Poesie generazionali


Scritta da: Daniela Cesta
in Poesie (Poesie generazionali)

Sapori di primavera

Che dire delle sensazioni primaverili
trasporta energia dentro noi,
la luce che allunga il giorno

ha sapore di magia, di calore e tenerezza
la primavera è armonia di suono, armonia di tono,
dolcezza di cuori, dolcezza di colori

dolcezza di profumi, testo poetico di Dio
composizione musicale che incanta lo spirito
allieta l'anima, riempie il cuore di amore.

Non occorrono parole basta osservare
con gli occhi e la mente, la rinascita della terra
rifiorire, rigermogliare, ricrescere ogni stelo di erba

a nuova vita, anche noi dobbiamo ridestarci
rinvigorirci, cambiare, con il magico tocco
della natura risvegliatasi.
Composta domenica 22 aprile 2018
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    Scritta da: Daniela Cesta
    in Poesie (Poesie generazionali)

    CAMMINANDO

    Librarsi, svolazzare, aggirarsi, gironzolare
    nel sentiero che inizia a rinverdirsi
    la primavera respira e dona aliti di vita
    enzimi, luccichii, note armoniose che abbracciano
    il sentiero delle querce guarisce ogni cosa
    avvolge, circonda, avviluppa,
    di gaiezza, giocondità, dolcezza, soddisfazione e delizia.
    È la primavera che trascina nell'aria
    festosità ed esultanza.
    Composta mercoledì 18 aprile 2018
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      Scritta da: Marta Emme
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Siparietto

      Paraculo è chi fa intender
      che credito, a lui e a quel
      che pone, è da dare, proprio
      come al prete quando parla
      dall'altare, senza voler
      questo affatto declassare,
      che è un bene la fede
      predicare. E col suo fare
      accattivante, proprio da
      birbante, riesce a entrare
      nelle corde della gente,
      tanto più se è commovente,
      perché "toccare" il cuore fa
      presa sempre: è aprir, come
      d'incanto, lo scrigno* (di tesori)
      custodito nella mente. E bravo
      com'è, senza accorgertene, sei
      alla sua mercè se, distratto,
      permetti che si profitti di te.
      Composta mercoledì 28 marzo 2018
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie generazionali)

        Il corista

        La libertà è una grande conquista
        non il vezzo di chi è qualunquista.
        Come dire che è cosa trista quando
        nel polifonico coro uno si mette a
        cantare da solista, e non per svista,
        vuol essere proprio il protagonista
        pur se la cosa non è prevista. È
        elementare: non devi calpestare
        chi come te ha diritto uguale. La
        libertà che non ha costi genera
        solo grandi mostri* (egoisti,
        tiranni...). Così, uscir dal coro puoi
        per affermare gli intenti tuoi, ma se
        lo fai, al bel canto* (di valore/i) non
        rinunciare mai.

        Senza entrare dei dettagli, anche
        esser realista limita gli sbagli. Come
        è una realtà che chi troppo vuole,
        spesso, niente ha. Come, nel
        dibattito, son le diversità che ci
        posson migliorar, seppur sceglier
        poi si dovrà e la scelta rispettar.
        Come anche la politica, che questo
        spesso non sa far. Come un corista
        che da solo vuol cantar senza
        averne liceità, per sua propria
        velleita* (volontà)

        E scusate il non poco divagare e
        anche la costumanza di
        esemplificare, che può esser
        illuminante se riesce ad essere
        calzante.
        Composta venerdì 13 aprile 2018
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Guercio

          Guarda di traverso, ma  
          ben riconosce e come
          saluto ha in serbo, spesso,
          solo un seccato e breve
          verso. Poi, siccome la luce
          della ragione ha perso,
          l'animo ha nero e torvo
          come quello di uno
          spelacchiato e inquietante
          corvo. Tanto che, la stessa
          voce crocidante mostra, o
          molto simile, pur se svolazza
          tra delicate e colorate
          primule*(persone gentili).
          Così se un corvo può simular
          la voce umana, quella del
          guercio, 'sì ridotto dal
          rancore, gli viene proprio
          spontanea.
          Composta domenica 25 marzo 2018
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            Scritta da: Rossella Porro
            in Poesie (Poesie generazionali)

            L'amore imperfetto

            Perdonami
            il tempo
            che ho lasciato correre
            senza afferrarlo e legarlo a te.
            Perdonami lo spazio
            che ho lasciato
            sgranarsi
            fino ad allargare le maglie
            che ci univano.
            Perdonami
            l'incapacità di stringerti
            e proteggerti da te stesso.
            Perdonami
            i silenzi
            i baci non dati
            le carezze mancate.
            Perdonami
            le mancanze
            le assenze
            le parole spezzate.
            Perdonami
            l'amore imperfetto
            che ho da darti
            ma non dubitare
            mai che io
            t'ami.
            Composta venerdì 20 aprile 2018
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              Scritta da: fiocchidineve
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Lei!

              Lei lo sa!
              Parlo di lei... sì!
              Insospettabile forza
              indomabile gioia.
              Lei che aggiusta il mio cuore
              anche con solo uno sguardo,
              che mi è vicina,
              che mi pensa sempre... lo so!
              Lei... sorella di sangue
              sorella di luce
              sorella di stelle.
              Non potrei cambiarla mai!
              Il buffo è che, quando lei ha bisogno di me
              sono io che ho bisogno di lei.
              Sì proprio di lei. Solo di lei.
              Composta venerdì 13 aprile 2018
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                Scritta da: Antonio Belsito
                in Poesie (Poesie generazionali)
                Ed eccomi qua.
                Qui.
                Forse là.
                Accoccolato
                nel ventre dolce
                e pure aspro
                della vita
                rincorso dal tempo
                t e m p o
                come rintocchi di campane
                a naufragare nel cielo
                non sempre azzurro
                dell'esistenza
                amorosamente cullato
                dallo strenuo ritmo
                di esserci
                soloeavolteincompagnia
                come in un mare mosso
                commosso
                da ogni sussulto
                tintinnio
                ribelle
                a volte assopito
                di immagini
                dolci
                a occhi chiusi
                stretti
                per soffocare la vista
                nella luce della immaginazione.
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