Non chiedertelo mai
che cosa durerà
davvero
la vita è troppo breve
ci son delle sorprese
che non ti aspetti mai.
Composta venerdì 20 aprile 2018
Non chiedertelo mai
che cosa durerà
davvero
la vita è troppo breve
ci son delle sorprese
che non ti aspetti mai.
Che dire delle sensazioni primaverili
trasporta energia dentro noi,
la luce che allunga il giorno
ha sapore di magia, di calore e tenerezza
la primavera è armonia di suono, armonia di tono,
dolcezza di cuori, dolcezza di colori
dolcezza di profumi, testo poetico di Dio
composizione musicale che incanta lo spirito
allieta l'anima, riempie il cuore di amore.
Non occorrono parole basta osservare
con gli occhi e la mente, la rinascita della terra
rifiorire, rigermogliare, ricrescere ogni stelo di erba
a nuova vita, anche noi dobbiamo ridestarci
rinvigorirci, cambiare, con il magico tocco
della natura risvegliatasi.
Librarsi, svolazzare, aggirarsi, gironzolare
nel sentiero che inizia a rinverdirsi
la primavera respira e dona aliti di vita
enzimi, luccichii, note armoniose che abbracciano
il sentiero delle querce guarisce ogni cosa
avvolge, circonda, avviluppa,
di gaiezza, giocondità, dolcezza, soddisfazione e delizia.
È la primavera che trascina nell'aria
festosità ed esultanza.
Paraculo è chi fa intender
che credito, a lui e a quel
che pone, è da dare, proprio
come al prete quando parla
dall'altare, senza voler
questo affatto declassare,
che è un bene la fede
predicare. E col suo fare
accattivante, proprio da
birbante, riesce a entrare
nelle corde della gente,
tanto più se è commovente,
perché "toccare" il cuore fa
presa sempre: è aprir, come
d'incanto, lo scrigno* (di tesori)
custodito nella mente. E bravo
com'è, senza accorgertene, sei
alla sua mercè se, distratto,
permetti che si profitti di te.
La libertà è una grande conquista
non il vezzo di chi è qualunquista.
Come dire che è cosa trista quando
nel polifonico coro uno si mette a
cantare da solista, e non per svista,
vuol essere proprio il protagonista
pur se la cosa non è prevista. È
elementare: non devi calpestare
chi come te ha diritto uguale. La
libertà che non ha costi genera
solo grandi mostri* (egoisti,
tiranni...). Così, uscir dal coro puoi
per affermare gli intenti tuoi, ma se
lo fai, al bel canto* (di valore/i) non
rinunciare mai.
Senza entrare dei dettagli, anche
esser realista limita gli sbagli. Come
è una realtà che chi troppo vuole,
spesso, niente ha. Come, nel
dibattito, son le diversità che ci
posson migliorar, seppur sceglier
poi si dovrà e la scelta rispettar.
Come anche la politica, che questo
spesso non sa far. Come un corista
che da solo vuol cantar senza
averne liceità, per sua propria
velleita* (volontà)
E scusate il non poco divagare e
anche la costumanza di
esemplificare, che può esser
illuminante se riesce ad essere
calzante.
Guarda di traverso, ma
ben riconosce e come
saluto ha in serbo, spesso,
solo un seccato e breve
verso. Poi, siccome la luce
della ragione ha perso,
l'animo ha nero e torvo
come quello di uno
spelacchiato e inquietante
corvo. Tanto che, la stessa
voce crocidante mostra, o
molto simile, pur se svolazza
tra delicate e colorate
primule*(persone gentili).
Così se un corvo può simular
la voce umana, quella del
guercio, 'sì ridotto dal
rancore, gli viene proprio
spontanea.
Sola
ho atteso
ho atteso a lungo
non era pazienza la mia
ho aspettato divelta dal mondo
senza inquietudine l'ore
fuggivano a notte
rivoltavo
la clessidra vacua
che ha grani di assenze
e visionaria credevo che prima
dell'estate un viandante
portasse la sabbia
ma ancora
è no.
Perdonami
il tempo
che ho lasciato correre
senza afferrarlo e legarlo a te.
Perdonami lo spazio
che ho lasciato
sgranarsi
fino ad allargare le maglie
che ci univano.
Perdonami
l'incapacità di stringerti
e proteggerti da te stesso.
Perdonami
i silenzi
i baci non dati
le carezze mancate.
Perdonami
le mancanze
le assenze
le parole spezzate.
Perdonami
l'amore imperfetto
che ho da darti
ma non dubitare
mai che io
t'ami.
Lei lo sa!
Parlo di lei... sì!
Insospettabile forza
indomabile gioia.
Lei che aggiusta il mio cuore
anche con solo uno sguardo,
che mi è vicina,
che mi pensa sempre... lo so!
Lei... sorella di sangue
sorella di luce
sorella di stelle.
Non potrei cambiarla mai!
Il buffo è che, quando lei ha bisogno di me
sono io che ho bisogno di lei.
Sì proprio di lei. Solo di lei.
Ed eccomi qua.
Qui.
Forse là.
Accoccolato
nel ventre dolce
e pure aspro
della vita
rincorso dal tempo
t e m p o
come rintocchi di campane
a naufragare nel cielo
non sempre azzurro
dell'esistenza
amorosamente cullato
dallo strenuo ritmo
di esserci
soloeavolteincompagnia
come in un mare mosso
commosso
da ogni sussulto
tintinnio
ribelle
a volte assopito
di immagini
dolci
a occhi chiusi
stretti
per soffocare la vista
nella luce della immaginazione.