Scritta da: Maestro Di Sfiga
in Poesie (Poesie personali)
Solitudine
Ho sentimenti confusi... in cerca di verità
in un mondo sconosciuto... che non sa più ascoltare!
Sempre più solo... sempre più soli...!
Composta venerdì 18 dicembre 1998
Ho sentimenti confusi... in cerca di verità
in un mondo sconosciuto... che non sa più ascoltare!
Sempre più solo... sempre più soli...!
I grandi rami della quercia
inondavano il sentiero
della loro ombra
ogni giorno
un profumo immenso
avvolgeva vorticosamente
il mio cammino
instancabilmente il custode
vigilava sul suo
immenso tesoro
e come un bocciolo
che stringe a sé
i suoi petali
e piano si schiude
alla luce del sole
così mio padre
mi offriva alla vita
con i suoi valori.
Se potessi cancellerei domani
Se potessi rivivrei ieri
Se potessi tornerei bambina
Con i miei sogni ancora nel cassetto, chiuso stretto stretto
Se potessi domani sparirei
Se potessi domani...
Se potessi!
Voglio
Eppure non posso
Il passato un grande ricordo
Un grande naufragio
Il naufrago approdato, sulle orme del passato
Il passato, non è più presente
Ma è chiuso nella mia mente
Batte come un martello
Suona ogni notte come un campanello
Se potessi domani cancellerei
Se potessi tornare indietro
Se potessi
Eppure non posso
Si è tinto di nero questo bosco
Ieri era tutto fiorito
Oggi di nero vestito
Incendiato il cuore
Incendiato il presente, non resta che niente.
Con le onde del mare
me ne volevo andare
Sotto questo cielo io sto vivendo
e anche se non tramonta
io lo stesso vivo
E ho cercato prigioni incantate
per poter nascondere le mie favole
Sono rinato
grazie ai miei sogni perduti
Tra notti senza lacrime e giorni senza sorrisi
il vento soffiava più forte
e cancellava le mie speranze
Non avendo Dei da poter o dover pregare
pregai il mare e caddi in un soave e forse
pericoloso vortice di pioggia e grandine
E in quel vortice non m'accorsi della Luna
che dalla su osservava immobile e fiera
il mio incerto e forse "aggressivo" percorso che senza
accorgimene m'aveva insegnato a vivere
E non ho capito come si vive
senza un cielo
Un cielo su cui
poter vivere e morire ancora
Un cielo dannatamente sofferto
E un passato sterile di fantasie.
Silenzio.
Vi prego, lasciate
che viva in silenzio;
ci sono cristalli, nel cuore,
che parlando distruggerei.
Silenzio.
Vi chiedo soltanto
di stare in silenzio:
non tutto può dirsi a parole,
guardate negli occhi, semmai.
Silenzio!
Adesso pretendo
facciate silenzio!
Del vostro snervante ciarlare
le orecchie son sorde, oramai!
Silenzio,
la sola parola
che valga il silenzio,
il resto ti passa sul cuore
e, a volte, nemmeno lo sai.
Vieni uomo, senza paura,
dal tuo fior di magnolia...
Abbandona le tue mani nelle mie,
avvicinati a me, seduta su questa pietra.
Non c'è bisogno che incroci i miei occhi
spaventosi, sfacciati, troppo profondi
per la tua cintura di spine e tranquillità...
Fai solo scendere le mani su di me
come se fossero gocce di pioggia
senza tempo e senza malizia.
Fai che sia un piacere naturale
come un bicchiere di vino buono,
come se fosse il profumo del mare.
Poni le mani sul mio viso, benedicimi,
consacrami, accarezza la mia fronte
e le guance con tenerezza.
In silenzio ti guardo: t'innalzi come torre,
ti scaldi e tremi come il legno nelle mani,
emani forza da ogni centimetro del corpo
ma la controlli, dalle tue spalle larghe.
Lascia cadere il muro intorno, fallo ora!
Fai che sia una volta ancora bambino,
cammina da solo nel buio di notte...
All'alba t'aspetta con la tela infinita
la donna che tesse sulla riva del mare
tra vigneti e vendemmie.
Scivolano le mani sotto il mio mento,
chiedi uno sguardo, indaghi in esso
come fossi una ladra... No, non lo sono.
Sono pulita.
Lascia incustodito il tuo cuore, uomo,
ne avrò cura, senza abbandonarlo mai.
Sono pulita.
Innocenza è
come tenue luce di candela
come fili di cera
vorrei
prenderti per mano
donarti un sorriso
accarezzarti con amore
proteggerti
bianca rosa
purezza infantile
vergine in fiore
tu
mio figlio.
Rosa di selva nera
piccante cuor di spine
nella più buia notte
fervente senza stelle
indossavi solo
capelli lisci color tenebra
sguardo di cenere
ed
un mantello amaranto
groviglio di serpi
e
miele.
Sconosciuto
non mi lasciasti
tra
morsi di labbra spezzate
rincorse d'occhi fumonero
e
il mistero in fiera.
Smarrirsi
nei sospiri svelati
all'ultima stella
tra
stanchi e calorosi
sorrisi
mistero d'emozioni nascoste
che ci consumano
al chiarore del nuovo giorno
perdendosi
nei profumi salmastri.
E
ancora insieme
tranquilli
ricadere nei sogni
mentre
la nostra anima
accanto ci sfugge
non sapendo più
se deve amare
o
vivere.
Perdermi
senza voglia di ritrovarmi
in quegl'occhi lontani
cinti
da fitti campi di grano
che profuman di vento,
umile spettatore
d'un regno ignoto
tra
emozioni di desideri svogliati
e
gocce di curiosità addormentate
con cui accarezzi
le ore in fiore
nella libertà sorpresa
di una farfalla
che volteggia
serena.