Poesie personali


Scritta da: Giuseppe Corrado
in Poesie (Poesie personali)

Sorridi, sorridi sempre

Sorridi, sorridi sempre, perché luminoso si fa il tuo viso.
Sorridi, sorridi sempre, perché di meraviglia si colorano le tue labbra.
Sorridi, sorridi sempre, perché tenere si fanno le tue mani.
Sorridi, sorridi sempre, perché il tuo ventre, il tuo petto, le tue gambe s'infiammano;
emanano calore.
Sorridi, sorridi sempre, perché i tuoi occhi accecano il sole;
e le nuvole e le stelle che sovrastano i cieli di ogni tempo, si fermano, per un istante e ti osservano.
Sorridi, sorridi sempre, perché sei la cosa più vicina al divino.
E quando questo non accadrà più, il mio tempo sarà ormai passato.
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    Scritta da: Mauro Albani
    in Poesie (Poesie personali)

    Roma

    Lei era immersa nell'immensità lo sguardo imprigionava schegge di luce che come lapislazzulo donava gocce d'oro nei suoi occhi. Il paesaggio era quello che il suo cuore voleva vedere una lacrima scendeva copiosa come un mare in burrasca e si infrangeva sulle sue gote pallide. Roma con i suoi colori con il vociare della gente era li e mentre una leggera brezza faceva danzare i suoi capelli neri come la notte. Un pensiero nella testa soltanto uno: tornerò.
    Composta venerdì 11 maggio 2012
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      Scritta da: Isabelle
      in Poesie (Poesie personali)

      Stupido Amore

      Stupido stupido Amore
      Perché sei ancora qui?
      L'inverno fa i bagagli
      Per andarsene lontano da questo silenzio

      Parti con lui
      Non avere pietà!
      Lascia alle rondini l'immensità del cielo
      Vola sopra le nuvole
      Scava solchi nella terra umida

      Tornerai con la neve
      Fra molti giorni
      Dopo mille sogni

      Ma ora vattene!
      Lascia che l'estate scaldi la mia pelle
      e congeli il mio cuore.
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        Scritta da: Isabelle
        in Poesie (Poesie personali)

        Felice senz'anima

        Mi chiedi di dimenticare il mare
        E quella musica lontana che accarezza i pensieri

        Mi chiedi di non sentire l'odore della notte
        Mi vuoi felice senz'anima

        Come ricordi tu ciò che non è stato
        ciò che non è e che mai sarà?

        Come vivo io nelle tue domande insensate
        ricoperte di fragili ovvietà?

        Tutto questo inevitabile amore
        Non si consuma
        Non vive
        Non muore.
        Composta sabato 28 aprile 2012
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          Scritta da: Nadia Consani
          in Poesie (Poesie personali)

          Una struggente sensazione

          Ti prende,
          anche quando sei tra la gente,
          quando ridi e dai coraggio
          ma dentro te sei morto,
          quando il passato riaffiora
          e brucia come cera sulla pelle.
          Ti prende,
          compagna di sospiri quando il sole muore,
          ladra di ricordi quando torna il giorno,
          ti regala vuoto senza lacrime
          quando aspetti una parola,
          quando sai che è una chimera,
          quando t'illudi che sia stato amore.
          Ti prende,
          ti ama e tu la odi,
          ti protegge e tu la scacci
          mentre ti nascondi dietro ad un sorriso.
          Composta sabato 12 maggio 2012
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            Scritta da: geggio
            in Poesie (Poesie personali)
            Ultima sigaretta della serata...
            il fumo danza
            verso morte certa

            la mia anima scorre
            percorre,
            pensieri

            distanti.

            La gioia svanisce,

            percorro la mia vita

            inseguendo sogni

            distanti...

            dipingo con la mia mente
            sorrido con il cuore
            la cenere si perde
            ed io svanisco,
            rimango nel nulla
            il vento mi trascina.
            Composta sabato 12 maggio 2012
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              Scritta da: FRANCO PATONICO
              in Poesie (Poesie personali)

              La Politica

              La pulitica

              Che rotta d'scatul'sti pulitici,
              m'stann'a div'ntà guasi antipatici;
              n'vuria mustrà d'ess'p'ssimista
              e manch duv'ntà'n qualunquista.

              Anch'mi nipot'ch'sent'st'quistion',
              por'cocc', fa'na gran cunfusion';
              m'ha dett': "nonno, ma i puliticanti
              cò fann'p'r ess'aculmò impurtanti?"

              "La pulitica, fiol'n'è com'par',
              t'l'fo capì sa n'esempi familiar':
              tu padr'guadagna e a prima vista
              saria p'r tutti no''l capitalista;

              tu madr'drenta casa'i tien'botta,
              c'guverna e pensa alla pagnotta.
              Sotta d'lora c'sei te e i tu fratei:
              'l popul'ch'chied'd'sta mei.

              'l più piccul ch'ancò pia'l biberon,
              rappr'senta'l futur'd'la nazion',
              mentr'la donna è c'la signora
              d'la class'up'raia ch'lavora.

              Hai capit'ninin com'funziona?
              E''n lavor'ch'int'ressa ogni p'rsona".
              'Na nott''l frat'lin's'è mess'a piagn'
              e qualcun'duveva purtall'al bagn'.

              Mi nipot', ch'era malì prova a ninal',
              ma propi n'c'era vers'd'calmal'.
              Ch'l fiulin'ormai s'era sv (e)'iat,
              ha fatt'la cacca e s'era impattacat'.

              E vist'ch'piagneva e n's'zittava,
              e ch'la madr'era sul lett'ch'russava,
              'l grandicell'cerca'l padr'ch'n'c'era,
              e ha p'nsat'd'sv'jà la cam'riera.

              Ma lia n'sent'e lù s'pia la cura
              d'guardà dal bug'd'la s'rratura.
              Tra l'scur'e ch'l pog'd'chiaror',
              la ved'sa'l padr'ch'sta a fa l'amor'.

              Rass'gnat'mi nipot'artorna a lett',
              ma nun dorm'e s'mess'a riflett':
              "Adè ho capit'e n'm'sbai miga,
              chi ha'l capital'sfrutta chi fatiga,

              mentr'l guvern'tranquill'sta a durmì
              e ma'l popul'nisciun'l'sta a s'ntì.
              Io d'pulitica nun capisc'n'acca,
              ma ved'st'futur'pien'd'cacca".

              Traduzione:
              La politica

              Che rotta di scatole questi politici,
              mi stanno diventando quasi antipatici;
              non vorrei mostrare d'essere pessimista
              e neanche diventare un qualunquista.
              Anche mio nipote che sente queste questioni,
              povero cocco, fa una grande confusione;
              mi ha detto: "nonno ma i politicanti
              cosa fanno per essere così importanti?"
              "La politica, figliolo, non è come pare,
              te lo faccio capire con un esempio familiare:
              tuo padre guadagna e a prima vista
              sarebbe per tutti noi il capitalista;
              tua madre dentro casa gli tiene botta,
              ci governa e pensa alla pagnotta.
              Sotto di loro ci sei tu e i tuoi fratelli:
              il popolo che chiede di star meglio.
              Il piccolino, che ancora prende il biberon,
              rappresenta il futuro della nazione,
              mentre la donna è quella signora
              della classe operaia che lavora.
              Hai capito figliolo come funziona?
              È un lavoro che interessa ogni persona.
              Una notte il fratellino si è messo a piangere
              e qualcuno doveva portarlo al bagno.
              Mio nipote che era lì, prova a ninnarlo,
              ma proprio non c'era verso di calmarlo.
              Quel figlioletto ormai s'era svegliato,
              ha fatto la cacca e si era impataccato.
              E visto che piangeva e non si zittiva,
              e che la madre era sul letto che russava,
              il grandicello cerca il padre che non c'era,
              e ha pensato di svegliare la cameriera.
              Ma lei non sente e lui si prende la cura
              di guardare dal buco della serratura.
              Tra lo scuro e quel poco di chiarore,
              la vede con il padre che sta a far a l'amore.
              Rassegnato mio nipote ritorna a letto,
              ma non dorme e si è messo a riflettere:
              " Adesso ho capito e non mi sbaglio mica,
              chi ha il capitale sfrutta chi fatica,
              mentre il governo tranquillo sta a dormire
              e al popolo nessuno lo sta a sentire.
              Io della politica non capisco un'acca,
              ma ved'questo futuro pieno di cacca".
              Composta domenica 15 aprile 2012
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                Scritta da: Nicola Carrano
                in Poesie (Poesie personali)

                Mio Figlio

                Non sento più il vento accarezzare i miei pensieri,
                il ricordo cerca con forza di vincere,
                il sogno lo contrasta e lo combatte,
                il tempo è caduto giù
                senza chiedere aiuto,
                una colore in cerca di una tela,
                in cerca di un senso,
                mi spinge, mi alza,
                mi rimprovera, mi dice: "non è giusto!"
                Guardo negli occhi suoi,
                la stanchezza a volte non ascolta,
                il desiderio mio spesso sopprime
                le sue aspettative.
                Non può capire,
                lui non ha ancora macchie
                da raccontare, ha solo salti
                da fare e corse da vincere,
                incontri da far tremare.
                È lui, fermo lì
                ad amarmi, a cercarmi,
                a chiedermi di inventare,
                di sperare.
                È lui, fermo lì
                con la sua piccola mano
                pronta a chiudere in un pugno
                tutto il suo mondo
                che non può girare
                senza di me.
                È lui mio figlio,
                il mio piccolo cuore
                il mio fumetto preferito,
                la nota migliore,
                la luce di notte,
                la forza di dare,
                l'abbraccio più grande,
                il gioco più giocato.
                È lui, fermo lì a aspettarmi,
                ad aprirmi la porta per un altro risveglio,
                è lui piccolo come un respiro,
                è lui, semplicemente mio figlio.
                Composta sabato 10 marzo 2007
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                  Scritta da: moro
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Occhi celesti

                  Luce celeste che illumina il volto
                  spinta fuori dal oceano dolce
                  dei tuoi occhi, dove io mi perdo
                  occhi celesti che risaltano come
                  stelle perse nel cielo notturno
                  che illuminano un volto scolpito
                  dai migliori artigiani d'una natura
                  che già t'ha creato ed ora ti migliora.
                  Composta venerdì 11 maggio 2012
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