Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

L'uscita

Annuso tracce d'aria
lasciate dal sogno che ho interrotto,
profumo senza nome
e senza corpo.
Esco dal mio cattivo dormire,
cammino in mezzo a piccole ferite
chiamate vie,
fra case abbracciate ad altre.
Potrei camminare sempre ad occhi chiusi,
capire le ore,
il posto
dai rumori,
dagli odori,
ma per adesso cammino ad occhi chiusi solo per me,
e so che anche se gli aprissi sarebbe lo stesso buio.
Cammino che è ancora notte,
o forse,
per gli altri giorno,
vago.
Composta martedì 8 maggio 2012
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    in Poesie (Poesie personali)

    Piccole raccomandazioni mentre mi preparo a...

    Per non farti preoccupare
    io mi preparo al meglio,
    pur prevedendo il peggio.
    Ho preso le misure
    per farmi un abito da poco,
    le ho prese guardandomi allo specchio,
    come si dice,
    ad occhio.
    Ho messo insieme toppe
    con ago,
    filo e sputo,
    come un arlecchino grigio ed impaurito.
    Ho tinto un po' la faccia,
    trucco dozzinale
    per spegnere quel bianco,
    segno della passione.
    Ho ripetuto a mente quelle ultime parole,
    quelle da dire a chi mi vedrà lasciarmi andare,
    ed a te che assisterai per diritto al mio volare,
    una sola cosa posso raccomandare,
    non fare come me che ho perso tutto,
    essere bravi ed onesti,
    porta solo lutto.
    Composta martedì 8 maggio 2012
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      in Poesie (Poesie personali)

      Mamma Italia

      Io nacqui bella
      ed ancor più bella
      chi ci fu mi fece,
      con i tanti tesori
      che mi mise addosso.
      Non mi apprezzò mai abbastanza
      chi si era abituato a me,
      e mi lasciò invecchiare.
      Non dette alcun valore alle mie doti
      lasciandomi corteggiare da chiunque,
      anche con schiaffi e male cose,
      con violenze delle quali ancora oggi porto il segno.
      Così per quanto sono stata bella io
      ho messo al mondo tanti figli indegni,
      ed avuto amanti non sempre alla mia altezza
      e come tutti possono vedere
      non sono più quella di prima.
      Composta martedì 8 maggio 2012
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        in Poesie (Poesie personali)

        Natale senza più lei

        Magici giorni con alle porte, l'anteprima di un Natale
        sembrano annunciare la nostra nuova storia
        come la sua, prima emozione
        passata dietro, uno schermo virtuale
        che fremente, attende l'eccitazione
        di un appuntamento, quella sera finalmente
        pervasa d'immensa, dolcezza e complicità
        ebbrezza di un nuovo incontro, che senza esitazione
        accende subito, una fiamma di felicità.

        E quelle nostre parole, subito divengon musica
        la cui magica, sorgente
        è il cuor di due innamorati, e così potente
        e dalla loro storia, meravigliosamente unica.

        Per presto sprofondare
        tra soffici labbra del primo bacio
        che imprime, in mia memoria
        l'incancellabile origine, della nostra storia
        e presto accorgersi
        che ciò sarà solo ricordo e poi dimenticata
        come s'accende, per poi spegnersi
        di luce un lampo
        per far ritorno nel suo nulla
        dopo che soltanto
        quella storia, era appena nata.

        Com'è facile, annegar
        in questo nuovo, triste mar
        di fredda solitudine
        e per salvarmi, naufragar
        in questa nuova, mia realtà
        vera isola, d'inquietudine

        dalle lunghe e gelide strade, della mia città
        dal cui vuoto di buie vie, sento l'eco paralizzante
        che puntuale sembra proprio, chiamar me
        alla domenica sera, con tono urlante
        tutto il dramma della separazione, tra me e te
        nel volgere del tramonto, di un inverno
        giunto forse or per me, a durar per l'eterno
        celando, in suo sipario
        dietro, a tende meste
        la fremente attesa di un Natale
        nera scritta, di questo calendario
        perché stavolta, è ben diverso e triste.

        Quando rivedo, filmati dentro me
        i magici momenti
        di quello passato, insieme a te
        dove le dolci ore della festa
        scandivano, in gran condivisione
        insieme a lei, ogni momento e situazione
        e la cui sola immagine or vive
        dentro il mio cuore, per sempre custodita
        lui mai così spento e disabitato
        com'è ora la nostra casa, chiusa e infreddolita
        che mi par di riveder in quei presepi, insieme a te
        nelle chiese di questo mio, Natale nuovo
        dove sento viva la sua presenza, accanto a me
        quando ancora ero, il suo felice uomo
        come anche nel profumo dei loro interni
        riveder la sua anima, così rapita così presa
        lei che amava tanto, la sua chiesa.

        E là fuori, durante la santa messa
        un magnifico tripudio di luci e colori, che mai cessa
        come anche il fragore di suoni e musica, quando esco
        e tutto avviene solo, fuori di me
        perché io sordo e cieco, a tutto questo resto
        se ora lei, con me più non c'è.

        Lei che vicino sento, ancora a me
        in un regalo, che sto aprendo
        quanto avrei voluto, fosse suo per me
        o in un biglietto, che sto leggendo
        o quella firma che per me, più non scriverà
        come una volta lo era, ma che la sua or non è
        e che sua per me, più non sarà.

        Durante la cena il mio sguardo, basso e mesto
        intorno, a quel tavolo quadrato
        spia sempre, uno stesso lato
        lì dove ora solo una sedia vuota, di lei è rimasto.

        E poi tornare, nella vecchia stanza mia
        per trovar sopra il suo comodino
        solo un libro, a farmi compagnia
        insieme a quell'orologio, oggi ancor fermo
        e come ora, lo sono io
        al giorno del nostro primo incontro
        venuto fuori, al di là di uno schermo
        quando insieme a lei, divenne mio.

        Spengo la mia lampada, si chiude questo giorno
        e dal mio triturato cuore
        giunge a me, senza pace e senza luce
        il lamento di questo Natale, mai così infelice
        da viver senza poter, sperare un suo ritorno

        e venuto per rinnovare
        solo un gran dolore
        nel far, rivedere a me
        quello, che or non c'è
        oggi più che mai, quel suo sorriso
        che presto in un lampo, s'è come estinto
        perché divenuto solo ricordo
        proprio, come un bel dipinto
        nel beato museo, del suo dolce viso.

        Così come la pace interiore, che cerco invano
        per dimenticar le nostre, ultime parole
        che ancora in mente, forti mi risuonano
        insieme ad un uscita, ora troppo lontano
        per saltar dalle tenebre, che ora mi percuotono.

        Per questo, triste amore
        mai decollato
        per aver già, dovuto dar addio
        non ad un vecchio, amico mio
        ma a questa nostra famiglia nuova
        subito messa fuori, con tutto il suo cuore
        già morto, appena nato.

        Allora buon Natale amore mio
        che sarà il primo, di tutti quelli che
        io, non più insieme a te
        ancor davanti, mi passeranno
        perché forse, tanti altri ci resteranno
        e comunque, buon Natale
        per questo e per tutti quelli che
        mai più insieme, ci rivedranno.
        Composta sabato 24 dicembre 2011
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          in Poesie (Poesie personali)

          le quattro di mattina

          In strada,
          uomini e cani hanno lasciato gli stessi segni ai muri,
          le stesse macchie,
          il vomito si allarga sul bagnato.
          Qualche ora fa le sue gambe
          quasi distese su quel marciapiede,,
          erano una via di mezzo fra lo sgambetto e l'ammiccare,
          come non cedere alla voglia,
          oppure farsela venire sul momento,
          soddisfarla,
          e dopo darsi al bere,
          come ogni notte,
          un'altra notte
          senza sonno e senza senno.
          Composta martedì 8 maggio 2012
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            Scritta da: SAVERIO FERRARA
            in Poesie (Poesie personali)

            La disperazione dell'indifferenza...

            Parole,
            consigli non recepiti,
            poi urla!

            Fulminee saette
            si perdono nel vuoto
            dell'indifferenza...

            Silenzio,
            disperazione...

            Ancora parole,
            implorazioni
            senza approdo...

            Lame acuminate
            ritornano
            ed affondano nel cuore...

            Il dolore
            cede il posto
            ad un lacerante silenzio...
            Composta sabato 5 maggio 2012
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              Scritta da: Luigi Principe
              in Poesie (Poesie personali)

              Mi brilla negli occhi

              Che sia nel sangue
              nella testa
              oppure incastonata in petto.
              Quando lentamente ti svesti,
              la tua Anima
              a mo del sole
              quando fa capolino
              fra le ultime nuvole a fine tempesta
              mi brilla negli occhi
              e infiamma la mia.

              Dà consenso all'ingegno
              linfa alla fantasia
              vigore ai muscoli.

              Si mescola al sudore
              al respiro
              ai battiti del mio cuore.
              Composta lunedì 7 maggio 2012
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                in Poesie (Poesie personali)

                A voi, in nome degli altri

                Una preghiera a chi sta per ammazzarsi,
                ed a chi purtroppo ha già qualche morto in casa.
                Capisco che il momento è inopportuno,
                ma se potete,
                scrivete bene le ragioni del gesto,
                fatelo per tutti noi,
                ed anche voi,
                i vostri figli.
                Non date modo ai troppi indegni di scaricare tutto sulla crisi.
                Spiegate cosa significa avere a che fare con la burocrazia
                con la giustizia,
                e la politica,
                madre indegna.
                Il problema non si chiama crisi,
                si chiama italia.
                Spiegate come ci siete arrivati,
                sfiancati,
                a fare il gesto,
                non date modo a quei colpevoli che vi sopravvivono
                di trovare scuse che non meritano.
                Composta lunedì 7 maggio 2012
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