Rocco Fierro
            in Poesie (Poesie generazionali)

            I donatori di linfa della vita

            Lo hanno donato ancora,
            Lo hanno donato con la speranza infinita
            Che, a chi è in pericolo,
            Possa salvar la vita.

            Grazie al loro grande cuore
            Che ogni giorno
            Qualcuno, a loro estraneo,
            Forse non muore.

            Nessuno vi obbliga, nessuno vi ringrazia
            È un atto di vita quello che fate.
            Io a nome di tutti vi voglio ringraziare
            e a nome di tutte quelle persone
            che avrebbero voluto,
            ma non l'hanno potuto fare

            Grazie cari Angeli
            Per la speranza di vita che ci date
            Con tutto il sangue che, periodicamente, donate.
            Composta martedì 22 novembre 2011
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              Scritta da: Antonio Recanatini
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Il copione sul palco

              Un palco vuoto e la maschera a terra,
              le luci spente ed un sogno finito,
              riprendere ogni istante abbandonato
              e ad occhi aperti mimare il tuo bacio.
              Una nuova profezia da inseguire e
              dentro il dolore che si infrange
              sul mio stomaco, lasciando solo piaghe.
              Bramare ed inseguire la tua corsa,
              disinteressarmi a me per non morire.

              Adoperarsi per mascherare ogni segno,
              sentir pulsare il cuore come un'agonia
              e quell'infame fine dopo l'ultimo applauso
              segue qualche perduta, sfibrante smania.
              Ricostruire senza la forza di alzarsi,
              senza un suono da inventare
              solo con il mio profumo di menta, e poi
              ancora aridi deserti sparsi nell'orizzonte.
              Ancora un ultimo saluto, meglio di no,
              un degradante rifiuto per poter sbuffare.

              All'impazzata percorrere strade conformi
              disintegrando ogni desueto canto, poi
              implorare la mia calma a tenere banco.
              La luce non ritorna, il teatro ha finto
              l'ultimo lamento e la platea è dentro
              il letto, raccoglierò l'indegno copione.
              Composta martedì 19 aprile 2011
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                Scritta da: Antonio Recanatini
                in Poesie (Poesie generazionali)

                S'alzerà il vento

                Prima o poi s'alzerà il vento e
                a te, accomodante del tempo,
                non basterà alzarti il bavero.
                Il vento s'alzerà e ci saranno
                milioni di guerrieri affamati
                in cerca dello scalpo dei ricchi,
                dei mediocri e svenduti di rione.
                Prima o poi il vento s'alzerà
                spazzerà via la notte di periferia,
                bottiglie e bicchieri voleranno
                e il cordone di camicie nere sarà
                bruciato, arso ritornando cenere.
                Il vento s'alzerà e sarà un lusso
                rimanere in equilibrio nelle folate,
                non esisteranno argini immensi
                non basteranno funi a sostegno.
                Il vento sarà un vulcano in eruzione
                e il sangue dei corrotti servirà
                per dipingere strade e villini.
                Il vento sarà implacabile e
                sprofonderà negli abissi
                il ghigno dei potenti e lussuriosi.
                Spogliati oggi prima che ti spogli il vento.
                Composta sabato 1 gennaio 2000
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