Poesie personali


Scritta da: suspiriosa
in Poesie (Poesie personali)

Una notte di semplice contatto

È il buio il momento in cui sento più il bisogno di un contatto,
è il buio che mi fa sentire la mancanza di qualcosa,
ora è buio, l'alcool ha già adempito al suo compito,
ora è buio è sto cercando il mio contatto,
trovo te,
sorridi,
io l'ho perso tempo fa il mio sorriso,
ma tu sorridi ancora,
come se dovessi farlo per entrambi,
ti tendo le braccia, la bocca, un bacio,
cogli tutto come se fosse qualcosa di stupendo,
ti dono quello che vuoi...
per questa notte,
ti dono me, o il ricordo che è rimasto,
tu prendi tutto,
sembra che sia realmente un dono...

ora è giunto il giorno,
non ho più bisogno di nulla,
non sono abituata ad avere nulla di giorno,
il ricordo scompare,
come è scomparsa la notte precedente,
un bacio ha solo il significato di un bacio,
una carezza è solo una mano sulla pelle...
è giunto il giorno...
il mio cuore ancora ha smesso di battere...
ha ancora smesso di chiedere...
è giorno...
Composta martedì 13 settembre 2011
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    Scritta da: Giovanna
    in Poesie (Poesie personali)

    Vorrei...

    Vorrei un giorno intero da dedicare a me stessa,
    Vorrei trovare la serenità, da molto tempo persa.
    Vorrei contemplare il sole senza nessun disturbo,
    Vorrei andarmene in pace da questo mondo furbo.
    Vorrei la luce per le mie giornate buie,
    Vorrei cercare l'amore e dividerlo in due.
    Vorrei sincerità in tutte le parole dette,
    Vorrei che la mia vita togliesse le manette.
    Vorrei la libertà che non ho mai avuto,
    Vorrei spingermi oltre in questo mondo brutto.
    Vorrei che dal mio corpo se ne andasse via
    Quel malessere cattivo e quella lurida pazzia.
    Composta mercoledì 23 novembre 2011
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      Scritta da: MARLEEN GIOTTA
      in Poesie (Poesie personali)

      A te che non arrivi

      Ho quasi quarant'anni
      e non mi accorgo
      che quasi mezza vita m'è volata,
      pensando a rimandare e rimandare
      quel che contavo di fare un domani.
      A te, che non arrivi,
      eppur ti sento
      scalciare per affacciarti alla vita,
      chiamandoti per nome intono nenie,
      per farti addormentare quando è sera.
      A te, che non arrivi,
      e sopravvivo,
      delineo il tuo profilo sul mio grembo,
      invento somiglianze inesistenti,
      per assopire il vuoto che ho dentro.
      A te, che non arrivi,
      e sono stanca,
      di dare spiegazioni a tutti quanti,
      giustificando la tua amara assenza,
      mi lascio annegare nel mio pianto.
      Forse nessuno mai
      potrà chiamarmi mamma,
      ma a braccia aperte resto ad aspettare
      confido nella scienza e nella fede,
      semmai un giorno tu vorrai arrivare.
      Composta domenica 11 dicembre 2011
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        Scritta da: Giuseppe Valente
        in Poesie (Poesie personali)

        Segretamente

        Ti amo segretamente
        perché non posso amarti altrimenti.
        Ti amo segretamente
        e la tua mano nella mia per sempre io vorrei,
        svegliarmi accanto a te e non lasciarti andare mai,
        sentir battere il cuore tuo come fosse nello stesso petto mio.
        E invece ti amo segretamente
        perché non mi appartieni
        e non posso amarti altrimenti.
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          Scritta da: Stefano Luppino
          in Poesie (Poesie personali)
          Sei miele nel cappuccino
          Una goccia di pioggia che bagna dietro il collo
          Quel granello di sabbia che finisce nell'occhio
          Sei un chicco di riso in più che mi fa sentire sazio
          Sai distinguerti perché unica fra tutti
          Non perché sei meglio o peggio degli altri
          Ma perché sai essere diversa
          Lo sei per me
          Perché accanto a te mi sento più grande
          O forse è il mondo che è più piccolo
          Perché il mio mondo sei tu.
          Composta domenica 16 maggio 2010
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            Scritta da: Zarky
            in Poesie (Poesie personali)

            Risveglio mattutino

            Son tempi che mai più l'ho ritrovata,
            la felicità che mi è stata rubata.

            Mentre lacrime scendono lentamente,
            avvien il risveglio con il passato nella mente.

            Solo nebbia vedo nella mia cucina,
            mentre preparo la colazione l'addì mattina.

            Attendo il suono del caffè sul fornello,
            mentre mi reggo tristemente contro il lavello.

            Sperando il ritorno della fu mia amata,
            riflette nel cristallo la mia anima rifiutata.

            Alzo la testa verso il soffitto,
            ascoltando la voce del mio petto.

            I secondi scandisce il cuore pulsando,
            di remoti ricordi egli sta vivendo.

            La malinconia spingo a divenir di ieri,
            così mi costringo di sorridenti pensieri.

            Rassegnarmi con un sospiro debbo, a capo chino,
            questo oramai il mio risveglio mattutino.

            18 dicembre 2011
            Un romantico perso nei tempi.
            Composta domenica 18 dicembre 2011
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              Scritta da: Antonio Pellegrino
              in Poesie (Poesie personali)

              Un dolce ricordo per sempre

              I mesi passano veloci, oggi e il quinto mese e il dodicesimo giorno,
              sei volata in cielo sembrava un sogno,
              fra dieci giorni sarà Natale,
              il primo dei tanti giorni gioiosi che si trasformeranno in un vuoto incolmabile, perché manchi ai tuoi cari, ai tuoi genitori, ai tuoi amici, ai tuoi conoscenti!
              Purtroppo non puoi ritornare, ci rimane solo il tuo dolce ricordo da persona speciale!
              Tutti i giorni e tutte le ore chi ti conosce ti scrive col cuore,
              si vede che il pensiero per te è vivo e non muore.
              Ci rimane solo di pensare e ripensare che in cielo c'e una persona speciale!
              Ciao angioletto.
              Composta giovedì 15 dicembre 2011
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                in Poesie (Poesie personali)

                Quem di diligunt

                Non temere:
                eternamente giovane
                lui
                è rimasto nel ricordo.
                Non una ruga
                ha segnato il suo volto,
                mai
                il peso e l'amarezza degli anni
                hai letto nel suo sguardo.
                Mai.
                Già, mai...

                Cosa te ne importa?
                Cosa può importarti
                di vane parole che
                inutilmente (forse)
                vorrebbero dare lenimento
                alle ferite,
                sprazzi di luce
                a un buio profondo
                rimpianto?

                Vedo già l'ombra e l'impotenza
                di un lungo dolore
                nei tuoi occhi
                mentre leggi i versi
                antichi, che mai
                a nessuno
                hanno dato conforto:
                "Quem di diligunt
                adulescens moritur".
                Composta martedì 15 marzo 2011
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