Poesie generazionali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie generazionali)

Che strana la vita

Che strana la Vita.
Ci porta a fare dei giri immensi
Fiumi di parole
Fiumi di lacrime
Fiumi, interminabili.
Parole, sentite, dette, ridette
Parole.
Abbracci, strette di mano
Abbracci
Commozione, ci portano a riflettere
Il grande valore "la vita"
Il dolore si può superare attraverso varie forme d'amore
La solidarietà, il ricordo.
Il dolore resta.
Ma...
Ma si riesce a sopravvivere, grazie all'immenso lavoro che svolge la nostra anima, ricca di valori
Ieri, ci ha unito la forza della Vita
Grande famiglia, uniti tutti dallo stesso dolore
Ma il calore sprigionato, ci ha accompagnato a casa, con una grande ricchezza interiore
Ricchezza di cui noi siamo testimoni
Affronteremo l'oggi, il domani testimoniando il valore della Vita.
Composta mercoledì 22 dicembre 2010
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    Scritta da: Simona D.
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Sei Vivo...

    Chiudi gli occhi e ascolta...
    Chiudi gli occhi e vedi...
    Accendi la Musica e Ascolta...
    Chiudi gli occhi e vedi... tocca e percepisci ogni singola cosa...
    Sii per un istante cieco in questo mondo cieco...
    E ascoltati...
    Tocca ogni singola parte di te e respira...
    Percepisci ogni particella del tuo Corpo... del tuo Cuore...
    Dopo aver percepito ogni singola cosa, apri gli occhi e pensa...
    Che la Vita non è quello che vedi ma quello che senti...
    Dopo aver visto il tuo mondo interiore, capirai quante cose ti sfuggono agli occhi e quante ne assorbi col Cuore...
    Capirai che la Vita non è solo quello che vedi...
    Ma la Vita si nasconde in ogni singolo Battito... in ogni singolo Movimento... in ogni singolo Istante... in ogni minima cosa...
    Dopo esserti sfiorato... apri gli occhi...
    Dopo aver ascoltato con il Cuore... apri gli occhi...
    Sei Vivo...
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      Scritta da: Pervinca
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Inverno

      La neve che giace dolcemente sulle fronde degli alberi.
      Il cielo grigio che racchiude un grande mistero.
      Le piante che dormono soavemente, il vento gelido che le avvolge.
      Il freddo che rende tutti più lenti e stanchi... e mi fa gioire di questa glaciale sensazione e che mi rende allegra e vivace, felice e veloce.
      Camminando solitaria in un mare di nebbia fredda e malinconica che scaccia i pensieri, i dubbi e le paure.
      E le parole che si perdono insieme al vento che le porte via.
      E il fiume placido e congelato che s'infrange contro le rive mentre i pesci se ne stanno rintanati sul fondo.
      Ed ecco arriva la sera più fredda di una tormenta. Nera e buia.
      Mentre tranquilla osservo la notte che racchiude il silenzio invernale...
      Composta sabato 10 gennaio 2009
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        Scritta da: Armando
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Giorgio La Pira

        Quante volte quelle parole ho ripensato,
        buttate come un seme tra quei banchi
        da quell'omino, che non ho scordato,
        e che rivedo ormai con gli occhi stanchi.

        Parole, trascinate via dal vento,
        quando non si stava ad ascoltare,
        ma che son ritornate ogni momento
        se un dubbio mi stava a tormentare.

        Parole forti, contro ogni violenza,
        quella subita, nel periodo fascista,
        parole dolci, per invocar clemenza
        per quanti uscivan dalla diritta pista.

        Parole amare, per deboli e sfruttati,
        che non hanno alcun mezzo di difesa,
        parole severe, per l'indifferenza degli stati
        agli eccidi di gente povera e indifesa.

        Semenza, sì, era proprio semenza
        caduta in parte su un'arido terreno,
        ma tant'altra ha generato conoscenza,
        amor per gli altri, ricerca del sereno

        nei rapporti interni alla famiglia,
        nelle relazioni umane tra le genti,
        nel rispetto per chi non ti somiglia,
        restando vivo tra gli indifferenti.

        Quelle parole oneste oggi risento
        e sembrano assordanti dentro il cuore,
        oggi, che tanti in questo firmamento
        non seguon più la strada del Signore.
        Composta giovedì 27 maggio 1999
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          Scritta da: Armando
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Bruma autunnale

          Uggiosa nebbia al piano,
          nella campagna guazzo e brina impera,
          scuote la vetta il vento
          il cinguettio d'un passero suggella
          una giornata senza inizio e fine.
          Bela giù al piano una pecora e dispera,
          il suo richiamo si sperde lungo i fossi,
          per i poggi velati di mistero
          giunge dal nulla come nota strana
          frammisto al maestrale che muggisce
          e scorrazza in questo borgo antico
          privo di suoni e povero di vita.
          E la mia quercia scricchiola sperduta,
          solitaria stride in mezzo al prato
          tra la rugiada che i suoi rami imperla,
          ombre fuggenti di desio diffonde
          ultime pene sembra socializzi.
          E m'abbraccia tra i suoi forti rami,
          suggella un limite al suo amore,
          mi scuote e mi risveglia nell'arguire,
          mentre la sera già di nuovo scende
          in questo cuore apatico che osserva
          un tramonto offuscato che già affonda
          nella fanghiglia d'un pantano marcio
          che la vita allontana e la sospinge
          in una immensità che non ha tempo.
          Composta giovedì 9 dicembre 2010
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            Scritta da: Ada Roggio
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Caro Babbo Natale

            Caro Babbo Natale,

            Oggi torno a credere, allora scrivo a...

            Caro Babbo Natale
            Vorrei tanto da te un Natale speciale
            Albero non ne ho.
            Ho posto una piccola grotta con la natività su di una colonna di gesso
            Mi sento ricca perché ho anch'io il Natale
            Ma il mio Natale è freddo, vuoto, silenzioso,
            Non ha botti, non ha spumante, non ha voci, non ha sorrisi, non ha amore
            Tutto l'amore che mi regalano la famiglia, non mi porta pace
            Parlo di un amore perso, finito, che non ha eguale
            Tu ora leggendomi dirai, questa donna cosa vuole!
            Regali per lei... non ne ho
            Caro Babbo Natale
            Ricordo
            Quanto amore avevo
            Quanto amore mettevo con i miei figli nelle domeniche d'avvento
            Quanto amore mettevo con loro nel vestire la nostra casa
            Quanto amore mettevo nel preparare con loro il presepe
            Quanto amore mettevo nel preparare con loro l'albero di Natale
            Quanto amore mettevo nel preparare con loro i regali di Natale
            Quanto amore mettevo nel preparare con loro i dolci di Natale
            Quanto amore mettevo nel preparare con loro il pranzo di Natale
            Di quello che è stato, non posso cambiare nulla, è stato
            Forse ci ha colpa anche il fato
            Perché è successo, non so, forse era scritto in qualche libro nascosto
            Oggi cerco pace in qualunque posto
            Ma nulla mi fa cambiare allora il regalo che ti chiedo
            Fa che di questo ricordo io possa sognare ancora un po.
            Composta lunedì 6 dicembre 2010
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              Scritta da: Habibi
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Ti amo,
              ma te lo dirà il vento
              quando inquieto verrà
              a cercarti ovunque
              Ti amo,
              te lo ripeterà il mare
              continuamente
              Ti amo,
              ma lo sentirai quando la pioggia
              cadrà sul tuo corpo
              Ti amo,
              lo capirai guardando il cielo,
              il sole, la luna, le stelle
              Ti amo,
              e ti guarderai attorno per
              trovare chi da lontano grida
              il tuo nome...
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                Retorica confidenziale

                L'essenza della confidenza sta nell'impazienza
                Non nella temperanza data dalla costanza
                D'erigere un rapporto aperto ma pur accorto
                Accelerando purtroppo a torto un rapporto
                Che porta pertanto presto ad un rimpianto.
                Composta domenica 11 aprile 2010
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                  Scritta da: Andrea Carducci
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  05/04/2010

                  In treno.
                  Verso Roma.
                  Fuori dal vetro, ancora immagini di niente, zuppe di pioggia.

                  Lassù, cielo grigio ma con buona speranza di sereno.
                  Più in là, ruderi di case e di vite passate chissà come, che vengono distorte e filtrate dal vetro bagnato.
                  Immagino le grida dei bambini che giocavano nei giardini antistanti a queste case.
                  Giardini ormai ridotti a cimiteri d'erba.
                  Li vedo, quei ragazzi, rincorrersi nel sole, per poi nascondersi tra gli alberi e mi piange l'anima per la vita che come sempre ha perso la sua battaglia contro il tempo.
                  Ma il bimbo che è in me, gioca con loro e grida, con il sorriso in faccia, correndo dietro al tempo sperando che questo non si volti per vedere chi è rimasto indietro.
                  Composta lunedì 5 aprile 2010
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                    Scritta da: Rosarita De Martino
                    in Poesie (Poesie generazionali)

                    La preghiera dei navigatori di Facebook

                    In questo angolo del mondo digitale, Signore,
                    ci sono centinaia di nomi,
                    appiccicati alle pareti di una casa
                    che esiste solo sullo schermo e nella mia fantasia.

                    Li chiamo "amici",
                    ma molti di loro li conosco poco,
                    altri solo di vista,
                    altri ancora sono poco più che volti
                    (a volte nemmeno quelli!).

                    Qualcuno non l'ho incontrato,
                    qualcun altro vive dall'altra parte del mondo;
                    con qualcuno condivido molto,
                    con altri poco o nulla.
                    Alcuni li ho scelti.
                    Altri hanno scelto me.

                    E ora sono qui,
                    sulla mia home
                    come sorelle e fratelli,
                    posti sulla mia rotta virtuale.

                    Te li affido, Signore,
                    uno per uno.
                    Ti affido le loro speranze,
                    le loro paure,
                    i loro progetti di felicità.

                    Rendimi, per loro,
                    immagine - sia pur sbiadita! -
                    del tuo amore paziente e misericordioso.
                    Rendimi amico vero,
                    pronto ad ascoltare,
                    a condividere, a esserci.

                    Rendimi apostolo,
                    capace di annunciare,
                    anche sul Web
                    il tuo Vangelo di salvezza.

                    Ti ringrazio, Signore,
                    per questo spazio immenso,
                    per questa vita a colori,
                    per questi incontri che forse non sono così casuali.

                    Tuttavia, Signore,
                    di chiedo di non lasciarmi affogare
                    in questo mare di finta compagnia:
                    risveglia in me il desiderio
                    di uscire là fuori,
                    di ascoltare voci reali,
                    di abbracciare persone autentiche
                    e stringere amicizie vere.
                    Amen.
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