Silenzi. I tuoi fottuti silenzi: ritornano! Lontano. Febbre. Ancora? I pensieri tuoi sono ancora miei? Tu hai ancora voglia di labbra rosse? Di capelli lunghi e lisci da accarezzare di mare e piedi bagnati di vetri su cui appoggiare mani e acrobazie desiderate? Ma i silenzi ritornano e la voglia pure. Giuda! Sei proprio come Giuda! Ritorna per un po'. Meglio. Così non ci penso. Tu? Tu dove sei? E continuo a farmi male di te. E c'è un fiume di parole perché ci sono giorni in cui non esisti. Non esisti! E giorni in cui sei mio dentro nello stomaco mi prendi arrivi al cuore e li ti fermi per uccidermi un po' per toccarmi per desiderare ancora. (Fra un minuto me ne andrò anni luce da qui e non dovrò dire sempre di sì) Ma ora? Sono ancora qui! E vorrei stelle e luna incatenerei la tua anima al mio letto. Danzerei per te. Con te. Su di te. Ma se per caso non ti penso più. Se per caso il Diamante ti manda a fanculo per sempre... tu cosa fai?
E vorresti stare sola a pensare senza dare troppa importanza a ciò che ti dice la gente... eppure le parole che ancor non si son dette già risuonano nella tua mente facendoti impazzire... e ciò che si è detto o che ti hanno detto ti rendono debole facendoti riflettere su cose impensabili di cui prima non te ne importava niente... e stai li immobile cercando in qualche modo di svegliarti sperando che tutto questo sia solo un sogno ma invece no, è la pura realtà e cerchi con tutte le forze di far finta che nella tua vita non manchi niente solo per rendere le tue giornate più semplici e migliori.
Ma come fare? Qual è la soluzione? Io non l'ho ancora trovata perché mi dai il tormento in ogni istante della mia vita pensando a quei sentimenti che tu non proverai mai per me... e mi sforzo di pensare a vari attimi di noi due che so per certo che non si avvereranno mai... eppure tutto sembra così reale... così vivo che i miei pensieri mi illudono di cose che non potrò mai avere.
Eri in mezzo ai miei pensieri, non riuscivo a trovarti, forse cercavo dalla parte sbagliata quella meno colorata. Eri in mezzo alle mie confusioni storte, eri tra le righe del mio diario ingiallito, eri nel mio cuore... eri? Sei nel mio cuore... E rovisti tutto, tiri fuori i cassetti della tua anima, sparpagli le emozioni sopra il letto, ma che cerchi? Ti siedi e te lo chiedi, ma che stupida che sei, non vedi che quel che cerchi è davanti agli occhi tuoi?
Non mi sovvien parola che nulla grida, ciò che il cuor mio non prova ora, non v'è anelito di vento che non porti il tuo nome così d'incanto, non son suoni ormai così lontani che faranno scomparire il mio domani, non c'è gesto estremo alcuno per impedir il domani di ognuno... E attendo nella mente che tu venga, finalmente a ridare alla mia anima quei colori scomparsi nel tuo ieri, non v'è vuoto nel silenzio che il cor mio non strazi con il tempo...
Giornate strane passano Alla velocità della luce. Jogging al parco. Una città che si rialza. Un'amica innamorata. Un telefono che squilla e una sorella incinta. Tra carillon e luci soffuse aspetto ancora fragole da mangiare le stesse di mesi fa. Chiuso! Con te avevo chiuso. Lo avevi detto anche tu. Solo tu. Ed io arrogante ed orgogliosa sono partita. Due mesi. Per te una nuova primavera. Forse! Oppure letti caldi in cui dormire. Ora: Sei tornato. Sabato. Sei tornato. E come se non fosse successo nulla come se due mesi fossero due giorni attendi le mie labbra... ed io? Io ancora attendo le tue. (e com'era? Cosa ti ho detto? Riferisci... o meglio ancora fottitene di lei, se c'è fottitene... e pensa a quello che possiamo fare!) Bene. Lo hai fatto. Ed io con te!
Non chiedermi come sto... perché stanotte ho il buio dentro. Un buio fatto di castelli neri. Ritorna Jeff in questa serata strana Eppure un'ora fa ridevo. Eppure un'ora fa speravo ancora. E ritiro! Ritiro ciò che ti ho detto... Ritiro quello che ti farei. Ritiro la passione che ho per te... E mentre ieri avevo deciso ti volevo ancora qui con me... ora affondi tu e la tua voce del cazzo. E non mi chiedere perché. Una stronza lo sa. Ed ora anch'io.
Tu che sfiori le mie parole come il suono di un'arpa, tu che mi cerchi nelle tue notti mentre io sono l'alba, tu che hai ridato un colore nella mia anima spenta, tu che mi dai tanto amore senza sapere come. Sei un tuono nella notte, un lampo all'improvviso, e tutto era chiaro tutto deciso, non puoi combattere contro il cuore lui vince sempre, perché vince l'amore...
Seduta alla stazione del mio io, aspetto che arrivi tu... Guardo i treni transitare, aprire le porte verso me, invitarmi ad andare verso una meta sconosciuta, in un tempo senza tempo, fatto di occasione e non di sentimento, ma io aspetto te... E aspetto te, fragile nei miei pensieri, fasciata nei miei panni stretti, ingrassata da una vita vuota, aspetto te che sei il mio grande amore, l'unico pensiero che mi lega a questo mondo, te che sei l'unico bacio non dato, il solo corpo non stretto, il pensiero non vissuto, il tuo nome non gridato.
Ventiquattro parole chiuse in un cassetto che non aprirò mai. L'avevo già scritto. Lo ridico! Assenze ingiustificate e notti troppo lunghe. Un bambino mi alza la gonna e un masticone si appiccica sotto lo stivale. Si gira in macchina. C'è gente! Una festa... cantanti. Ci fermiamo? No. Sì. No. Dai! Ok! Fumo. Fumo. Numeri. Risate. Musica. Si canta. Foto. La gonna non la metto più. Casa. A volte ci penso. Qualcuno dice che ho tutto. E allora perché stanotte non ho niente? Dice che sei una sfida. Dice che non mi arrenderò. Dovrei comprare un po' dei tuoi silenzi. I tuoi occhi e quei sorrisi. Me li vendi? Li voglio! Un po' ci sei. In testa. Batti. Un po'. E ti comprerei.
Silenzio, ascoltami, i miei sussurri sono labili come il vento. Vestimi di note, di voci e dopo... ancora di silenzi. Strilla questo tempo che non conosce quiete, docil dimora di aneliti dispersi. Sogno di te, Notturno, Chopin. Spargi lento il dolce odore di rugiada. Osserva il mio pensiero, egoista incantatore. Sono quì, grillo parlante. Un Si bemolle un Fa diesis. Cantami allora, perché io non posso. Nella notte, fra le stelle e dopo... ancora in mezzo ai campi. Suonami, arpa dalle mille corde. Suona questo canto di sirena. Ulisse, aspetta, sono qui... fra invisibili onde. Oltremare, oltreterra, oltrecielo, oltrete. Bagna queste parole d'inchiostro, prima che il tempo ingiallisca le pagine.