Poesie personali


Scritta da: Armando
in Poesie (Poesie personali)

La vendetta

La vendetta è una brutta malattia
scompone il cuore quando avvampa l'ira
rode la mente e non si sa che sia
come un germe nell'animo s'aggira.

Il bene affoga nell'ipocrisia,
l'essere umano in nera bestia vira
l'animo invade d'ogni ritrosia,
contro di dio per ultimo cospira.

Senza volerlo l'uomo incattivisce
il bene dal suo cuore si cancella
l'amore dato se ne va, svanisce,

varca i confini e mai paga gabella.
L'odio tutto l'affetto imputridisce
e in petto scende come una trivella.
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    Scritta da: Nello Maruca
    in Poesie (Poesie personali)

    La preghiera dell'orfanella

    Quando ch'ancora il latte mi donava
    persi l'aggrappo a lauta mammella
    di quella nobile figura dolce e bella
    che sopra al core suo mi dondolava.
    Un dì per smisurata malasorte
    in fretta si partì per luminosa
    via lasciandomi di nettare desiosa
    alfin di Dio venire a maestose Porte.

    Inver con me voleva ella restare
    ma divin Forza al ciel la fa carpire
    e a nulla valser lo suo reagire
    né le suppliche mie per fer voltare.
    Troppo piccina per attaccarmi a Te,
    Madre Divina, che se possanza avessi
    avuto per'amore Tuo, e gl'eccessi
    pianti, per caritade, mi sarei gaudente.

    Qual uccelletto io ancora implume
    restar volevo nel mio caldo nido
    ma lo destino tristo quant'infido
    non volle lì mettessi le mie piume.
    Pregarti, allora, Madonna, non potevo
    ché ancor lo cervel mio non connetteva
    né la mia lingua verbo ancor diceva
    né di mie gambe passo alcun movevo.

    Ma ora che lo cervello s'è ingrandito
    e lo cuor mio per malor si è spanso
    e molto a ragionar riesco e penso
    a questa preghiera l'ascolto Tuo invito:
    Se darmi non vuoi ancor l'amata mamma
    perché poss'io toccarla e abbracciarla,
    se in Cielo vuoi Tu ancora trattenerla
    privandomi ognora della mia fiamma

    fa ch'io giunga almeno ai Tuoi piè santi,
    fa che alla scala dell'empireo approdi,
    lascia almeno lì che la mia mamma godi
    e di sospiri la copri e di miei pianti.
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      Scritta da: Sir Jo Black
      in Poesie (Poesie personali)

      Questa mano è persa

      Questa mano è persa;
      un'altra ne verrà!
      Esser viva sento la partita,
      sento vincenti carte nel tempo.
      Tempo di raccolto amore,
      amore raccolto e rinato.
      Mano tesa a coglier carta:
      anima ed il tuo cuore,
      nuovi i vecchi sogni,
      odiati dolori fugati.
      È vita il tavolo, il gioco.
      Prendi la tua carta, sono io,
      eccomi a giocare contro te per te.
      Raccoglimi re senza più te regina,
      saremo impero, conquista e vita,
      avremo vinto la partita.
      Composta sabato 16 aprile 2011
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        Scritta da: Andrea Bidin
        in Poesie (Poesie personali)

        Desiderio inutile

        Cantava le lodi di un grande uomo
        in grado di affrontare ogni tipo d'ingiustizia
        il coraggio e la fede erano le sue virtù
        l'istinto omicida una semplice vanità

        Affrontava i nemici con il cuore in gola
        era l'eccitazione e non paura ad agitarlo tanto
        il desiderio di sgozzare il proprio avversario
        ancor prima di cominciar quel maledetto incontro

        Il pubblico amava la violenza becera
        ma l'assenza di spettacolo sonoramente disprezzava
        il biglietto si pagava per vedere il sangue
        della fine d'una tortura doveva esser l'attestato

        Le battaglie infuriavano tra le urla e colpi bassi
        la sofferenza dei combattenti era motivo d'interesse
        il giubilo giungeva solo dopo una morte deprimente
        che vedeva i nemici agonizzare al suolo

        Eppur lui di ciò non si preoccupava
        quel che gli importava era solo la vittoria
        come viatico universale per giungere ad un risultato
        che portasse nel mondo un minimo di pace

        I metodi che utilizzava agli altri non dovevano importare
        doveva contare solo lo scopo ultimo
        rivendicare il proprio bisogno di libertà e tranquillità
        scannando chi intralciava quel sogno idilliaco

        Per ciò la gente non lo amava
        la spettacolarità non lo ammaliava
        solo il sangue lui bramava
        di colui che fermar lo voleva

        L'opinione pubblica fortemente odiava
        lo scopo di quell'interesse lo disgustava
        il desiderio del macabro solitario dominava
        nell'osservar le gesta di quei disperati

        Disperato non si considerava
        eroe di guerra esser voleva
        ma il concetto di eroe la gente stravolgeva
        quello senza macchia nemmeno sapevan chi era

        fu così che i suoi sogni abbandonò
        un mondo in cui la violenza era fine a se stessa
        in cui il successo era l'unico scopo
        il desiderio di sangue era spettacolo nello spettacolo

        e di quel circo mediatico non desiderava esser parte
        di sognar gesta eroiche stancato si era
        un eroe in quel mondo poco valeva
        se le sue azioni si stravolgevano

        depose la penna e cestinò quei fogli colmi di sogni
        non si confacevano alla contemporaneità che lo viveva
        spender fatica ad immaginar una persona
        che ora come ora esister non poteva

        con forza spinse sui poggia braccia della sedia
        giocando col bilanciamento e la gravità
        si lasciò cadere sulla sedia accanto
        che un moto d'azione fisico poteva regalargli

        le gambe più non funzionavano
        l'immaginazione però non l'aveva abbandonato
        ma immaginare per chi valeva la pena
        se non per se stesso ad evadere da quell'orrido mondo?
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          Lo stravolgimento

          Fu, fu e fu per quasi trent'anni fu
          misconosciuto da parenti e amici
          ch'ognuno lo mena in su e giù
          e d'essere favoriti sono felici
          ché per poco, sempre, ben serviti
          da colui che parente e pur'amico
          attua il comando di lor'impettiti
          con animo devoto e sforzo fisico.

          È dei tanti amici e suoi parenti,
          non per capacità ma sfortunata
          sorte, per quanti cattivi eventi,
          assoggettato vivere alla giornata
          e soggiace a volontà di questi,
          ora di quelli, mai gratificato,
          a soddisfar degli altri, sempre, i gusti
          ma di riconoscenza mai degnato.

          Tiene una notte la sua mamma in sogno:
          che nell'orecchio tutto dona in dettaglio
          Non temere, figlio mio, per te son sveglia
          e scesa sono per te dall'altro Regno
          Chè darti buona nuova avea gran voglia.
          Domani, non tardare, fa quel ch'ò detto
          apprestati a curare ogni dettaglio:
          sei stato scelto quale figlio eletto,

          attento! Non commettere alcun sbaglio.
          Seguita la via che t'hò donato,
          vai avanti dritto, non voltarti indietro;
          per te la prece è stata del Beato
          ch'è fatto Santo ed è nomato Pietro.
          Indi, il seguente dì, senza ritardo,
          segue quant'ebbe dalla mamma in sogno
          con diligenza del nostromo a bordo,

          tessendo la tela qual'esperto ragno.
          Lo fa con fiducia e in speranza
          certo non potere esser fallace
          e che l'annuncio avuto è l'essenza
          di ciò che già vede quale verace.
          Avviene dopo poco, sabato sera,
          qualcosa che travolge ogni misura
          mentre il frinire di cical ciarliera

          morendo se ne va entro il verziere.
          E la notizia è farina al vento
          così che ognuno sa dell'accaduto
          di quanto agiato cento volte e cento
          or è il miserando uomo sparuto.
          Parenti si moltiplicano e pure amici
          riandando ai trapassati, agl'antenati
          e per essi implorano i buon'uffici

          ché di lor stessa stirpe sono nati.
          La mente gli ritorna ai patimenti,
          rivede gli anni tristi del passato
          quando bisognevole d'alimenti
          lo stato suo da tutti er'aggravato.
          Resta, però, paziente ad ascoltare
          gli altri la sfumata manna ad aspettare
          e con carezze e lodi ad acclamare.
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            Scritta da: minnie
            in Poesie (Poesie personali)

            In quei momenti...

            L'ombra
            ... solo
            sei solo,
            come un pensiero
            mai pensato,
            come una parola
            mai detta,
            come una nota
            isolata,
            come uno stelo
            senza fiore,
            come un'ala
            che non vola,
            come un giorno
            senza luce,
            come un cuore
            che non palpita,
            come il tempo
            perduto,
            come un sonno
            senza sogni,
            come un amor
            smarrito,
            ... in quei momenti
            senti... sei solo.
            Composta martedì 12 aprile 2011
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