in Poesie (Poesie generazionali)
Inarcato
è il pensiero
tra le pieghe dell'anima
solo uno sguardo
a liberar la via.
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Inarcato
è il pensiero
tra le pieghe dell'anima
solo uno sguardo
a liberar la via.
Suadenti
sono le parole
che fluttuano lievi
ad increspar pensieri
eppur ti sento qui con me.
Negli occhi aveva la luce delle stelle;Commenta
sulle labbra il sapore dolce della vita;
fra le mani un mondo ancora da scoprire
e da conquistare.
I purpurei tramonti e le trasparenti albe
erano passaporti
per i suoi sogni adolescenti.
Chiusa dentro al suo fatato incanto
e tutto il mondo fuori, lei
sorrideva al futuro.
Bella... era bella come un bocciolo
di rosa, che attende di sprigionare
il suo profumo e di colorare i verdi prati.
Bella, com'era bella quella ragazza felice
che correva incontro alla vita!
Aveva i miei occhi, e così tanto
mi assomigliava...
Parlando con te fratello mio, sento quanto soffri e stai male
respiro il vento che soffia di continuo e quello che mi portera
la sorte venendo verso di te, ti sei dimagrito hai perso peso
non ti vedo ma ti immagino, con gli occhi accerchiati dalle
righe nere e accompagnati dal dolore, soffro con te fratello mio
girati dietro vedrai me, tu sorella che ti vuole tanto bene,
le tue guance non sono più le stesse, la tua pancia non esiste,
abbi un po' di pazienza, coraggio vedro io ad aiutarti, per te
saro pronta ad sacrificarmi fino al mio ultimo respiro stancante
lo so la vità è difficile, tremenda senza renderti conto ti alza
e ti sbatte per terra come se non avessi passato mai quei momenti
felici della tua vità, ecco perché dobbiamo essere forti, coraggiosi
ottimisti per saper affrontare le vie infinite e senza fine della vità.
Mentre il mondo è confuso,
in guerra o in festa
io son qui, in casa mia.
Mangio, bevo, dormo...
Vivo!
Tutto sembra girare intorno come in un vortice
dove in fondo ci sono io.
Tutti proviamo la stessa sensazione,
perché vediamo vivere intorno a noi,
ognuno a modo proprio.
Quindi io mi trovo nel vortice di tutti,
come tutti stanno nel mio
e arrivano a me...in fondo
o meglio, nel mio profondo.
Fanno parte di me,
come io faccio parte di loro,
nel puzzle della vita che non finisce mai,
perché i pezzi non finiscono mai, interminabilmente!
Trova il tempo per sognare,
è il sentiero che porta alle stelle.
Trova il tempo per amare,
è la voce che parla al cuore.
E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi
di piccole esplosioni, un libro che ti scalda il cuore
che bastano le note di una canzone
e il profumo della primavera.
E impari che l'amore è fatto di sguardi,
di parole non dette, di un tocco lieve all'improvviso.
E impari ad avere nel cassetto del tuo cuore
fantasie mai confessate
sogni mai realizzati
ma non per questo è chiuso a chiave
e impari ad aprirlo piano piano
scoprendo che c'è felicità anche nella nostalgia
che basta chiudere gli occhi
per ritrovarti accanto a me
annullare le distanze
e ascoltare le stesse emozioni.
E impari
quanto sia bella e preziosa la semplicità.
Ascolta... neanche un battito coprirà il silenzio, se si possa davvero credere ancora... non so...
ma ciò che comunque resta è indelebile...
in un tripudio di colori fatti apposta... non ve ne sono, che distraggano...
le cose dette, potrebbero davvero ora, essere fatte...
ma tacciono le campane, e un dio, preposto a questo, seduto su di una panchina... pone il suo interesse su di un libro...
e il suo fare, non lo si può distogliere... ne pianti ne grida, vengono ascoltati...
Avresti dovuto saperlo...
che dei più autoritari... era colui che mise su tela la storia... ma di colori un dì, venne privato...
e ciò che riuscì, non rese giustizia a ciò che era...
restò vano il tentativo... e altrettanto vana... quell'innaturale voglia di voler capire...
arrivò il momento, e altrettanto veloce passò il tempo...
di una solitudine delirante, ora ne sono colmi i cuori...
nonostante corpi, che celati da improbabili sorrisi dipinti... vivono...
Fondamentalmente credo in tutto ciò che è sbagliato,
perché l'essere umano è fatto così,
si lascia ingannare dalle belle cose ma
che alla fine fanno solo più male.
In tutto questo tempo,
non ho imparato niente di sensato,
ho solo camminato nel dolore con gli occhi appannati di lacrime
permettendo a me stessa che quella volta sarebbe stata l'ultima,
ma l'ultima non lo è mai stata.
Non si può dire che non ci abbia provato
ma nella vita ci vuole fegato
e viste le lineari attitudini che ho intrapreso,
mi rendo conto che non ho la forza per combattere contro me stessa,
contro quelle cose che mi uccidono,
contro il mio cuore.
Allora non posso più fingere che il domani sarà diverso,
sarebbe solo l'ennesima bugia,
a questo punto mi lascio andare
e sono sicura che andrà meglio così senza lottare.
Caro amico Pino,
ti confesso
di avere nostalgia del banco
della scuola elementare, quando
candida - mente
ero ignorante nella conoscenza
dell'intrinseco valore del possesso
delle banconote.
Collezionavo francobolli nel diario
trascurando le "sudate carte"
al lume di candela
per l'alloro
da appender al chiodo.
La Poesia
crocefissa nella mente
malriposta fede
nella conoscenza.
Sono passati gli anni
non amo definirmi vecchia
sono antica e,
candida nella mente,
ti assicuro che
l'esperienza, ovverosia
la Storia, è maestra di vita: la Storia mia
il libro cartastraccia.
Se ora e ancora, Nave d'intelletto,
spieghi le tue dantesche vele al vento,
fendi le onde fra schizzi di pensieri,
ringrazia maestri d'ascia e carpentieri,
i quali nella calma e nel tormento
ti hanno così costruita per diletto.
Come il cigno, lasciato il laghetto,
ne porta in sé il ricordo con l'intento
di tornare, i tuoi versi grandi e fieri
sono distante dimora nel mare
sempre nel petto di chi sa ascoltare.