Poesie generazionali


Scritta da: Marta Emme
in Poesie (Poesie generazionali)

Orizzonte donna

Non dirmi antica* (fuori moda)
non sono antica, non dirmi
ostile* (al femminismo) non
sono ostile, non dirmi
remissiva* (alla vita) non sono
remissiva, non dirmi carina*
(oca) non sono carina, non
dirmi bigotta* (sui valori) non
sono bigotta. Come donna ho
tanti difetti e poche virtù, ma
accanto all'uomo mi pongo, se
mi par, pure in tutù. Perché la
mia vita non sarà mai un tabù,
come dici tu* (fatta di inibizioni).
Mi allineo con me* (mi
corrispondo) e non ho bisogno
di spiegare com'è. È la libertà
che come donna voglio
conquistar. Anche di esser
antica, ostile, remissiva, carina,
bigotta, come a me più importa.
Perché è esser ribelle
la mia qualità e anche nel
pensar che l'emancipazione più
che il femminismo a pennello
mi va. Così, or sarò
controcorrente nel voler che la
parità* (con l'uomo) diventi
realtà purché porti a un sano e
vivace confronto nella sobrietà*
(rivoluzione del pensiero), che
la donna un oggetto non faccia
mai diventar. E che un grande
movimento di donne così
determinate* (sui diritti), in tutto
il mondo, per ordinamento* (sia
una tacita regola ove non è
parità), possa avanzar, perche è
quello di cui ha bisogno
l'umanità.
Composta venerdì 9 marzo 2018
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    Scritta da: Oriana Capobianco
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Papà

    A mio padre,
    che con il suo sorriso
    si è sempre fatto carico
    di tutti i miei problemi.

    A mio padre,
    perché non esiste
    altra persona
    che possa mai sostituirlo.

    A mio padre,
    'che quando si arrabbia
    ha gli occhi un po' più grandi
    ma se lo guardi bene
    nasconde i mezzi sorrisi.

    A mio padre,
    che mi ha dato sempre
    la spinta per volare.
    Auguri!
    Composta lunedì 19 marzo 2018
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      Scritta da: Oriana Capobianco
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Donna

      Quel sorriso
      che le vedi addosso
      mentre ha gli occhi lucidi,
      è questa tutta
      la forza
      che hanno le donne.
      'Che non si fanno
      abbattere da niente
      e da nessuno
      per nulla al mondo.
      'Che non basta
      un po' di vento
      per buttarle giù.
      Quelle carezze delicate,
      i baci infiniti,
      è questo
      l'amore che ti dona,
      la donna.
      È fragile come una farfalla,
      puoi spezzarla;
      è forte come un uragano,
      può spezzarti.
      Ma è pur sempre e comunque
      una fonte inesauribile
      di forza
      che non sa di avere
      ma che trova sempre dentro se.
      A lei, la donna
      e a te, che sei donna,
      AUGURI.
      Composta giovedì 8 marzo 2018
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        Scritta da: Filippo S.
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Ho voglia di bere stasera
        Il vino come velluto accarezza
        La mia gola stanca.
        È l'ora del pensiero libero
        Dei movimenti che si legano
        Armoniosi
        Mi spingo verso la frontiera
        Come un cow boy voglio vedere
        La mia terra, stare solo e poi
        Rituffarmi tra la gente, nella polvere
        Camera 210, 233, che musica
        È questa? tre note in successione,
        I am the Blues, uno sparo
        accidentale, questo gioco poteva
        Costarti caro vecchio mio.
        Malinconico malconcio.
        La paura del pericolo scampato
        La gioia di essersi salvati.
        Ora Non ho più debiti
        con il mondo degli uomini.
        Composta mercoledì 21 febbraio 2018
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Strani mondi

          Tra il dire e il fare* (nell'educare), a volte
          c'è di mezzo l'apparire* (esteriorità,
          aspetto, omologazione ai modelli
          ricorrenti), prima ancor del costruire.
          L'apparire dunque, che, giacché lo
          promuovi* (associazioni), lo devi anche
          garantire. Ma con questa "boria" *
          (presunzione) non ci può essere
          onorevole storia* (vera integrazione).
          Diventa poi pretesa* (apparire) ciò che
          hai dato con la mano tesa. Dare
          sostanza* (del saper fare e di sé) invece
          è lungimiranza e fa diventar certezza la
          speranza di costruir cittadinanza. Così
          crescer nella verità* (dei propri limiti),
          nell'umiltà* (di non pretendere ma
          cogliendo l'essenza di ciò che si ha e si
          conquista) e nella temperanza, soltanto,
          fa diventar* (profughi minori non
          accompagnati) un uomo di valore e di
          creanza che saprà come onorar, delle
          persone care, la lontananza. E, magari,
          proprio là, potrà tornare ove c'è sviluppo
          da portare; e chi meglio di lui lo saprà
          fare! I figli dell'uomo sono frecce verso
          il futuro e il suo costrutto, non son
          bistecche* (carne da ammirare e pur
          comprare e prelibata da gustare), non
          prendiamo stecche, perché sennò,
          rimaniamo davvero bloccati tutti nelle
          basse e insidiose secche* (problemi).
          Composta domenica 18 marzo 2018
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